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Ill.mo Dottore, mia madre di 54 anni è stata sottoposta a varie visite causa stitichezza continua da diverse settimane.Nel giro di un mese siamo riuscite a fare i seguenti esami: ECO ADDOME: fegato nella norma (con modesta disomogeneità ecostrutturale ed iperreflettività ddiffusa del parenchima); milza, reni, pancreas nella norma.Non immagini di tumefazioni linfonodali in sede periaortica, paracavale e periliaca. Utero nella norma per morfologia, ecostruttura, dimensioni. Eco mediano endometriale regolare. In FOSSA ILIACA SINISTRA, tra la sede annessiale sn e il fondo dell'utero si rileva una FORMAZIONE OVALARE SOLIDA di circa 50x34mm nei diametri maggiori di dubbia interpretazione (fibroma del fondo uterino? lesione eteroblastica ovarica o colica?). Si rileva un iniziale versamento pelvico più evidente in corrispondenza della neoformazione. TAC ADDOME COMPLETO. Fegato nei limiti con cisti semplice. Nella norma milza, pancreas, surreni e reni. Piccole linfoadenopatie in ineteraorto-cavale, non adenopatie nè versamento libero endoperitoneale.In sede pelvica presenza di TUMEFAZIONE SOLIDA DISOMOGENEA in sede annessiale sn (65x33) con componente cistica (tubarica?) superiore e mediale e componente solida con marcato enhancement dopo mdc inferiormente. la lesione presenta margini irregolari e sfumati e determina INFILTRAZIONE IN ANSA DEL SIGMA cno ectasia del colon a monte. Ispessimento anche delle pareti del tratto pelvico dell'uretere senza idronefrosi. Non espansi in sede annessiale dx. Utero disomogeneo per fibromatosi. CR: massa solido/cistica infiltrante della regione annessiale sn;in diagnosi differenziale (oltre a neoplasia ovarica) va considerata anche una actinomicosi). Esami del sangue (riferisco senza i valori davanti): si nota anemia importante, carenza di ferro, valori ves alti, fibrinogeno alto, prot c alti, g6pdh bassi. Esame sangue occulto feci: primo giorno segnale debolmente positivo (aveva fatto dei lassativi i giorni precedenti), secondo e terzo giorno negativi. Markers tumorali negativi. Visti i referti ci siamo recate da un ginecologo oncologo in ospedale, dove ha fatto clisma opaco e colonscopia: dal clisma opaco (non ho la cartella davanti)risultanon contorni spiculati , ansa poco distensibile e una formazione estrinseca che contrae aderenze (dovrebbe essere quella risultata anche in tac). La colonscopia si è dovuta fermare alla formazione perchè non si è potuti procedere oltre e sono stati prelevati campioni per esame istologico. Il medico dela colonscopia mi ha detto ceh ci sarà da tagliare in intervento anche un pezzo di colon, ma che non sa quanto perchè non ha visto tutto, tuttavia ritiene che l'intervento vada fatto prima di avere l'esito della biopsia. Le chiedo se lei concorda sull'intervento prima dell'esito biopsia. Il ginecologo guardando i vari referti dice che non si capisce se la formazione origini dall'esterno o dall'interno del colon e che questo potrà capirsi esclusivamente "aprendo e guardando" durante l'intervento e in quella sede si deciderà cosa togliere e quanto. Non ci ha detto altro, nè sui postumi nè sul tipo di malattia. Tra l'altro su mia domanda dice di non sapere se la malattia sia anche in altre parti del corpo ma di attendere l'intervento che sarà fatto prestissimo (a giorni) senza referti della biopsia e mi annuncia il medico che ci troviamo davanti a qualcosa di maligno. Sono preoccupata perchè non so dovrei sentire anche altri pareri o lasciarli fare. Dovrei chiedere qualcos'altro ai medici? Non so quanto sia grave la malattia e quante speranze ci siano. Come saranno i postumi? Spero lei possa dirmi di più. Mi scuso per la lunghezza ma sono disperata.

Cara Signora Maria,
è comprensibile la sua preoccupazione ma anche quella dei medici che in base ai risultati ottenuti dai vari accertamenti non hanno potuto stabilire l’esatta entità della patologia. Certo è che sua madre deve essere operata, anche subito, prima che insorga una occlusione completa del colon da parte di questa massa. Si affidi alle cure degli specialisti che stanno curando sua madre che hanno sicuramente acquisito tutti i parametri necessari per la cura della paziente

Buonasera dottore volevo porle il mio problema, mesi fa mi e stato riscontrata una fistola retto vaginale, perchè ogni volta che andavo al bagno a defecare dopo avevo queste perdite di liquido fecale dalla vagina, premetto che prima di questo sono stata sottoposta a due interventi uno di marsupializzazione della ghiandola del bartolino l'altro asportazione della ghiandola. questo disturbo e scaturito dopo il primo intervento. Poi mi sono sottoposta a una visita proctologica e mi e stata diagnosticata una fistola retto vaginale, mi hanno operata ma purtroppo ci e stata subito la recidiva. allora il medico mi aveva parlato di un intervento che consisteva nello spostare l'uscita delle feci, anche se non me lo consigliava visto la mia eta( 30 Anni. La mia domanda e questa ci sono altri tipi di interventi per questa fistola e in cosa consisterebbe questo intervento di spostamento delle feci. Attendo una sua risposta grazie per l'attenzione

Cara Sig.ra Falco,
l’intervento propostogli è una derivazione intestinale con la costruzione di una colostomia, ovvero l’abboccamento del colon sulla parete addominale e conseguentemente le feci uscirebbero da questa nuova apertura protetta da un sacchetto di raccolta. Ovviamente, per mia esperienza, questa è l’ultima ratio in caso di fistola rettovaginale. Prima di decidere un reintervento è necessario sottoporsi ad una accurata visita proctologica ed eventualmente ad una ecografia transanale per poter definire il tramite fistoloso. Credo che per la sua giovane età sarebbe meglio attuare una terpia chirurgica quanto meno ipegnativa per la paziente, ma alquanto accurata per il chirurgo. Cari saluti

Egregio Dott. Nicastro, mi scuso per non aver inserito nome e cognome ma preferisco, se possibile, mantenere una certa riservatezza. Spero che lei possa aiutarmi comunque. Sono un ragazzo di 21 anni ed ho un dubbio riguardo la mia salute. In condizioni normali, il mio sfintere anale si trova in una posizione "intermedia" dalla quale può essere contratto ulteriormente o rilasciato del tutto. Rilasciandolo del tutto (come si fa ad esempio per urinare o defecare), sento come se la muscolatura del retto discendesse di poco (non so se si tratta di un'impressione o sono altri muscoli a discendere); questa sensazione è leggermente più accentuata dopo la defecazione. Ad ogni modo, se poi contraggo lo sfintere e lo rilascio fino alla posizione intermedia, tutto torna normale. Preciso che il rilassamento totale è legato alla mia volontà e che se contraggo lo sfintere al massimo e poi lo rilascio torna da solo nella posizione intermedia. E' NORMALE TUTTO QUESTO? Non so se può essere informazione utile, ma vado di corpo circa tre volte a settimana senza particolari problemi, non ho mai avuto emorroidi e dall'ano non fuoriesce nulla. Spero di essere stato abbastanza chiaro. GRAZIE per la sua attenzione.

Caro Signore,
le rispondo anche se non è mio costume rispondere ad una lettera senza sapere almeno il nome dell’interlocutore. Riservatezza a parte, mi creda è sempre stata mia premura tutelare la privacy dei miei pazienti e di rispettarli nella loro totalità. I sintomi che lei descrive non mi sembrano “sintomi”. Non riesco a capire cosa significa la posizione intermedia dello sfintere. Mi spiego. L’ano è una cavità virtuale mantenuta chiusa dalla contrazione continua dello sfintere liscio (interno) e dal tono di base dello sfintere striato (esterno). Quello che noi non riusciamo a fare è il rilasciamento dello sfintere in quanto al massimo riusciamo a non contrarlo ma non ad esercitare un rilasciamento tale da aprire l’ano. Comunque le sue sensazioni potrebbero essere legate ad una condizione di indebolimento del piano perineale, ma vista la sua giovane età e l’assenza di notizie cliniche necessarie per poter presumere tale evento non è possibile affermare questo con certezza. Cari saluti

Egregio dottor Nicastro, mi rivolgo a lei per avere se possibile un consiglio d'emergenza ed eventualmente rivolgermi a lei in privato, visto che svolge la sua attività anche a Roma città dove risiedo. Mi perdoni la delicatezza dell'argomento. Sono generalmente una persona sana, senza particolari patologie, se non emorroidi esterne (almeno credo solo esterne)comparse con il parto circa 23 anni fa, non mi hanno mai dato fastidio,in 20 anni avrò avuto 3 episodi di arrossamento ma senza sangue, curati con farmaci di uso topico. Recentemente con mio marito con particolare cautela abbiamo effettuato sesso anale, ripetuto in questi mesi poche volte e senza particolari problemi. Notando che la penetrazione ultimamente era meno dolorosa delle prime volte forse abbiamo peccato di sicurezza e diciamo abbiamo avuto un rapporto meno "delicato" lì per lì nessun sintomo, dal giorno dopo ad ogni evacuazione riscontro copiose perdite di sangue vivo ad oggi è la terza volta che accade e sinceramente comincio a preoccuparmi, potremmo aver fatto delle lesioni così importanti? E sarebbe stato possibile senza dolore? A parte una frizione un pò più importante delle altre volte? E' una pratica che facciamo da soli 6 mesi, ora siamo molto preoccupati per le conseguenze di questa cosa. Può dirmi se necessito di indagini appropriate? Tipo colonoscopia o rettoscopia o cosa altro ritiene opportuno? Ringrazio anticipatamente e le porgo distinti saluti

Cara Signora Cristina,
probabilmente il rapporto sessuale ha rivelato un problema già esistente. Per sua maggiore tranquillità è consigliabile una visita proctologica con una Videoproctoscopia Digitale. Non credo a lesioni gravi, piuttosto il trauma diretto può aver determinato piccole lesioni di facile risoluzione. Resto a sua disposizione

Egregio professore,ho effettuato circa qualche mese fa le analisi del sangue e per la priva volta mi e stato controllato la BILIRUBINA totale e frazionata e tra tutti i valori e risultata un po alta : totale:2,05 mg/dl; 35,06 umol/L;-Diretta:0,47 mg/dl; 8,04 umol/L;-Indiretta: 1,58 mg/dl;27,02 mmol/L;Il resto dei valori e tutto nella norma compresi transaminasi GOT GPT GGT,ecc. Ringrazio anticipatamente per il tempo che eventualmente dedicherà alla risposta. Dario.

Caro Signor Dario,
trovare dei valori alterati della bilirubinemia soprattutto nella frazione indiretta non indica alcuna patologia. Soprattutto nei giovani adulti questa evenienza si associa ad una anomalia congenita la cui forma più frequente è denominata Sindrome di Gilbert e non rappresenta un quadro patologico vero e proprio. Comunque l’innalzamento della bilirubina indiretta può avvenire anche a seguito di assunzione di alcuni farmaci o a trasfusioni si sangue o anche perdite di sangue, ma queste sono condizioni transitorie. Le consiglio di ripetere gli esami tra un anno e se il valore è confermato potrebbe proprio trattarsi di una Sindrome di Gilbert che non prevede alcun trattamento.
Cari saluti

dovrei eseguire una visita proctologica, poi mi hanno detto che se è necessario è possibile eseguire una rettoscopia. io volevo chiederle é dolorosa? mi puo spiegare con precisione i passaggi della visita e della rettoscopia? grazie

Cara Signora Marianna,
la visita proctologica normalmente non è dolorosa e anche la rettoscopia (meglio la videoproctoscopia digitale). Il paziente è visitato disteso sul fianco sinistro e con le ginocchia flesse sull’addome.Il medico prima visionerà l’ano e poi, previa lubrificazione, visiterà l’interno dell’ano con un dito. Alla fine verrà eseguita la rettoscopia che prevede l’introduzione di una sonda monouso, rigida, del diametro di meno di 2 cm e lunga almeno 13. Questo esame è indispenabile per poter determinare meglio la patologia ano-rettale.
cari saluti

Gentile Dottore, ho 39 anni e da circa un mese e mezzo avverto costantemente per tutta la giornata dolore e bruciore anale. Inoltre nell'ultimo mese, ad intervalli di 5-6 giorni si sono verificati episodi di diarrea qualche volta con presenza di muco di color giallastro, mentre in occasione di feci più consistenti mi è capitato in alcuni casi di ritrovare lievi tracce di sangue sulla carta igienica. Ho già effettuato 2 visite colonproctologiche con rettoscopia, una presso la struttura ospedaliera della mia città l'altra presso uno studio privato, ma in entrambe i casi è stato escluso qualunque tipo di problema. Vorrei precisarle che i problemi di bruciore e dolore anale si sono presentati a seguito di una prostatite batterica che mi è stata diagnosticata alla fine del mese di gennaio da un urologo sulla base del risultato della spermiocultura e di un'ecografia transrettale che ha evidenziato una forte infiammazione della prostata e la presenza di diffuse calcificazioni. Pertanto ho iniziato una terapia a base di antibiotici (Ciproxin 1000) ed antiinfiammatori (Topster supposte) per 10 gg. da ripetere per tre 3 cicli a distanza di 10 gg. l'uno dall'altro. L'urologo sostiente che il dolore e bruciore anale siano correlabili alla prostatite, ma perdurano ormai da lungo tempo, mentre i sintomi tipici della prostatite sono scomparsi. In occasione delle visite colonproctologiche ho riferito della prostatite ed in entrambe i casi mi è stato riferito che il bruciore anale, così come gli episodi di diarrea e di tracce di sangue nel caso di feci più dure, potrebbero essere legati ad una irritazione transitoria del colon dovuta all'assunzione proungata di antibiotici. Pertanto mi è stato consigliato di interrompere la terapia e di assumere fermenti lattici. Ho interrotto temporaneamente la terapia d'accordo con l'urologo (il quale sostiene, a seguito di ulteriore esplorazione rettale, che è ancora presente lo stato d'infiammazione della prostata) e sto assumendo fermenti lattici già da 15 gg. Da circa una settimana non ho episodi di diarrea, ma il dolore/bruciore all'ano non si attenua e continuo a ritrovarmi delle macchioline rosacee sulla carta igienica dopo la defecazione. Non so più cosa pensare e spratutto lo stato di disagio comincia a diventare intollerabile, pertanto le chiedo che cosa dovrei fare e se ritiene necessario sottopormi ad ulteriori esami diagnostici tipo la colonoscopia. Gradirei molto un suo consiglio sul da farsi. La ringrazio anticipatamente e le porgo cordiali saluti.

Caro Signor Fabio,
i sintomi rivelati possono essere originati da diverse patologie dell’ultimo tratto dell’apparato digerente (retto-ano) che spesso si associano con disturbi delle basse vie urinarie (prostatiti e cistiti). Il quadro è abbastanza chiaro e può essere vero che una prolungata terapia antibiotica possono dare disturbi intetsinali ma la sintomatologia anale andrebbe ben investigata. Anche se la rettoscopia è un esame utile e adeguato una più corretta diagnosi è possibile con la videoproctoscopia digitale che rappresenta un indiscutibile avanzamento diagnostico per le patologie retto-anali.
Cari saluti

Egr.dr.Nicastro Ho 37 anni e le scrivo nella speranza che lei mi possa dire se Le è mai capitato un caso del genere e se secondo Lei questa mi disfunzione possa essere collegata ad un qualche tipo di ernia. Tra tre anni soffro di una particolare iperattività al muscolo cremastere (così mi hanno detto i medici).In particolare quando ho lo stimolo alla defecazione )proprio quando sento che sono pronto per "farla", mi succede che ho una contrazione dello scroto collegato anche ad un premito a urinare (urino normalmente). La defecazione è normale e senza dolore. Qualche volta se trattengo un pò di più le feci ho un leggere doloro nella zona del linguine e sale su, tipo cruralgia o inguinale. Non ho gonfiori in alcuna parte dell'addome. Dopo aver defecato lo scroto ritorna normale. Tale senzazione è cominciata circa tre anni fa quando facevo uno sport dal nome spinning, in pratica andavo in bicicletta. Ho tentato di fermarmi per un periodo, nella speranza che la cosa fosse passeggera, ma ahimè non è stato così. In questi ultimi mesi la cosa è peggiorata: infatti quando faccio dello sport ad intestino sgombro (e quindi con lo scroto in posizione rilassata) purtroppo mi si contrae di nuovo lo scroto (come prima di andare al bagno) e non riesco a fare dello sport in maniera adeguata: qualunque sport, corsa, tennis, piscina (con la bici ho smesso definitivamente tre anni fa). La cosa è anche peggiorata nel senso che ad intestino pieno, ho del fastidio che propaga nello stomaco e aumentano i battiti cardiaci. Sembra che a intestino pieno qualcosa spinga verso qualche organo specifico o nervatura e poi, liberatomi dalle feci, tutto torna normale. Ripeto la contrazione dello scroto è avidente e molto fastidiosa. Ho fatto un'ecografia addominale e testicolare: tutto è risultato negativo. In medici mi hanno prescritto delle sedute di agopuntura alla base lombare della schiena: tutto inutile. In questi giorni farò una urodinamica e poi una colonscopia. La ringrazio in anticipo per una eventuale sua risposta. Saluti Nicola

Caro Signor Nicola, sinceramente non mi è mai capitato di assistere un paziente con la sua stessa sintomatologia. Comunque cercando di riflettere sui meccanismi della defecazione è possibile che vi possa essere una interferenza tra una defecazione “sbagliata” e la compartecipazione dei muscoli della parete addominale. Solo un esame clinico potrebbe mettere in risalto tale evenienza ma credo anche che nel suo caso, comprensibilmentre, posano influire anche altri fattori nella esacerbazione dei sintomi.
Cari saluti

Mio marito ha fatto una visita proctologia, oggi, e rinviato ad 1 colonscopia che farà martedì 3/2. Avendo mio marito una problematica nella defecazione terminale con a volte delle striature di sangue, è opportuno fare direttamente la colonscopia, con le problematiche che comporta l'esame,oppure partire prima con la videoproctoscopia digitale da lei suggerita perchè meno invasiva? ed eventualmente dove è possibile farla? Può gentilmente darmi un suggerimento prima possibile? La ringrazio

Cara Signora Antonietta,
la videoproctoscopia digitale è un esame che dovrebbe essere eseguito al termine della visita proctologica al fine di definire la patologia ano-rettale della persona sofferente. A suo marito è stata consigliata la colonscopia perchè il medico non ha
eseguito alcun esame endoscopico alla visita. Però questo non vuol dire che suo marito non deve fare la colonscopia. Mi spiego se il paziente ha dei sanguinamenti sospetti e ha superato i 50 anni è giusto indicare la colonscopia. Se il paziente ha meno di 50 anni e nessuno in famiglia ha sofferto di tumori colo-rettali, può non eseguire la colonscopia se la videoproctoscopia ha messo in evidenza l’origine del sanguinamento. Esistono naturalmente altre variabili alla indicazione della
colonscopia che sono relative a quanto constatato durante la visita e come vede già sono tante quelle menzionate. Non avendo dati clinici relativi alla persona penso che sia giusto che il consiglio del medico venga seguito e non bisogna avere poi tanta paura dell’esame endoscopico.
Cari saluti

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