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Gentile Dottore Sono disperata. Mi hanno fatto una sclerosi per due emorroidi di grado due e una di grado tre iniziale. Ha funzionato molto bene dato che a due giorni di distanza l'emorroide che prolassava non prolassa gia piu. Però ho due emorroidi esterne con marisca che vengono risucchiate dentro praticamente fino all'altezza di quelle interne e ritornano al loro posto solo il giorno successivo per qualche minuto dopo la defecazione per poi risparire dentro. La dottoressa dice di non aver mai avuto un caso simile. E quindi mi bruciano enormemente ed è un dolore atroce che non passa neanche con ibuprofene 800 tre volte al giorno alternato a paracetamolo 1 gr tre volte al giorno. Mi sa dire se questo puo esser dovuto alla scleroterapia e se posso sperare che questo dolore passi, che la pelle si elasticizzi? La ringrazio Cordialmente
Cara Signora,
mi perdoni la tardiva risposta e spero che lei abbia già risolto i suoi problemi di salute. Quello che descrive è la persistenza della malattia emorroidale. La scleroterapia trova una adeguata applicazione nella patologia emorroidale di grado lieve (primo) e, a mio parere, modernamente non dovrebbe essere applicata nella patologia di II e ancor più di III grado, in quanto non risolutiva. Esistono altre tecniche, sempre mininvasive, quali la dearterializzazione ( HeLP, THD, HAL Doppler) che se correttamente attuate curano efficacemente la patologia emorroidale di II e III grado. I sintomi da lei descritti possono essere legati ad una complicazione della scleroterapia con infiammazione e probabile trombosi dei plessi emorroidali. Una visista proctologica completata con la Videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per una adeguata terapia.
Gentile Dottore Le spiego subito il mio problema..circa 5 anni fa mia moglie durante un rapporto ha usato uno strap on sul mio sedere, ma senza penetrare definitivamente...solo la parte iniziale dello strap on...avendo l'ano abbastanza stretto, cio mi ha provocato dolore a cui i primi giorni non ho dato peso...dolore che pero non passava e che si associava allo stress che avevo in quel periodo...IN PARTICOLARE AVEVO SEMPRE LA SENSAZIONE DI DEFECARE E IL NERVO CHE ANDAVA DAL RETTO AL PENE ERA SEMPRE IN TENSIONE, TANTO CHE A VOLTE AVVERTIVO COME DELLE SCOSSE DI CORRENTE NELLA PARTE ESTREMA DEL PENE ..poichè il problema non passava ho iniziato a fare varie visite...UROLOGO, ECOGRAFIA DELLA PARTE INTERESSATA FINO ALLA COLONSCOPIA CHE HA RIVELATO DELL EMORROIDE INTERNE E DEVO AVER FATTO UN CONSULTO CHIRURGICO, ANCHE QUESTE EMORROIDI NON ERANO DA OPERARE...questa situazione è andata avanti per circa 7 mesi e poi improvvisamente è tutto sparito.- Ora a distanza di 5 anni nel mese di giugno 2015 si è ripetuta la cosa ...stesso rapporto anale e stessi sintomi ...LA SERA QUANDO VADO A LETTO I DOLORI SCOMPAIONO , MENTRE DURANTE IL GIORNO CI SONO...C'è STATO UN PERIODO DI DUE GIORNI CHE NON HO SENTITO DOLORE E COSI' MI SONO PERMESSO DI FARMI UN GIRO IN BICI...MAI CHE LO AVESSI FATTO...I DOLORI SONO RITORNATI PIU' FORTE DI PRIMA...MI SENTO IL NERVO CHE VA DALL'ANO AL PENE SEMPRE IN TENSIONE e a volte anche prurito all'ano...Ho usato creme contro le emorroidi e Anonet per l'igiene intima..il prurito è sparito ma la tensione del nervo è sempre li...Ho letto degli esercizi di Kegel che possono aiutare ..li sto facendo ma non sento miglioramenti..che ne pensa Dottore?? Grazie
Caro Signore,
probabilmente il trauma provocato rapporto sessuale con il mezzo meccanico (strap on) ha provocato una alterazione dell’apparato neuromuscolare che circonda l’ano. Questo tipo di problemi possono trovare una risoluzione spontanea con il passare del tempo. Il secondo episodio potrebbe essere stato esacerbato dal trauma locale del sellino della bici. A mio parere dovrebbe essere fatta una corretta diagnosi e valutare se vi è una irritazione del nervo pudendo e, se questa evenienza è confermata, capirne la causa e stabilire una corretta terapia anche riabilitativa.
buongiorno Dott.Nicastro, le racconto brevemente il 30-9-2013 sono stato operato di exeresi di gavacciolo emorroidario trombizzato ,ragade anale e 2 papille ipertrofiche .Il post operatorio è stato lunghissimo 3 mesi .Fin da subito ho notato qualcosa di strano avevo dolore da una specie di pellicina formatasi dopo l'intervento, la benedetta marisca . Un mese fa ho rifatto una visita proctologica dove è stata riscontrata ancora una ragade e che la marisca è un piccolo residuo della malattia emorroidaria. Io non ho mai avuto dolore nell'evacuazione ma un dolore/fastidio costante subito dopo che dura molte ore ,in più l'eccessiva sudorazione mi irrita questa benedetta marisca .Vorrei chiederle è normale che si formi questa marisca dopo l'intervento ? Il dolore che avverto lo sento da sotto questa pellicina.
Caro Signor Michele,
dopo interventi sull’ano è possibile che si hanno dei modesti “rigonfiamenti” dovuti alla infiammazione e quindi alla formazione di edema sulla ferita cutanea. Suppongo, vista la immediatezza dell’accaduto, che quello che lei descrive come marisca non sia stato altro che un ecdema della ferita che, se non adeguatamente trattato, residua in una cicatrice esuberante (marisca appunto). Riguardo la persistenza della ragade probabilmente anche questa lesione non è mai guarita. La visita proctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per comprendere la causa della persistenza del dolore (probabilmente attribuibile alla ragade) e quindi decidere una terapia adeguata.
ho 54 anni sono stato operato il 4 novembre 2015 e emorroidi di IV grado con metodo milligan morgan a distanza di 42 giorni dall'intervento avverto piccole e fastidiose perdite immagino di liquido fecale di colore giallastro. mi chiedo se puo essere normale il chirurgo dice che si tratta di riprendere la funzionalità DELLO SFINTERE.
Caro Signor Bruno,
quando si asportano emorroidi con un prolasso importante, come nel suo caso (IV grado), è possibile che nell’immediato post operatorio si possano avere piccole perdite di feci (soprattutto liquide) e anche di gas intestinale. Questo perché il canale anale ha un minore ingombro nel suo interno e gli sfinteri anali devono contrarsi maggiormente, rispetto a prima, per poter chiudere perfettamente il canale anale. Dopo pochi giorni questo sintomo dovrebbe totalmente regredire e scomparire. Se persiste per tanto tempo è opportuno accertarsi che non vi siano problemi agli sfinteri anali e quindi oltre alla visita proctologica potrebbero essere necessari ulteriori accertamenti quali l’ecografia endoanale e la manometria anorettale.
Egregio dott. operata con metodo THD da 40 giorni, ho ancora dolore,ma quel che mi da maggiormente pena, è che, dopo essere andata in bagno, persiste quel continuo stimolo di defecare che dura tutta la giornata.La prego mi dica col tempo mi passerà? La ringrazio e La saluto.
Cara Signora, non posso affermare quello che lei spera. Solitamente la derterializzazione, se ben eseguita, porta ad un veloce recupero di tutte le attività quotidiane con assenza di sintomi. Le consiglio un controllo colonproctologico magari completato con un esame endoscopico di base come l’anorettoscopia, meglio con la Videoproctoscopia Digitale.
Buongiorno Dottore, avrei bisogno di un consiglio da un medico come lei che, leggendo tanto su internet, ha conquistato la mia fiducia. Ho avuto due anni fa un intervento alle emorroidi con il tremendo metodo Milligan Morgan e ho avuto come complicanza la stenosi anale che ho curato prima con il dilagent e poi cercando di mantenere le feci morbide e sopportando dolore alla evacuazione. Dopo due anni dall’intervento sono ancora qua con i soliti problemi e tutte le mattine quando vado in bagno devo sopportare dolore. Quello che più mi distrugge è però vedere sangue nella carta igienica e talvolta anche esterno alle feci…… ho così una paura terribile di avere qualche altra malattia e di avere sottovalutato il problema in questi due anni. A Luglio ho fatto una visita a Monza con un medico il quale, non potendo neanche fare una completa esplorazione rettale per il dolore mi ha detto che ho una stenosi e mi ha consigliato l’intervento di piccolo taglio dello sfintere interno. Io sarei contraria a qualsiasi tipo di intervento che vada a tagliare lo sfintere anche perché dopo aver subito il Milligan Morgan ho paura di rivivere certi momenti difficili e comunque sono terrorizzata dalle possibili complicazioni. Ora vorrei fare una nuova visita e mi hanno consigliato il dottor M. di G. Ora, chiedo a lei un parere circa la professionalità del medico che le ho indicato e comunque un consiglio su cosa è meglio fare per risolvere il mio problema. La ringrazio tantissimo e colgo anche l’occasione per augurarle un felice 2016.
Cara Signora,
non posso fare alcun commento sulla professionalità di un altro chirurgo, sarebbe veramente poco etico. Il medico lo sceglie il paziente e ne deve aver fiducia. Riguardo la sua complicanza di stenosi anale, sono tante le tecniche da poter attuare per poter dare un giusto calibro al canale anale ma credo che ci sia stato un frainteso con l’ultimo chirurgo consultato in quanto “il taglio” dello sfintere interno non risolverebbe, a mio parere, il suo problema. Un unico appunto sull’intervento che lei definisce tremendo. La tecnica di Milligan Morgan è una emorroidectomia descritta all’inizio dello scorso secolo; se ancora qualche chirurgo la esegue così come è stata descritta da questi due valenti chirurghi del passato, certamente il metodo è tremendo. Oggi l’emorroidectomia aperta (così può essere definita la tecnica MM) è condotta dagli specialisti con una visione moderna, diciamo adeguata ai concetti di anatomia e fisiologia del secolo in corso, con l’utilizzo di adeguati strumenti chirurgici e adeguate terapie postoperatorie, risultando la tecnica più sicura, efficace, con minori complicanze e dolore postoperatorio. Ricambio gli Auguri per un felice 2016.
Sono una donna di 52 anni, in menopausa da un anno, e ho un prolasso della vescica di primo grado mentre ho un invaginamento del retto che suppongo sia di 3° grado perché ho proprio una grossa bolla in vagina. Ho prenotato una visita dall'urologo e poi pensavo di andare da un proctologo e non so come muovermi e a chi rivolgermi nella città di Torino. Può lei gentilmente e cortesemente consigliarmi sia per come procedere e anche per un medico a Torino. La ringrazio anticipatamente e spero che lei riesca ad aiutarmi nell'affrontare tale problema.
Cara Signora, credo che il suo problema più che un invaginamento dell’ano sia un rettocele dovuto ad un difetto del pavimento pelvico, causa anche del cistocele. Purtroppo non posso esserle di aiuto sulla scelta di un medico; a Torino operano tanti e valenti specialisti e fare un nome diverso da un altro sarebbe veramente fare un grave torto alla professionalità di ognuno di loro. Creo che non avrà difficoltà a incontrare uno di loro. Un mio unico consiglio è che prima di prendere in considerazione qualsiasi trattamento chirurgico che possono proporle per la correzione del cisto-rettocele, sarebbe opportuno sottoporsi anche ad un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico.
Dottore buona sera. Sono una giovane donna. Da anni soffro di stipsi. Nonostante svariate visite e cure gastroenterologiche (rimandando la causa del mio problema a natura di intolleranze alimentari - alcune delle quali effettivamente riscontrate: lattosio e sorbitolo) non ho visto nel tempo alcun miglioramento, anzi viceversa! Circa due mesi fa, di mia iniziativa ho fatto una visita da un colonproctologo deducendo che il mio problema fosse defecazione ostruita. Egli già dalla prima visita mi ha confermato che era cosi, in più mi ha diagnosticato dolico colon e conseguente prolasso, una piccola stenosi dovuta a precedente operazione di emorroidectomia del 2007. Dopo ciò mi ha segnato: Clisma opaco, defecografia, manometria ano-rettale, tempi di transito intestinali. Da questi ne è derivato una conferma di quanto suddetto, in particolare svuotamento incompleto, dolico colon. Il Dottore inizialmente prima e durante gli esami aveva affermato che sarebbe stato necessario l'intervento per evitare una completa ostruzione. L'intervento a suo dire sarebbe stato inevitabile per scongiurare conseguenze ancora peggiori. Fatto sta che, inspiegabilmente egli stesso, dopo aver consultato gli esiti e convinto dell'esistenza reale del problema, risolvibile solo con chirurgia, nonostante ciò ha affermato che prima di ricorrere a questa ultima possibilità bisognava ricorrere a cure gastroenterologiche, le quali ora come nel passato non hanno avuto alcun effetto benevolo. La mia situazione fisica peggiora giorno per giorno. Vorrei un suo parere in merito. Gli esami di routine li ho già eseguiti tutti non voglio perdere tempo ma trovare una via definitiva e risolutiva a questo problema. Secondo lei è il caso di tardare ancora?
Cara Signora Nina,
la stipsi è un sintomo causato da diverse condizioni e patologie, alcune delle quali lei descrive negli accertamenti effettuati. Se gli esiti degli esami sono quelli descritti ha fatto bene il proctologo ad indirizzarla verso diverse cure prima ancora di quelle chirurgiche, in quando la sua stipsi non dipende da patologie di interesse chirurgico. Sarebbe opportuno visionare le immagini degli esami radiologici eseguiti per poter comprendere se vi è una compartecipazione di altre cause relative al corretto funzionamento del pavimento pelvico, apparato fondamentale nella dinamica della defecazione. Lei può ben comprendere che un capitolo importante quale la stipsi non può essere trattato esaustivamente con una semplice posta elettronica ed è per questo che la invito a leggere Il Dono Negato, un romanzo saggio scritto per tutte le persone sofferenti di un sintomo sottovalutato e per molti medici di poca rilevanza clinica.
Ho fatto la colonscopia, mi hanno riscontrato diverticoli con sangue con una seria infiammazione al colon ,medico dato cura alimentare con normix e pentacol 800 quando c'è sangue , cinque giorni al mese . Dopo oltre un anno e mezzo ritorna la perdita di sangue nelle feci e mal di pancia appena dopo mangiato, cosa che inizio non succedeva.Fatto esami riscontrato colesterolo alto e esame feci e sangue occulto con presenza sangue.Cosa mi consiglia di fare per cura o altri esami....grazie
Caro Signor Pasquale,
la malattia diverticolare necessita di una cura costante e, a mio parere, terapie saltuarie e solo in presenza di sintomi, possono aumentare il rischio di complicanze. La terapia, oltre che farmacologica, è soprattutto dietetica facendo attenzione agli alimenti che facilitano la fermentazione e il meteorismo, agli alimenti con semi e integrali, all’eccesso di fibre. Nel suo caso non è necessario fare altri esami, quanto mettere a punto una adeguata terapia per cercare di prevenire la riacutizzazione della malattia.
Egregio Dott.Nicastro, sono una paziente di 71 anni, interessata da problemi coloproctologici e uroginecologici abbastanza complessi. Ho visitato il suo sito, che ho trovato molto chiaro e interessante e perciò mi rivolgo a Lei per un parere, premettendo alla domanda una sintesi cronologica (purtroppo un po’ lunga) della mia vicenda. Nel 2008, a seguito di accertamenti (tra cui enterocolpodefecografia) x ostruita defecazione, ho subito un intervento di prolassectomia mucosa e plicatura rettocele secondo Delorme. Tutto bene fino al 2012. Nel 2013 (dopo vari accertamenti x qualche sospetto sulle ovaie, familiarità problemi oncologici, prolasso dell’utero, incontinenza urinaria da sforzo) ho subìto un intervento di annessectomia bilaterale, colpoisterectomia con cistopessi e posizionamento di pelvico, TOT e colpoperineoplastica (per via laparoscopica e vaginale). In corso di intervento non si è ritenuto di intervenire su una leggera intussuscezione rettale. Buono il decorso postoperatorio. Nel novembre 2013 il ripresentarsi di problemi della defecazione ha fatto pensare a qualche recidiva, ma una Defeco RMN, pur evidenziando che sotto sforzo “il pavimento rettale ernia al di sotto dello hiatus dell’elevatore” e che si nota un “cistouretrocele di grado 1”, concludeva: “Ostruita defecazione su base prevalentemente dissinergica”, escludendo esplicitamente la presenza di enterocele (che io temevo a seguito dell’isterectomia) e ritenendo irrilevante la leggera intussuscezione; quindi nessuna necessità di nuovi interventi. Mi sottoposi allora a un ciclo di sedute di ecobiofeedback con buona soddisfazione. Ma nuovi problemi di SOD nel 2015 mi hanno portato a nuovi accertamenti, conclusi nel dicembre 2015. Riporto (per brevità) solo le Conclusioni della DefecoRX: “PPp a riposo lievemente più basso della norma con eccessiva escursione in fase evacuativa – Piccolo rettocele anteriore con svuotamento completo – Intussuscezione ciconferenziale retto-anale con pressoché completa risoluzione post spinta – Enterocele (anse del tenue) retto-vaginale (ampiezza max 5cm, profondità max 10cm) – Notevole prolasso vaginale posteriore e lieve anteriore – La cupola vaginale scende fino a 6cm sotto la LPSC. Ecografia trans perineale dinamica mostra in fase di spinta un cistouretrocele stadio 1, un notevole omento-enterocele (verosimilmente nella defecoRX lo spazio tra l’enterocele e la parete vaginale posteriore pare sia occupato dall’omento).” Entrambe i chirurghi (di cui non faccio il nome solo per doverosa discrezione e correttezza nei loro confronti e con i quali ho un ottimo rapporto di stima e fiducia) che mi hanno operato rispettivamente nel 2008 (coloproctologo) e nel 2013 (uroginecologo) ritengono necessario risolvere con un UNICO intervento la situazione. Io, oltre che in un certo imbarazzo, mi trovo ora anche un po’ perplessa. Lei, dottore, potrebbe cortesemente aiutarmi con un suo autorevole parere “terzo” sull’ipotesi che io, da assoluta profana in materia ma da paziente un po’ ..esperta, sarei tentata di formulare come segue: un primo intervento coloproctologico in anestesia spinale per risolvere rettocele e intussuscezione e, dopo un necessario lasso di tempo (quanto?), un successivo intervento in laparoscopia (anestesia totale) per risolvere l’enterocele. Personalmente penso infatti che ciascuno dei “miei” due chirurghi potrebbe più efficacemente intervenire nella “zona” di propria maggior competenza, anche perché si troverebbe su un “terreno” su cui già ha già operato con modalità a lui stesso ben note (e con mia piena soddisfazione, tanto più che la situazione attuale non mi pare si configuri come fallimento o recidiva dei precedenti interventi). Mi scuso per la lunghezza del mio scritto, ma non sono riuscita a sintetizzare di più! La ringrazio fin d’ora cordialmente.
Cara Signora,
mi perdoni l’ardire, ma il corpo umano non è un campo da arare! La sua patologia, come potrebbe essere dedotto dagli accertamenti che ha riportato, non è esclusivamente di pertinenza chirurgica ma a mio parere è su base funzionale e i “suoi” chirurghi dovrebbero fermare il bisturi e provare metodiche di trattamento più efficaci. In verità, con molta fantasia lei è stata già sottoposta a “ecobiofeedback” che presumo sia una sorta di riabilitazione e con la sonda ecografica inserita nell’ano, era invitata a contrarre gli sfinteri anali. Lasciando ad altri scienziati commenti sulla validità terapeutica di questa “suggestiva e suggestionabile” pratica riabilitativa, voglio solo sottolineare che il pavimento pelvico non è solo ed esclusivamente l’ano e che le feci effettivamente fuoriescono dall’ano, ma questo organo, perfetto e complesso, non ha alcuna colpa nella stipsi con discesa del pavimento pelvico. Purtroppo molti ancora si ostinano a riabilitare le pazienti con stipsi espulsiva (alla quale la moda del momento ha dato il sinonimo di SOD) attraverso il canale anale, misconoscendo che il pavimento pelvico è posto in altra sede e che il funzionamento di questo apparato neuromuscolare è determinato da una serie di correlazioni anatomo-fisiologiche che nulla hanno a che fare con una patologia di interesse chirurgico. Per questo motivo, proprio nel 2008, ho deciso di pubblicare Il Dono Negato, Storie di Stitichezza e Dintorni, dedicato alle persone sofferenti con la speranza che non lo leggessero i medici. Ironia a parte (mi perdoni se in qualche modo ho potuto suscitare sentimenti di offesa o derisione, ma nel nuovo secolo è veramente deprimente per me ascoltare storie come le sue), credo che sia logico valutare se una riabilitazione del pavimento pelvico, eseguita con tecniche e metodiche sicure ed efficaci e da personale esperto, possano risolvere e attenuare i suoi sintomi.
Salve, ho le emorroidi esterne da 8 anni circa, comparse durante la gravidanza e dopo il parto. Non sanguinano e non mi causano alcun dolore. Ho continuato a praticare sport (corsa), uso sempre la bicicletta, senza conseguenze negative. Gli unici problemi che sono comparsi sin da subito - ossia 8 anni fa: 1)durante la defecazione mi devo aiutare con le mani perché il mio corpo non riesce più ad espellere da solo le feci; 2) inestetismo con notevole imbarazzo durante i rapporti sessuali;3)certe volte ho un senso di pesantezza all'ano. Mi chiedo se mi conviene tenermele così od optare per un intervento chirurgico (quale?). Sono terrorizzata all'idea che con un intervento possa peggiorare e rinunciare allo sport. Cordiali saluti
Cara Signora,
i sintomi da lei descritti non sono propri della patologia emorroidale tranne l’inestesismo. Il parto, anche se un evento naturale, può portare ad alcune disfunzioni della muscolatura del pavimento pelvico i cui sintomi possono essere una stipsi espulsiva (difficoltà ad espellere il contenuto rettale e ricorso a manovre manuali, il dolore gravativo (sensazione di pesantezza all’ano o al perineo), incontinenza urinaria da sforzo (perdite di gocce di urine durante lo sport, la tosse, la risata, lo starnuto ecc.), disturbi sessuali. A mio parere, se questi sono i sintomi lamentati e che disturbano la quotidianità, prima di prendere in considerazione un trattamento chirurgico per la patologia emorroidale, sarebbe opportuno comprendere la causa dei suoi sintomi e valutare la funzionalità del pavimento pelvico. Una visita colonproctologica completata con quella sul pavimento pelvico e con la Videoproctoscopia digitale, potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un corretto percorso di terapia.
Gentile dott, ho 25 anni e da ormai 2 soffro di perdite anali di sangue e muco. Le colonoscopie effettuate hanno dato come esito: proctite aspecifica. Nei periodi di acutizzazione (perdita di sangue consistente, dolori di pancia, perdite anali) utilizzo asacol 500 che risolve subito il problema, che però si ripresenta a distanza di tempo. Cosa devo fare? Utilizzare asacol in eterno ogni volta che si presenta il problema o esiste una cura? Le analisi per i valori della calprotectina son stati sempre molto elevati.
Cara Ilaria,
la proctite è considerata una patologia cronica la cui cura, a mio parere, deve essere costante e prolungata. Inoltre sarebbe necessario una costante e cadenzata valutazione dell’attività dell’infiammazione mediante la videoproctoscopia digitale. La sola assenza di sintomi (perdite di sangue e di muco) non significa che la patologia è guarita e questo è dimostrato dalla positività degli indici infiammatori (calprotectina). Nella mia esperienza una cura prolungata basata su una adeguata alimentazione, la somministrazione di mesalaziona e/o cortisone locale, porta al controllo della patologia fino alla totale risoluzione.
Gentile Dott. Nicastro, ho subito una Longo nel 2006 a mio parere non necessaria e tutto sommato le cose sono andate bene. Nel 2008 ho avuto un parto con episiotomia ed è prolassato di nuovo tutto, altra Longo nel 2011 con post operatorio poco doloroso ma dalla quale è apparsa una emorroide che in poco tempo è diventata di 4 grado provocandomi continue crisi dolorosissime. Dopo due anni mi è stata tolta con la tecnica Milligan Morgan. Ora, io nel frattempo ho sempre fatto una vita da "emorroidata" mangiare bene, tenere le feci morbide etc, ma appena le feci sono un po' consistenti fatico a spingerle, ultimamente vado malissimo di corpo, mai completamente e sembra che io non sopporti di avere feci ferme nell'alvo, sento una pressione, fastidio/ dolore che si attenua solo dopo che mi libero ( o il giorno successivo o con un clistere). Se spingo un po' di più, faccio subito sangue, ho sempre doloretti , fastidi e dolore mi pare dove è stata fatta la mm. Guai se non vado di corpo bene, la giornata è rovinata da tutti questi fastidi...ma è' normale? Sto forse impazzendo? Mi faccia sapere se sto dicendo cose sensate o se ho bisogno di uno psicologo. Le chiedo anche di queste famose graffette di cui si parla poco..vuole forse dirmi che sono tutte nel mio retto e non provocano alcun fastidio? La prego di dirmi se c'è una speranza che io possa stare meglio, la ringrazio.
Cara Signora,
sicuramente esiste sempre la speranza e la possibilità di cura, ma questa può essere possibile solo dopo aver fatto una diagnosi sulla causa dei suoi sintomi. Questi possono essere dovuti a tanti problemi tra cui agli esisti dei tre interventi subiti. I suoi accorgimenti alimentarti sono giusti e adeguati per mantenere le feci morbide ma sarebbe opportuno sottoporsi a visita colonproctologica, magari completata con la videoproctoscopia, per una migliore discriminazione diagnostica e una corretta terapia.
Ho 61 anni e ho il Parkinson. Non bastava questo si e' aggiunta la leucemia mieloide acuta. In questo momento sono ricoverata per un ciclo di chemioterapia. Da 8 giorni non riesco a defecare. Ho preso di tutto dal pursennid all'olio di vasellina a clisteri medi. Ma la cosa piu preoccupante a mio avviso e' che appena provo a spingere mi esce una quantita abbondante di sangue. Qui pare cbe diano poca importanza alla cosa perche dicono che al momento non possono fare niente perché potrebbe dipendere dalla reazione alla chemio. Ma quanti giorni ancora si possono aspettare senza evacuare? Lei cosa ne pensa? Grazie
Cara Signora,
sono già troppi otto giorni senza evacuare e andrebbero presi gli opportuni accorgimenti per risolvere il problema, anche se questo dipendesse dalla chemioterapia. Non credo che in questo aiutino le purghe e sarebbe più opportuno, dopo tanto tempo, comprendere se si è formato un fecaloma e quindi somministrare un clistere.
Buonasera Dottore, sonono una signora di 59 anni soffro di solito di colon irritabile e stitichezza,emorroidi interne di secondo grado. Da 15 giorni non sto bene.avevo assunto cefixoral per un ascesso dentale e lunedi scorso l ho dovuto estrarre. dopo 3 gg di antibiotico ho iniziato ad avere diarrea non liquida e crampi alle gambe....al 7 giorno brividi,nausea, diarrea liquida, febbre, stordimento . ho eseguito coprocoltura e esito oggi e' campylobacter. Da 4 gg assumo yovis. La febbre non l ho piu ..da giovedi sera scorso. non ho diarrea da due giorni ma ogni tanto ho forti dolori addominali e unpo nausea con stimolo a vuoto, aria ( mangio per lo piu patate lesse e banane the biscotti sono dimagrita), mi devo sforzare in bagno e stamattina feci normali e un po di muco bianco isolato ma dall ano invece quando mi pulisco esce muco denso giallo arancio e le mie emorroidi sono congeste doloranti e fuoriescono molto quando mi sforzo. il medico di base mi ha detto di non prendere antibiotico perché teme di debilitarmi di piu ( tra l altro a causa dei problemi dentali da piu di 15 gg ho dormito poco e mangiato poco ) visto che la situazione sta migliorando per eventualmente prescriverlo in caso di peggioramento. Mi scusi io sono provata anche perché è mancata la mia mamma il 1 aprile e sono disperata. Cortesemente potrei avere un suo parere su sintomi e terapia? grazie infinite
cara Signora,
spero che lei abbia risolto i suoi problemi di salute. L’antibiotico ha provocato come effetto collaterale la diarrea, dovuta anche ad una alterazione della flora batterica intestinale. continui solo l’assunzione di fermenti e solo se i sintomi dovessero durare più a lungo potrebbe essere necessaria una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.-
Mio figlio è stato operato il 16 dicembre 2016 di una cisti pinolidale metodo aperto si è chiuso in aprile il 3 di maggio a seguito di due allenamenti di calcio si è riaperto non ha subito lesioni ma il solo correre a determinato la riapertura ad oggi fatica a chiudersi non fuoriesce siero ma la feritasichiude dallalto verso il basso e sd ogni visita premendo si riapre
Cara Signora,
probabilmente la ferita non era ben cicatrizzata o si è difronte ad una recidiva. Potrebbero essere necessarie delle medicazioni avanzate e, se non si ha la guarigione, sarebbe opportuno eseguire una ecografia della zone coccigea.
Buonasera La mia consiste su emorroidi . Anni fa ho sofferto da i emorroidi adesso non più solo che la pelle è rimasta come cisti Si possono togliere ? Grazie
Quelle che descrive sono le cosiddette marische e sono dei veri e propri inestetismi dell’orifizio anale. Nella mia esperienza, praticando la chirurgia estetica dell’ano, le marische sono facilmente asportabili sempre rispettando i canoni classici della chirurgia plastica ricostruttiva.
Ho 49 anni. Nell'arco di dieci anni ho subito due interventi alle emorroidi, il 1° metodo longo, il 2° milligan-morgan. Oggi a distanza di circa 5 anni ho di nuovo un prolasso e i due interventi mi costringono oggi ad indossare perennemente il salvaslip.Cosa devo fare? Ho il terrore di una incontinenza rettale dopo un eventuale terzo intervento . Cosa mi consiglia?
Cara Signora,
innanzitutto bisogna ricercare la causa del suo prolasso e fatta la corretta diagnosi, utilizzando anche dovuti accertamenti diagnostici quali la videoproctoscopia, l’ecografia endoanale e la RMN dinamica del pavimento pelvico, è possibile stabilire un corretto percorso di terapia, anche volto a salvaguardare la continenza fecale.
Egr. Dottore, da tempo soffro di emorroidi interne e da diversi mesi ho anche una ragade anale peggiorata dopo la gravidanza. Dopo una visita mi è stato diagnosticato ragade anale ed emorroidi di 3 grado. Mi sono state prospettate due soluzioni, l'operazione chirurgica e la tossina botulinica. Decido di provare con la tossina botulinica prima di sottopormi all'intervento chirurgico. A distanza di 1 settimana mi ritrovo con la ragade anale che mi brucia ma con le emorroidi interne che scendono continuamente. Cosa mi consiglia? Sono disperata. Grazie
Cara Signora,
credo che la cosa più opportuna è curare adeguatamente sia la ragade anale che la patologia emorroidale. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per una adeguata diagnosi e un corretto percorso di terapia.
Sono stata operata da 10 giorni di prolasso rettale ora ho un prurito esagerato e il medico mi ha dato delle creme ma non trovo alcun sollievo la notte soprattutto ho un prurito enorme cosa devo fare.
Cara Signora,
il prurito può essere conseguenza di varie cause. Nel post-operatorio quelle più frequenti sono: le secrezioni che provengono dalla parte operata, la crescita di peli in caso sia stata fatta una tricotomia, la dernatite reattiva alle sostanze usate per la sterilizzazione della cute o da contaminazione. Se il prurito non permette il riposo e le condizioni cliniche della persona sofferente lo permettono, è utile la somministrazione di un farmaco antistamimico o anche l’applicazione di una crema cortisonica, ma sarebbe importante prima fare una corretta diagnosi per una adeguata terapia.
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