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egregio Dottore a mio zio di 75 anni che per me è come un padre, gli è stata fatta la colonscopia per problemi di intestino, purtroppo ieri dal referto è stato riscontrato un adenocarcinoma di basso grado, lesione a scodella del diametro di 4 centimetri adiacente alla linea dentata. Vorrei un consiglio dove rivolgerci? quale centro in Italia è migliore? è meglio un chirurgo esperto in questi problemi o da un dottore oncologo? La ringrazio per l'attenzione.

Cara Signora Manuela,

la diagnosi fatta a suo zio è chiara. La localizzazione e la grandezza del tumore prevede un trattamento radicale con asportazione del retto e dell’ano. Potrebbe essere utile una valutazione per comprendere se una radioterapia e una chemioterapia preoperatoria possano permettere di conservare l’ano ed evitare una colostomia. Esistono vari centri in Italia che permettono un trattamento adeguato di questa patologia. Gli istituti oncologici sono quelli che permettono una migliore valutazione dell’iter terapeutico.

Gentile Dottor Nicastro. Sono una ragazza di 19 anni e ho avuto le emorroidi per la prima volta a soli nove anni, il medico aveva detto che la malattia é stata trasmessa genericamente, poichè mia madre quando era incinta di me a venti anni ha avuto questa malattia, lei si è operata nel 2005. Preciso che nonostante io abbia avuto una dieta sempre corretta, molto ricca di acqua, frutta e verdura, ho problemi di stitichezza cronica da bambina, nel corso degli anni ho preso vari lassativi, ma non sono stati utili. In questi dieci anni il problema della stitichezza è rimasto, alla fine di ogni defecazione provavo molto dolore (anche in assenza di sangue). I sanguinamenti per le emorroidi si sono presentati molte volte, perció il medico mi ha prescritto Proctosoll e Triade compresse. Io sono vegetariana da quattro anni (per motivi etici), ho eliminato tutti i cibi che nel mio caso causano emorroidi (caffè, cacao, formaggi, susine, panna), perció consumo verdure e frutta in abbondanza. Ma nonostante ció soffro ancora di stitichezza. Da un mese circa il sanguinamento per emorroidi si sta presentando più frequestemente, ogni tre giorni riscontro sangue rosso e molto dolore, con difficoltà a sedermi. Io sto come sempre usando la pomata Proctosoll, ma non sto riuscendo a scoprire la vera causa di questo sanguinamento eccessivo, a ogni defecazione. Inoltre percepisco la comparsa di "cuscinetti" al tatto e la massa carnosa (sempre presente) che si gonfia notevolmente, con conseguente dolore. Temo che le emorroidi che ho sempre avuto stiano peggiorando, causando sanguinamenti frequentissimi. Lei mi potrebbe consigliare qualche medicinale che riesca a fermare i sanguinamenti e l'eccessivo dolore?

Cara Fria,

le emorroidi riconoscono una predisposizione familiare che non può considerarsi genetica, inoltre il riferimento a sua madre che ha sofferto di emorroidi non è significativo in quanto il parto è una delle cause della patologia in moltissime donne. A mio parere, nel suo caso, la causa della patologia è  riconosciuta nella stipsi e il primo passo da fare nella cura della sua patologia è proprio la cura della stitichezza. A quanto scrive la patologia di cui soffre non è mai stata valutata da uno specialista e quindi è difficile valutare se una terapia medica possa essere efficace o meno. Infatti la terapia medica trova indicazione nella patologia emorroidale di I e II grado mentre nei gradi più gravi (III e IV) i farmaci hanno una efficacia solo sui sintomi e non sulla patologia. Il dolore alla defecazione può anche far sospettare la presenza di una ragade anale, patologia dolorosa e causa anche di perdite ematiche. Il mio consiglio è di consultare uno specialista colonproctologo al fine di comprendere la causa della stipsi e, mediante una videoproctoscopia digitale, stabilire il grado della patologia emorroidale e l’eventuale presenza di altre patologie anali. Questo primo passo permette una corretta valutazione diagnostica e un adeguato percorso di terapia.

Buongiorno, ho 59 anni. Il giorno 5 novembre 2014 sono stata sottoposta ad intervento chirurgico per emorroidi di III grado. Prima dall'intervento il chirurgo mi ha informata che avrebbero deciso il metodo al momento dell'intervento. L'anestesia è stata parziale con puntura lombare che mi ha causato problemi per cui sono svenuta. Terminato l'intervento il chirurgo mi ha informata che mi sono state tagliate parte delle emorroidi con una "macchinetta" e parte sono state portate "su"(sulla lettera di dimissione viene scritto: intervento chirurgico di "emorroidopessi sec. Longo"). Chiedo se il decorso è normale ma soprattutto se riuscirò a rifare la vita di prima essendo una persona molte attiva che pratica footing e ballo. Sono molto preoccupata. Oggi è il 20 novembre e non ho nessuna autonomia di vita normale. Il problema maggiore è che non riesco a stare in piedi più di qualche minuto, poi devo sedermi o sdraiarmi. Sento pesantezza e dolore alle natiche. Un po' di bruciore e dolore all'ano. Non riesco ad allontanarmi dal wc per gli improvvisi spasmi. Il primo controllo avvenuto dopo 6 gg dall'intervento il medico mi ha detto che era presto e mi ha dato un nuovo appuntamento dopo un mese. Dottore mi dica se la mia vita tornerà ad essere quella di prima dell'intervento o se posso fare qualcosa per stare meglio. La ringrazio per una risposta che oso chiedere urgente e la saluto cordialmente.

Cara Signora Martina,

quello che lei racconta è una storia ripetuta, anche su questo sito, da molte persone che hanno subito questo tipo di intervento. Avrà modo di leggere anche la mia opinione su questa tecnica e non ritengo opportuno ripeterla. Purtroppo quello che sta vivendo è il decorso post-operatorio dell’emorroidopessi sec. Longo, i cui esiti dovranno essere valutati almeno dopo un mese dall’intervento. Consulti anche il suo medico di famiglia che potrà consigliare una terapia andidolorifica che l’aiuterà almeno a non soffrire in questo periodo. Superato il mese, presumendo che la cicatrice interna al retto si sia consolidata, è possibile fare una valutazione clinica anche mediante un esame endoscopico e instaurare un adeguato percorso di terapia.

Spett dott. Sona stata operata 5 mesi fà di rettopessi ventrale con protesi laparoscopica. Purtroppo, da allora ho problemi defecatori: non ho stimolo, stipsi che combatto con purghe. Vi è qualcosa per risolvere questo tristissimo problema?

Cara Signora,

sarebbe opportuno comprendere la causa della sua stipsi o meglio se questa è solo funzionale o una conseguenza dell’intervento subito. Credo che dopo la rettopessi sia stata sottoposta a controlli, anche del transito colico, necessari per comprendere lo stato anatomico attuale. In molte persone il prolasso del retto sia associa ad un deficit del pavimento pelvico e questo potrebbe spiegare l’assenza dello stimolo e la difficoltà alla defecazione. Stabilita la causa della sua stipsi è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia.

Buongiorno Gentilissimo Dott. Attilio Nicastro, le scrivo per un consiglio sulla situazione di salute di mia mamma rosa 68 anni. La mamma da 20 anni soffre di diverticoli del colon con forti dolori,tante volte è stata ricoverata curano con digiuno e flebo,e tante volte ha chiesto di essere operata ma qui i medici dicevano che non operano,a differenza dellla svizzera italiana che dicevano che operano perchè un intervento programmato è sempre molto meglio di arrivare alla perintonite. Così due anni fa la mamma dopo una settimana a letto fa la perforazione, un dolore atroce,portata in ospedale operata subito d'urgenza ci dicono che la mamma i medici non sanno come andrà a finire perchè molto debilitata e analisi e pressione fuori parametri,ma la mamma è forte dopo 14 giorni la dimettono con stomia provvisoria. Dopo 4 mesi con tutti analisi a posto fanno ricanalizzazione tolgono ancora un pezzo di intestino,tutto va benissimo e dopo 13 giorni dimettono. Sui documenti scrivono dieta libera che puo' mangiare tutto,poi hanno fatto fare clisma opaco per vedere canalizzazione intestino e l'esito è stato la presenza di diverticoli su tutto il colon. Ora la mamma è sempre stata bene per due anni,mai più avuto problemi di diverticoli,solo una settimana fa ancora ricoverata una settimana per diverticolite. Ora l'hanno dimessa sta bene, hanno consigliato di eseguire fra 45 giorni pancoloscopia ma noi ci chiedavamo se non puo essere pericolosa per perforazione? Per eventuali altri attacchi diverticolite è efficace fare una settimana al mese cicli di normix? E' davvero utile fare questo e può impedire altri attacchi in futuro? Grazie mille per l'attenzione e per eventuale risposta che ci sarà molto d'aiuto.

Caro Signore,

se una persona affetta da diverticolosi del colon non risponde alla terapia medica e presenta frequenti episodi di diverticolite è opportuno eseguire un intervento di resezione colica per evitare le complicanze. Nel caso di sua madre il discorso diventa più complesso perchè, come risulta dal clisma opaco, è tutto il colon ad essere colpito dalla patologia diverticolare e quindi il trattamento chirurgico avrebbe previsto l’asportazione di tutto il colon. Ma credo che non sia questa la sede per discutere le scelte fatte. Proprio perché sua madre presenta diverticoli diffusi, non è difficile che lei possa fare frequenti episodi di diverticolite e questi dipendono, a mio parere, da una non corretta alimentazione e da una insufficiente terapia medica. Non sono d’accordo che una persona affetta da malattia diverticolare possa avere una alimentazione libera, tutt’altro, così come è insufficiente una terapia medica non continuativa e personalizzata.

Buonasera dottore.Ho letto un po' questo blog e mi rivolgo a Lei perché forse mi può dare una risposta. Da circa un anno soffro di un disturbo strano, capita un paio di volte al mese, sento un urgente bisogno di andare in bagno per defecare, mi siedo e non succede nulla. Non soffro di stitichezza, sono abbastanza regolare, ma il problema è che quando soffro di questo disturbo mi si contrae e gonfia tutto l'ano, anche all'interno ed è molto doloroso. Mi capita di andare in bagno anche 8 volte in un pomeriggio senza fare nulla con il solo risultato che mi si gonfia sempre di più. Ho provato a contenere lo stimolo ed evitare di andare in bagno ma mi sembra di farmela addosso.è un incubo, perché quando mi succede fatico anche a stare seduta, sembra che la fessura anale continui a comprimersi e chiudersi, un po'come delle contrazioni da parto (credo).il mio medico mi ha detto di rilassarmi e mangiare più verdura.ho seguito il suo consiglio ma la situazione è solo peggiorata.non riesco a spiegarmi da cosa sia causato questo disturbo. recentemente mi è comparsa un'emorroide ma prima non ne avevo mai avute.magari non è nulla ma mi sta creando non pochi disagi.La ringrazio sin d'ora per la cortese risposta.

Cara Signora Melania,

i suoi sintomi non sono di facile interpretazione. Probabilmente lei potrebbe essere affetta da una sindrome del colon irritabile che provoca spasmi colici con stimoli frequenti alla defecazione. I frequenti sforzi a defecare hanno potuto causare una patologia anale, anche emorroidale. Consulti uno specialista colonproctologo che potrebbe confermare la diagnosi e prescrivere una adeguata terapia.

Buonasera dottore, ho 53 anni e soffro di colite da sempre. Mio padre è morto a 66 anni per cancro al retto e io dovrei fare la colonscopia. L'ho già fatta anni fa e sono stata malissimo e ho il terrore al solo pensiero di rifarla. Si puo'fare in anestesia o con quella pillola con telecamera? Grazie infinite

Cara Signora Isa,

nei centri specializzati la colonscopia si esegue in sedazione profonda, facendo “dormire” la persona sottoposta all’esame  evitando il dolore e i fastidi legati all’indagine. Riguardo la videocapsula non è indicata per lo studio del colon.

Buongiorno, ho 46 anni. Non ho malattie particolari e non prendo nessun farmaco, non sono omosessuale, sono sposato e padre di tre bravissimi ragazzi. Vengo al mio problema. Fin da quando avevo circa 25 anni soffro di un disturbo che definisco ano umido accompagnato da intenso prurito. Ho convissuto con questo problema senza avere troppi fastidi, ho fatto tutte le visite del caso. Ma i medici non hanno mai rilevato nulla. Adesso in questi ultimi anni (diciamo da un paio) il disturbo è diventato davvero insopportabile, inoltre mi sono apparse delle macchie di psoriasi nelle pieghe del sedere. Il dermatologo mi ha prescritto una crema a base di cortisone chiamato "ELCON" con la quale la psoriasi si è affievolita, ma la secrezione anale sta peggiorando, tanto che adesso devo mettere dei rotolini di carta igienica sullo sfintere per evitare di bagnare gli indumenti intimi e anche i pantaloni (cosa che è già successo, con immenso imbarazzo del sottoscritto). Ho notato che la secrezione aumenta esponenzialmente se tocco lo sfintere per alleviare il prurito. Ho visto parecchi proctologi, ho fatto la rettoscopia e la manometria ano-rettale ma da entrambe non si evince nulla. Non so più cosa fare e cosa pensare, Vorrei avere un vostro parere e soprattutto consiglio.

Caro Signor Gabriele,

il prurito anale riconosce diverse cause, anali e coliche. Nel suo caso le secrezioni potrebbero derivare da una patologia del colon retto, anche funzionale (sindrome del colon irritabile), correlate da altri sintomi. Inoltre queste secrezioni possono causare una dermatite , che a sua volta, partecipi anche le lesioni da grattamento, aumentano le secrezioni stesse, mantenendo e alimentando l’ano umido e il prurito. A mio parere, è importante arrivare alla diagnosi principale, cioè la causa del prurito, per impostare un adeguato percorso di terapia.

Buonasera Dott. Nicastro, ho 39 anni e da circa 5 anni soffro d'intestino irritabile, almeno credo!Ho fatto una colonscopia 5 anni fa con esito negativo (esame eseguito fino al ceco). Dopo la colonscopia sono stata bene per diversi mesi, ma dopo i problemi sono ricominciati, addome pieno d'aria e feci poco formate, il tutto alternato a periodi dove non ho nessun problema. Può essere, le parlo proprio da ignorante in materia, che una bella pulizia del colon ogni tanto faccia bene? Le scariche sono sopratutto dopo i pasti principali, il mio medico dice di non preoccuparmi. Non ho mai fatto nessun tipo di cura, salvo riguardarmi un po' nella dieta eliminando cibi come: spinaci, pomodori, e vino, ma noto che talvolta i cibi possono alterare il mio stato di colon irritabile, altre volte nonostante dieta rigida a riso e patate lesse il problema si presenta ugualmente.Entrambi i miei genitorio fanno controlli regolari per problemi di polipi intestinali. Cosa mi consiglia di fare? La ringrazio tanto per la disponibilità. Cordiali saluti.

Cara Signora,

il Colon Irritabile è una patologia funzionale su base psisomatica che provoca sintomi come quelli da lei descritti. Nella sindrome del colon irritabile tutti gli esami, volti a scoprire una patologia del colon, risultano negativi, ed è questa negatività, correlata ai segni rilevati ad una attenta visita, che pone la diagnosi di colon irritabile. La cura di questa patologia funzionale si basa principalmente su un cambiamento cognitivo-comportamentale e su una attenta alimentazione, che con l’aiuto di alcuni fitoterapici o anche farmaci, a medio lungo termine, portano al controllo dei sintomi. Nel suo caso comunque sarebbe sempre opportuno eseguire esami specifici e cadenzati per la prevenzione dei polipi del colon.

Buongiorno Dottore, Soffro da 1 mese di ragade anale cronica che è stata trattata con botulino. Il dolore e passato, ma permane un leggero prurito. Adesso mi attanaglia il dubbio che la ragade persista e possa degenerare in ascesso o fistola. La tratto con ozonia 10 ed antrolin. Volevo essere operata, ma il proctologo mi ha detto che finché non ho dolore non mi opera. Sono molto preuccupata. Grazie.

Cara Signora Martina,

se la ragade è cronica presumo che ne soffra da più di un mese, magari con episodi sporadici negli anni passati. La ragade può essere curate con diverse terapie e il primo approccio è quello medico con l’uso di farmaci locali o anche con l’infiltrazione di botulino che serve a combattere, se persiste, l’ipertono dello sfintere anale. Comunque il paziente in trattamento medico, deve fare controlli cadenzati per verificare la cicatrizzazione della lesione. Se ai controlli la ragade non tende alla guarigione è opportuno procedere ad un trattamento chirurgico per evitare le complicanze legate a questa fastidiosa patologia.

Dottore dopo ogni defecazione devo sdraiarmi supino a letto per almeno 40-45 minuti. Se Invece rimango in piedi o seduto o peggio ancora cammino, o anche se mi sdraio di fianco, dopo pochi minuti inizio a sentire prurito intorno all'ano e sembra quasi che la zona dell'ano diventi umida. Il prurito aumenta ad un livello difficile da sopportare con il passare del tempo. Ho questo problema da quasi un anno. Nell'atto della defecazione non sento dolore, ma sempre più faccio fatica a trattenermi quando arriva lo stimolo di defecare. Cosa posso avere e cosa mi consiglia di fare? La ringrazio in anticipo. Saluti

Caro Signor Paolo,

probabilmente dopo la defecazione persiste una fuoriuscita di secrezioni rettali, impedite dalla posizione supina. Queste secrezioni di muco potrebbero essere dovute ad una patologia del colon o del retto. Sono comunque secrezioni “sporche” che imbrattano e umidificano l’ano, evocando il prurito. Le consiglio una visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale al fine di una corretta diagnosi e per un coretto percorso di terapia.

Egregio Dottore volevo porre il mio problemi in quanto vorrei trovare una soluzione al mio problema.Sono stata operata il 5 settembre di fistola sacro coccigea.Questa fistola toccava quasi il midollo osseo,infatti,l'operazione consisteva nel raschiare la zona fino all'osso.Sono stati dati 2 punti all'interno per accellerare i tempi di guarigione.La ferita poi è stata lasciata del tutto aperta per evitare recidive.Dopo l'operazione per circa 2 mesi e mezzo la ferita è stata medicata giornalmente.Al giorno d'oggi la ferita è molto più chiusa ma purtroppo un piccolo punto della ferita è rimasto aperto e abbastanza profondo.È normale dopo 2 mesi e mezzo?Esistono rimedi per accelerare i tempi di guarigione?

Cara Signora Martina,

la fistola sacra coccigea origina da una cisti o sinus pilonidale, che nella maggior parte dei casi è localizzata in prossimità o a contatto con le vertebre coccigee. Per questo l’intervento chirurgico consiste di asportare la fistola e il tessuto circostante fino a livello delle vertebre coccigee. Purtroppo quando si esegue la tecnica aperte le medicazioni sono molto lunghe e la guarigione è lenta. Possono persistere difetti di cicatrizzazione e in questi casi è possibile eseguire medicazioni avanzate per stimolare i tessuti a ccatrizzare.

(causa bruciore):dopo aver fatto una visita proctologa non avendomi riscontrato nulla mi e'stata prescritta la pomata,Travocort,da almeno una settimana,ma continuo a sentire il bruciore,soprattutto,la notte.Cosa mi consiglia di fare? Sicura di una sua pronta risposta la ringrazio a priori.Arrisentirci.

Cara Signora,

il Travocort è un farmaco utilizzato per la cura delle micosi (anche candida) e dermatiti correlate. Quindi presumo che il medico alla vista abbia fatto questa diagnosi e prescritto l’adeguata terapia. Se persiste il bruciore anale probabilmente la diagnosi è diversa. Una visita proctologica completata con videoproctoscopia digitale potrebbe essere indicata per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Gentile Dott. Nicastro, sono una donna di 47 anni e da circa 4 mesi soffro di un forte prurito e rossore nella zona anale oltre a riscontrare la presenza quasi costante di una secrezione gialla negli slip che a volte mi sembrano feci. Una settimana fa sono stata da un proctologo che mi ha visitato con l’anoscopio e poi inserendo un dito e mi ha diagnosticato una ragade anale posteriore cronica con nodulo sentinella. L’unica soluzione a suo dire è l’intervento anche perché la ragade ha formato il callo ed una tasca. L’intervento consisterebbe nella escissione della ragade e rimodellamento del muscolo che secondo lui è troppo duro. Mi ha nel frattempo prescritto Mioxyrag e Psyllogel perché ho anche problemi di motilità intestinale con flatulenza. A questo punto Le chiedo se l’intervento è l’unica soluzione oppure è possibile adottare una terapia medica. Le faccio presente che io non ho dolore nella defecazione, il problema è il forte prurito, la tensione della pelle nella zona anale e perianale oltre alla secrezione che si manifestano alcune ore dopo aver evacuato. La ringrazio in anticipo se vorrà rispondermi

Cara Signora Antonella,

il prurito anale riconosce diverse cause tra cui le patologie anali. Non è da escludere che la ragade sia la causa del suo prurito, ma sarebbe opportuno ricercarne anche altre. Le secrezioni potrebbero essere la causa di un continuo imbrattamento della cute anale e questo porterebbe al prurito. ma queste secrezioni dipendono dalla ragade cronica complicta o da altra patologia? La terapia medica per la ragade comunque è stata correttamente prescritta (mioxyrag e psyllogel) e potrebbe essere migliorata aggiungendo un detergente specifico per l’igiene anale. Riguardo l’intervento è giusta l’impostazione sulla escissione della ragade, mentre potrei avere dei dubbi sulla necessità della sfinterotomia, necessaria solo in caso di ipertono, fenomeno che andrebbe valutato con una manometria. Inoltre se vi è il dubbio che le secrezioni (pus?) provengono dalla ragade sarebbe anche utile una ecografia endoanale con sonda rotante a 360° per valutare la presenza di un eventuale ascesso sul fondo della ragade stessa.

Buongiorno gentile Dottore, ho 42 anni e da ragazza ho una ragade anale che ogni tanto si riapre dandomi molto fastidio e dolore durante l'evacuazione e mostrandosi visivamente con delle perdite di sangue rosso vivo. Ultimamente però ho notato che, specialmente in concomitanza con evacuazioni "difficili" (sono spesso stitica), è come se lateralmente all'ano, alla parte sinistra, restasse tutto un rigonfiamento abbastanza consistente tipo ernia che poi rientra molto, molto lentamente nelle ore successive all'evacuazione, che devia praticamente l'ano verso destra. Non soffro di emorroidi nonostante due parti naturali con episiotomia (i bambini pesavano circa 4 kg l'uno). Inizialmente non davo peso a questo rigonfiamento poichè pensavo fosse una conseguenza diretta dello sforzo dovuto all'evacuazione. Ma ultimamente, con tutte queste belle cose che si sentono in giro, comincio un pò a preoccuparmi...anche perchè poi queste defecazioni difficili mi lasciano molto spossata e con una strana sensazione nella pancia e dietro la zona lombare. Può darmi cortesemente qualche consiglio in merito? Grazie mille anticipatamente e le lascio un cordiale saluto.

Cara Signora Laura,

la ragde anale cronica per definizione non guarisce spontaneamente e difficilmente si ottengono risutati positivi con terapie locali. Nel suo caso è la stipsi la principale causa della patologia. Anche questo sintomo riconosce diverse cause e la cura dipende nel rimuovere tutti i fattori che provocano una difficile evacuazione. Quello che descrive a livello della regione anale come un rigonfiamento durante lo sforzo all’evacuazione, potrebbe essere un difetto della muscolatura del pavimento pelvico, come uno sfiancamento, un indebolimento che può essere anteriore ma anche laterale. Questo difetto potrebbe essere correlato ai parti. Queste mie supposizioni comunque dovrebbero essere confermate da una accurata visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosie eper stabilire un corretto percorso di terapia.

Buonasera,chiedo gentilmente se esiste un metodo meno doloroso per eseguire le medicazioni di una ciste pilonidale plurifistolizzata alla cute ,(operato senza punti) ossia oltre all'antidolorifico non è possibile eseguire un'anestesia locale o usare dell'anestetico tipo emla per far sì che si senta meno il dolore?? Chiedevo inoltre non bisogna assumere un antibiotico post operatorio? Ringrazio e porgo distinti saluti.

Cara Signora Marica,

il dolore dipende anche dalla delicatezza con cui si eseguono le medicazioni. Inoltre, essendo medicazioni frequenti, non tutte le volte è consigliato eseguire o somministrare anestetici locali. Se la ferita è pulita e non  presenta infezioni non è necessario somministrare antibiotici, che possono essere usati anche localmente al momento della medicazione.

Gentile Dottor Nicastro, sono una ragazza di 29 anni, della provincia di Trapani, che soffre da 2 anni e mezzo di dolori alla vulva. In particolare i sintomi sono: gonfiore delle grandi e piccole labbra da non permettermi di poter condurre una vita normale, gonfiore dell'ano, difficoltà nella minzione, secchezza intima, prurito anale e vulvale, formicoli che dalle natiche giungono alla vulva e fino alle gambe, pesantezza e pressione nella zona vescicale. Il disturbo è iniziato nell'agosto 2012. Di seguito Le descrivo il mio calvario. Febbraio 2012: mucoprolassectomia secondo metodo "Longo" (PPH) Agosto 2012: inizio dolori alla vulva sopradescritti Decido così di andare da un ginecologo, che non riesce a risolvere il problema, poi ancora un altro ginecologo e poi un altro ancora e un altro ancora... fino a quando, rassegnata, lascio perdere e decido di convivere con questi fastidi e dolori che si erano un po' stabilizzati. Ho eseguito in questi mesi molti esami che hanno escluso qualsiasi altra patologia: ho fatto tamponi vaginali, ecocolor doppler perchè si pensava ad una varice vulvare, urinocolture, colposcopia...tutto negativo! Febbraio 2013: plastica anale secondo "Arnaud" per una ragade fistolizzata Marzo 2013: scopro questo chirurgo essere un macellaio, perchè vado a visita da un altro chirurgo che vede la causa del mio dolore costante: un buco nel retto che mi aveva scavato il "macellaio" e nel frattempo scopro anche di avere delle graffette metalliche nel retto (per via della prima operazione secondo metodo Longo) Nel frattempo io accuso sempre i dolori alla vulva e alla vescica. Aprile 2013: plastica della mucosa ed escissione della ragade, per rimediare al danno fatto dal precedente chirurgo Inizio così, seriamnte, a pensare che il dolore alla vulva sia collegato a queste graffette e quindi all'operazione del 2012. Lo comunico così all'ultimo chirurgo ma questo, con superficialità dice che non c'è collegamento. Il tempo scorre e a novembre 2014, peggiorata la situazione, decido di consultare un altro ginecologo. Finalmente questo Dottore mi conferma che questo mio dolore potrebbe essere causato dall'intervento del 2012 secondo "Longo", e che quello di cui soffro è vestibolite vulvare, diagnosi da confermare dopo cistoscopia e tamponi. Ora mi trovo ad un punto in cui io sono sempre più convinta che un bravo proctologo potrebbe aiutarmi piuttosto che un ginecologo...perchè penso che, COME SOSTENGO IO DA UN ANNO E MEZZO, l'intervento del 2012 mi abbia causato dei danni ai nervi...ho continuamente formicolii alle natiche, alla vulva e fino alle gambe. Mi sento incompresa e abbandonata, dovrei tornare da questo ginecologo per confermare la diagnosi, ma non ho più voglia di fare esami che ho già fatto. Spero lei possa darmi una risposta ed una speranza.

Cara Signora Silvana,

molte persone sottoposte ad intervento di Longo, nel postoperatorio, lamentano un dolore pelvico cronico. Probabilmente è la sutura dei tessuti del retto che genera questa patologia e spesso si hanno alterazioni della conformazione del retto e del canale anale. La sua storia non è diversa da quella di tante persone che descrivono questi disturbi e probabilmente alla base potrebbe esserci una compromissione del nervo pudendo. Una visita colonproctologica, che metta in rilievo anche la funzionalità del pavimento pelvico e del perineo,  completata con la videoproctoscopia digitale al fine di stabilire patologie rettali e anali, potrebbe essere utile per una esatta diagnosi e per un corretto percorso di terapia.

Gent.mo dottore, ad aprile 2014 ho subito un intervento per prolasso rettale e rettocele, a distanza di sette mesi aumentano i dolori nel punto di sutura e alla visita mi vengono riscontrati tre granulomi da agraphes che vengoni rimossi due settimane fa.È normale che io abbia ancora gli stessi dolori? Attualmente sto usando asacol schiuma. La ringrazio per la risposta

Cara Signora, purtroppo molte persone sottoposte ad intervento chirurgico con suturatrice meccanica lamentano nel post operatorio un dolore cronico. Probabilmente questo problema è insito alla tecnica utilizzata e spesso è legato alla permanenza delle agraphes sia in superficie che in profondita nella parete rettale operata. In alcuni casi il dolore cronico dipende invece da un interessamento dell’apparato neuromuscolare del pavimento pelvico. Una visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una migliore definizione diagnostica e per una corretta terapia.

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