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Gent. Dottore mi rivolgo a lei perchè non riesco ad ottenere una qualità della vita discreta. Ho settanta anni e sono stata operata 12 anni fa di un adenocarcinoma al sigma-retto, ho fatto la chemioterapia e la radioterapia. A seguito delle cure ho avuto una colite attinica poi curata. Ho un disturbo che non mi permette di fare una vita normale in quanto sento spesso la necessità di evacuare e produco molta aria. Riesco a uscire di casa il mattino, poi dopo il pranzo comincio ad andare su e giù dal bagno. Non ho un'evacuazione consistente ma frazionata ad intervalli. Le feci non sono diarroiche salvo casi rari, l'aria che produco mi fa evitare di frequentare le persone. Ho provato ad usare i fermenti lattici ogni giorno, ho fatto cure per il colon irritabile (duspatal) ma il risultato è rimasto invariato. L'oncologo alle mie richieste mi ha risposto che devo essere contenta di essere viva. Ma cosa vuol dire essere vivi e non poter condurre una vita normale con le altre persone perchè l'ansia del bagno e del cattivo odore ci tormenta? Spero tanto nell'aiuto della sua risposta e la ringrazio anticipatamente. Cordialmente.

Cara Signora,

ha ragione, salvarsi dal tumore significa anche poter condure una vita dignotosa. A questo dovremmo provvedere noi Medici, ma non sempre è così. Probabilmente i sintomi da lei accustai possono essere derivati da una disfunzione del colon, appunto il colon irritabile e, a mio parere, la sola terapia farmacologica non è sufficiente a controllare i sintomi. Una adeguata alimentazione e la somministrazione di alcuni fitoterapici potrebbe essere utile, ma prima di tutto, anche in relazione alla sua storia, la diagnosi andrebbe confermata con una attenta valutazione clinica.

Gentile Dottor Nicastro, Sono una donna di 40 anni ormai demoralizzata e stremata da una fistola perianale. Le racconto brevemente l accaduto. A maggio del 2014 mi è stato drenato chirurgicamente un ascesso perianale. Dall ascesso si è formata una fistola transfinterica alta ..il 29 luglio mi hanno messo in sala operatoria con anestesia locale un setone che aveva la funzoone solo di drennaggio senza essere messo in tensione periodicamente. Il chirurgo decide di lasciarmelo sino al 22 gennaio 2015 quando sempre in sala operatoria con anestesia locale mi opera con l intento di togliere il setone e anche la fistola. Invece mi viene fatta una fistulectomia parziale e mi viene rimesso il setone molto piu grosso che verra messo in tensione ogni 10/15 giorni....fino ad arrivare all ultimo intervento fatto il 30 aprile 2015. Questo ultimo intervento il chirurgo mi ha detto che è andato bene tolto il setone e la fistola. la mia domanda è questa dottore ..ma è normale che dal buchetto che mi ha fatto il chirurgo per togliere la fistola mi esca ancora del pus proprio come prima? Il chirurgo mi ha detto che è abbastanza normale che devo stare serena...ma io non sono convinta, lei cosa pensa? Grazie dottore Distinti saluti

Cara Signora,

la presenza di pus indica la persistenza dell’infezione e a mio parere sarebbero necessarie medicazioni locali affinché questo processo possa terminare. Nel sospetta della persistenza della fistola  sarebbe indicata l’esecuzione dell’ecografia endoanale o, in caso di dubbi, di una RMN perineale. Sono sicuro che questi esami sono già stati consigliati ed eseguiti prima degli interventi eseguiti dal chirurgo che la sta curando, quindi la loro ripetizione potrà rilevare un quadro più reale della situazione attuale.

Buongiorno, sono una donna di 43 anni, da circa 12 anni soffro di un dolore che non è ancora stato diagnosticato quindi mi sto informando su internet per trovare una soluzione. Premessa brevissima: a 25 anni sono stata operata di emorroidi interne ma nulla di importante nel senso che il chirurgo che mi ha visitata e operata mi ha consigliato di farle solo perche' dovevo fare l'intervento per una ragade anale. Durante l'intervento mi è stata fatta una sfinterotomia (non era stata prevista durante la visita). Non ho avuto problemi per qualche anno, poi credo per un eccessivo sforzo o per errate abitudini ho iniziato ad avere dolore dopo l' evacuazione. Dolore che non avviene durante o immediatamente l'atto ma dopo mezz'ora/due ore. Lo collego all'evacuazione perché se capita la giornata in cui non mi scarico, il dolore non compare. Nel corso degli anni ovviamente ho fatto diversi esami e visite. Ci sono stati periodi in cui il dolore era scomparso. Ultimamente a livello proctologico ho eseguito una rettoscopia e ovviamente visita proctologica. L'anno precedente la RMN dalla quale si vede una protrusione discale che non esercita però effetti compressivi sulle radici S1. Nel comparto discale L5-S1si vedono iniziali fenomeni disidratativi, ipointensità in T2 e suo spessore. Dopo aver vagato tra osteopata, neurologo, proctologo, neurochirurgo, ecc sto pensando al piriforme o al pudendo e in questo senso chiedo gentilmente una sua opinione. Quale dei due? Il dolore come dicevo ha inizio dopo un po' di tempo dopo l evacuazione (ma in qualche giornata non lo sento fortunatamente), prende il gluteo parte alta, parte interna, difficile da distinguere, a volte prende la parte posteriore dalla gamba destra perché è appunto il glueo dx dove mi sento il dolore. Più che un dolore vero e proprio è un fastidio continuo, un intorpidimento che prosegue anche tutto il giorno e poi scompare durante la notte. In qualche caso la notte ho avuto dei dolori ano rettali come se fossero crampi non so come descriverli che sono passati poco dopo con l'assunzione di buscopan ma devo dire che sono stati rari e sempre notturni (ultimo a Gennaio dopo la sospensione dell'integratore Xanopil plus). L'unica cosa che mi ha fatto stare bene è appunto lo Xanopil plus,integratore prescritto da un ortopedico, che però mi ha consigliato di sospendere facendo dei cicli es. un mese sì e un mese no. Ora, é forse il caso di fare l'esame dei potenziali pudendi? Sinceramente vorrei capire la causa ma non vorrei per questo andare a stimolare una situazione che magari non ha nulla a che fare con questi nervi. Non ho dolore perianale, genitale, non ho disturbi di minzione o defecazione, è invece un dolore secondo me muscolare o neurologico che si scatena post evacuazione nel gluteo interno o superiore (difficile da descrivere bene perché è come se il dolore si irradiasse), zona sciatica, in qualche caso nella gamba come di intorpidimento, formicolio. Nel frattempo ho iniziato lo yoga ma il mio medico di base non è d' accordo finché non si chiarisce la patologia. Che cosa mi suggerisce? Dimenticavo una cosa importante, per molti anni ho fatto un lavoro per il quale stavo seduta per una media di 10 ore al giorno, lunghi tragitti in auto, equitazione e, non vorrei dire sciocchezze, mi sembra che questo dolore si sia scatenato dopo aver forzato per l'evacuazione. Non soffro di stitichezza, è successo in quell'occasione e inoltre per molti anni avevo preso l'abitudine di volermi scaricare prima di andare al lavoro. Per ora posso solo ringraziarla anticipatamente per una sua gentile risposta. Cordiali saluti.

Cara Signora Alessandra,

credo che nella sua storia clinica sia importante mettere in rilievo la patologia proctologica e gli interventi subiti. Il dolore che descrive e le sue caratteristiche di insorgenza, potrebbero far sospettare la presenza di una ragade, ma le sue irradiazioni potrebbero far sospettare una sua origine neurologica. In questa seconda ipotesi si potrebbe parlare di una sindrome del pudendo, anche se nel suo caso il dolore non ha le caratteristiche tipiche di questa patologia. E’ molto strano che gli specialisti che lei ha consultato non hanno avuto questo dubbio e non abbiano approfondito questa diagnosi, che potrebbe essere confermata anche semplicemente con una visita accurata, completata magari anche con la videoproctoscopia digitale. Nella mia pratica clinica sono molte le persone che manifestano un dolore, simile a quello che lei descrive, dopo anni da un  intervento di sfinterotomia e dopo una difficoltosa defecazione e in questo caso è necessario ricercare la causa esatta del dolore cronico per poter impostare una adeguata terapia.

Ch.mo Dottore, sono un sessantaseienne di Benevento. Soffro da circa due anni di forti dolori anali post defecazione che durano anche 5 o 6 ore. Mi sono rivolto a più specialisti ma le varie cure prescrittemi non hanno avuto efficacia. Mi sono stati diagnosticati ragadi anali, prolassi rettali,polipi, diverticoli, emorroidi. Ora mi hanno prescritto una serie infinita di esami invasivi, ma non riesco a comprendere come farò ad eseguirli con questi dolori atroci. Faccio presente che nel 2000 ho subito un intervento di tromboctomia e nel 2005 un intervento di Asportazione marische - resezione trans-anale del retto - Rettostomia. Mi sto accingendo ad eseguire una colonscopia. Sono esausto e disperato, non riesco più a sopportare giornalmente questi dolori acuti e non riesco più a condurre una vita normale- Se può mi aiuti anche solo con un consiglio. La ringrazio per la Sua cortesia e Le chiedo scusa se le rubo un po del Suo prezioso tempo. Cordiali saluti Angelo.

Caro Signor Angelo,

comprendo la sua sofferenza e volendo interpretare la sua lettera, posso dedurre che gli intervento chirurgici proctologici subiti, siano stati eseguiti per risolvere il prolasso e che quando lei parla di resezione del retto per via transanale e rettostomia, voglia indicare semplicemente un intervento di STARR. Probabilmente sono gli esiti di questo intervento la causa della sua sofferenza, probabilmente esacerbata da alterazioni della defecazione. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per comprendere la causa del dolore, eseguire una corretta diagnosi e impostare un adeguato percorso di terapia.

gentilissimo dott.nicastro,sono una donna di 50 anni operata per prolasso rettale,marische,emorroidi III°grado nel dicembre 2013 col metodo longo presso l'ospedale di Grottaglie.da allora non mi sono mai ripresa del tutto i dolori sono continuati sino a quando il medico mi ha riscontrato una ragade col suo bel polipo sentinella:sfinterotomia il 19 maggio 2015.volevo sapere se fosse normale provare un dolore fortissimo sia all'evacuazione sia diciamo a riposo.Questo intervento viene considerato di serie b ma tra il dolore e il sangue sono terrorizzata.Per favore può darmi un suo parere visto che la conosco di fama e non sapevo che riceve anche in puglia?grazie

Cara Signora,

tra le complicanze descritte per il tipo di intervento da lei subito c’è la ragade anale, ma sono tante altre le complicanze legate a queato intervento che possono causare i sintomi da lei descritti. Inoltre, a mio parere, la sfinterotomia non è la migliore cura della ragade e dovrebbe essere eseguita solo in caso di ipertono dello sfintere dimostrato con la Manometria anorettale. La persistenza del dolore puo significare che la ragade non è stata curata adeguatamente. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosie una adeguata terapia.

Buongioro Dott. Nicastro.a mia moglie di anni 48 in seguito a colonscopia e biopsia è stato riscontrato un adenocarcinoma al retto. la biopsia recita cosi':biopsia endoscopica su formazione ulcerata della parete anteriore del retto. diagnosi: frammneti bioptici dim mucosa colica sede di infiltrazione da adenocarcinoma. la colonscopia diceva: ulcerazione della parete anteriore del retto . alla parete rettale anteriore si apprezza una formazione dura ombelicata di circa 2 cm.(la premetto che mia moglie 23 anni fa fu operata per una fistola retto utero ed ebbe una asportazione dell'utero) tutto il colon risulta normale. Alla parete rettale anteriore a circa 2 cm all'interno della linea pettinea si evidenzia una formazione ulcerata cirocndata da tessuto vegetante circostante. Abbiamo fatto la tac e non si vi sono metastasi. la tac dice nella parte del retto: presenza di grossolano e disomogeneo ispessimento parietale del tratto medio distale del retto di natura eteroplastica. Il tessuto neoformativo non appare chiaramente dissociabile al collo dell'utero (moncone) residuo e dalla parete posteriore della vescica (il radiologo pensa che sia solo poggiato). Si associa fine addensamento del grasso peri rettale nel cui contesto si apprezzano alcune nodulazioni linfodonali sub centimetriche. Piccoli linfonodi si evidenziano anche lungo il decorso dei vasi illiaci da ambo i lati. Non si apprezzano ulteriori tumefazioni addomino pelviche e inguinali. assenza di versamento libero edodominale. Fatto cio' abbiamo iniziato chemio/radio neoadiuvante. chemio a pasticche e 28 radio. marcatori cea 140 ca19 normale. il chirurgo ci ha detto che dopo la chemio/radio dovranno passare 6/8 settimane per poi vedere il da farsi. la chiedo solo una gentilezza. siccome sono un po' confuso in tutto cio' ma la chemio/radio puo' ridurre o anche far regredire del tutto l'adenocarcinoma prima di un eventuale intervento? sia il chirugo che radiologo che oncologi ci hanno dato ottime possibilita' di guarigione in quanto abbastanza circoscritto. Gradirei avere se possibile un suo parere. la ringrazio di cuore.

Caro Signor Luigi,

non sono rari i casi in cui la radioterapia e la chemioterapia riducono, fino alla scomparsa, il tumore del retto. Questo non significa che la persona malata poi non deve essere operata, ma in base alla definitiva valutazione clinica il chirurgo deciderà il tipo di intervento da effettuare. In molti casi è possibile effettuare una TEM, cioè l’escisiione del retto colpito da tumore per via transanale, intervento effettuato in alcuni centri specializzati. Comunque è opportuno un trattamento chirurgico e sua moglie dovrà poi effettuare controlli clinici cadenzati.

Ho 35 anni da cinque ho dolore urinario disfunzioni sessuali bruciore che i medici curano come prostatiti senza successo.potrei avere una infiammazione al nervo pudendo ? Grazie per l'attenzione e spero possa aiutarmi non so più a chi rivolgermi.

Caro Signor Alessio, se i sintomi sono deputati ad una compromissione del nervo pudendo è indispensabile che lei si sottponga a visita specialistica. La diagnosi è clinica e immediata.

Gentilissimo dottore Nel 2012 dopo un mese di diarrea sanguinolenta mi è stata prescritta dal mio pro teologo una colonscopia dove veniva diagnosticata una colite ulcerosa terapia ansa il 800 6 compresse al dì e clipper Da allora non ho più avuto scariche ansi di solito vado in bagno ogni 2gg! Mi chiedo ho sempre la colite ulcerosa? O è stato solo un caso? Grazie

Cara Signora,

la Rettoclite Ulcerosa è una patologia infiammatoria cronica e purtroppo prevede cure di lunga durata. In alcuni casi la malattia può regredire ma questa conferma potrà essere data solo con la ripetizione della colonscopia completata con le biopsie. Inoltre è possibile eseguire il dosaggio della Calprotectina fecale, utile non solo per verificare lo stato della infiammazione ma anche per modulare la terapia farmacologica.

Salve dottore, sono disperata.Tre mesi e mezzo fa sono stata operata di emorroidi di quarto grado e prolasso, sembrava tutto ok,ma non sto ancora bene.Ho un bruciore enorme,sono tre mesi che prendo antidolorifici senza risultati. La scorsa settimana mi hanno fatto la rettoscopia e la risonanza pelvica che è risultata negativa.Il dottore che mi ha operato pensa che l 'intervento possa aver causato una forte colite che mi ha scatenato questa forte infiammazione. Il problema è che nessuna cura mi fa effetto.Ho messo supposte,microclismi,pomate,nessun miglioramento. Ho provato anche Tachidol ma niente, sono distrutta,mi brucia tantissimo,in piedi,seduta e coricata,non so più cosa fare.mi aiuti,grazie

Cara Signora,

le tecniche chirurgiche per curare la patologia emorroidaria con associato il prolasso mucoso sono diverse. Alcune valide altre fantasiose e obsolete. Altre ancora, molto di moda, oltre a non curare la malattia sono gravate da una alta incidenza di complicazioni, anche gravi, che non ne giustificano la loro applicazione. Nel suo caso, per poter comprendere meglio la causa della sua sofferenza, sarebbe utile comprendere la tecnica che il chirurgo ha attuato per curare la sua patologia e, in base alla evidenza clinica, poter comprendere quali cure attuare.

Buongiorno, ho 31 anni e da 4 anni soffro di ragadi anali associate ad ipertono. Ho consultato vari proctologi che mi hanno prescritto dilatan e antrolin. La ragade guarisce ma puntualmente si ripresenta con una media di 10 ricadute nell'arco di un anno. Vista la mia giovane età mi è stata sconsigliata la sfinterotomia per il rischio di incontinenza ma un gastroenterologo, dopo colonscopia negativa, mi ha proposto la dilatazione controllata sotto sedazione. Pensa possa essere risolutivo nel mio caso considerando che l'ipertensione è presente anche in assenza della ragade? In questo caso è consigliabile effettuare prima una manometria? La ringrazio per la disponibilità

Cara Signora, la dilatazione pneumatica controllata è comunque considerata una sorta di sfinterotomia anche se più controllata e meno empirica di quella tradizionale. Nel suo caso non credo che la sua ragade sia mai guarita, ossia cicatrizzata; è possibile ipotizzare che per periodi di tempo può essere asintomatica, ma se gli episodi acuti si presentano con una elevata frequenza, come lei riferisce, è opportuno procedere ad un trattamento definitivo, ossia una fissurectomia, ovvero l’asportazione del tessuto malato. Se veramente esiste un ipertono questo andrebbe verificato con una manometria anale e la gravità della ragade può essere verificata con la videoproctoscopia digitale.

Gentile Dottore, le scrivo per chiederle se è normale, a distanza di due mesi e mezzo da emicolectomia per k. Colon ascendente,che si riscontri un caso di sangue nelle feci. Mio padre, di 60 anni, ha eseguito pet e tac venti giorni fa ed è risultato tutto nella norma. Deve forse seguire una alimentazione specifica? Grazie mille.

Cara Signora, mi perdoni la tradiva risposta. Certamente non è normale trovare del sangue nelle feci in qualunque condizione e stato. La presenza del sangue non significa la certezza di un tumore e sono tante altre le patologie che possono dar luogo a questo sintomo. Le consiglio di consultare il chirurgo che ha operato suo padre per comprendere la causa di queste perdite ematiche e stabilire una adeguata cura.

Buongiorno. Ho 52 anni e nel maggio 2013 sono stato operato per un carcinoma al retto, con confezionamento di ileostomia. Dopo alcuni cicli di chemioterapia e radioterapia, nel luglio 2014 è stato effettuato l'intervento di ricanalizzaizone che però, a causa di un imprevisto blocco intestinale con perforazione colica, ha richiesto un ulteriore intervento d'urgenza che ha reso necessario il confezionamento di altra ileostomia "terminale". A distanza di un altro anno, lo scorso mese di giugno, è stata ritentata la ricanalizzazione, tecnicamente riuscita. L'intervento ha però residuato un contino bisogno di andare in bagno che a sua volta comporta dolori e prurito nella zona anale, difficilmente sopportabili e che condizionano irrimediabilmente la mia vita sociale (impossibilità di andar al lavoro, di uscire con tranquillità ecc.). Ho contattato un gastroenterologo il quale, pur rassicurandomi che con il passare del tempo la detta sintomatologia dovrebbe regredire ha comunque consigliato di assumere delle supposte di Asacol oltre a bustine di Diosmectal e dei fermenti lattici. A distanza di diversi giorni dall'inizio della terapia vi è stato qualche miglioramento ma poco rilevante. Sono molto preoccupato per la mia situazione che comincio a pensare possa essere poco migliorabile. Tra gli altri sintomi - dimenticavo - da segnalare che nei pochi casi in cui le feci si presentano di consistenza più compatta, avverto forti dolori nell'evacuazione accompagnati spesso da tracce di sangue. RingraziandoLa per l'attenzione rimango in attesa di Sua cortese risposta. grazie

Caro Signor Alberto,

i disturbi della canalizzazione sono frequenti dopo interventi di resezione del colon-retto. Di solito questi si risolvono entro il primo semestre dall’intervento. Nel suo caso, considerando anche i sintomi lamentati, bisogna anche prendere in considerazione altri fattori quali lo stato dell’anastomosi colo-rettale, eventuali effetti collaterali dovuti alla radioterapia e il tipo di alimentazione seguito. Credo che lei abbia già eseguito i dovuti controlli endoscopici necessari dopo un intervento di carcinoma del retto e che i medici  abbiano già valutato lo stato locale e prescritto le terapie dovute. Comunque la persistenza dei disturbi impone una attenta valutazione colonproctologica per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Egregio Dottore, a mio figlio è stata diagnosticata una fistole anale solo a seguito di visita specialistica, senza alcun esame diagnostico ed è stato consigliato l'intervento chirurgico. Desidero sapere se è sempre necessario, se esistono esami diagnostici che possono chiarire la situazione e se la tecnica laser può essere valida. Grazie

Cara Signora Anna,

per una corretta  terapia chirurgica della fistola perianale, a mio parere, è necessario un esame preliminare che è l’ecografia endoanale con sonda a 360°, che permette di valutare l’estensione e le eventuali diramazioni o ascessi. In base ai risultati dell’esame il chirurgo potrà programmare un adeguato intervento. Il mio parere sull’utilizzo del laser,ovvero la VAFT, è essenzialmente quello che ho su altre tecniche; possono essere attuate solo dopo una attenta selezione del paziente da curare e devono avere una precisa indicazione e non sono efficaci in tutti i casi.

Gentile Dottore, da mesi soffro di un bruciore della zona perianale che si estende fino alla punta del pene. Ho effettuato una serie di esami proctologici con annessa anoscopia che hanno avuto esiti negativi. Leggendo su internet i sintomi della nevralgia del nervo pudendo mi ritrovo in quello che sto attualmente patendo. Volevo chiederLe se era possibile effettuare un esame per capire se il nervo sta subendo una compressione. Saluti

Caro Signor Vincenzo,

spesso gli esami effettuati danno esito negativo, soprattutto se non sono ben indicati per individuare una causa specifica. A mio parere la prima cosa da fare è una visita con uno specialista che si occupa delle patologie del pavimento pelvico e della nevralgia del pudendo e se in base alla raccolta della sua storia clinica, all’esame obiettivo generale e locale, non si riesce a comprendere l’esatta causa del dolore e si hanno dubbi, il medico potrà prescrivere esami specifici e orientati a svelare il dubbio diagnostico.

Buongiorno un proctologo mi ha fatto diagnosi di emorroidi di II grado con esiti cronici di ragade anale. Lo scorso anno ho curato infatti una ragade con tre mesi di Antrolin. I forti disturbi dovuti all'espulsione delle feci sono alla fine andati via. Ora da circa 6 mesi pur non avendo fastidi nell'evacuazione ho continuo senso di peso, talvolta sensazione di calore bruciore nella zona anale e perineale. Può tutto ciò essere concausato da quegli " Esiti cronici di ragade anale" che il proctologo ha individuato? Che signifcato patologico dare a " Un esito cronico di ragade anale" ? Sembra che abbia anche una prostatite cronica evidenziata da visita! Grazie e distinti saluti

Caro Signore,

non riesco ad interpretare la frase di “esito cronico di ragade anale”. Dopo una cura per ragade anale si può assistere o alla sua totale cicatrizzazione e, quindi, alla guarigione della patologia, o alla sua cronicizzazione e, quindi, alla persistenza della patologia che può anche  evocare i sintomi da lei descritti. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

Salve Dottore, da circa un anno ho delle perdite fecali, piccole palline che non sento fuoriuscire. Inizialmente non ho dato molto peso alla cosa ma ultimamente queste perdite sono diventate più frequenti. Ho avuto paura sinceramente di approfondire la cosa fin quando, per una visita di routine, il mio ginecologo si è accorto del problema. A quel punto ho spiegato tutti i miei sintomi, compresi i dolori forti che ho saltuariamente all'ano, e quindi ha proceduto gli accertamenti con un'urodinamica (che non vedo collegata con il mio problema fecale), dalla quale è emerso che la cosa è seria. (mi ha detto questo e non ho capito altro, sono andata in pallone, soffro di crisi di panico) Ora non so proprio cosa fare, sono preoccupata, il medico curante mi ha consigliato una colonscopia......ho sentito parlare di quella virtuale. Ad oggi ho speso 620€ che per me sono molti, quindi ho paura di fare esami dispendiosi e inutili. Cosa mi consiglia di fare?La ringrazio anticipatamente.

Cara Signora,

non credo che la colonscopia sia l’esame da eseguire in caso di incontinenza fecale, così come non trova indicazione la urodinamica (tranne che non ci sia anche una incontinenza urinaria). La gravità della incontinenza fecale può essere valutata da una accurata visita colonproctologica e dalla esecuzione di alcuni esami, quali la manometria e l’ecografia endoanale, che dovranno essere prescritti dallo specialista in caso di dubbi diagnostici. Trovata la causa della incontineza sono possibili diverse cure e terapie, tra cui la riabilitazione.

Dottore Buongiorno mia sorella (70 anni) è stata operata per un adenocarcinoma all'intestino. Il giudizio diagnostico dopo l'intervento è stato: Adenocarcinoma scarsamente differenziato con aspetti ad anello di castone. Stadiazione pTNM7th ed.2009)=pT4aN2bG3. L'intervento è andato bene ,La Tac addome non rileva metastasi in giro. Ora ha iniziato la chemio terapia con oxaliplatino e capecitabina. I valori dei marker prima dell'intervento sono CEA= 24,8 Ca19.9 = 17,4.In base alla Sua esperienza Le chiedo :dopo i cicli di chemio, che saranno 8, i tempi di sopravvivenza quali sono? Grazie

Caro Signore,

non si possono fare previsioni di prognosi a distanza e senza conoscere lo stato clinico della persona malata. L’esito dell’istologia non è dei migliori, ma esiste una estrema individualità nella prognosi e nella risposta alla chemioterapia. Bisogna aspettare comunque i primi due anni di controlli cadenzati, periodi in cui vi è maggior pericolo di recidiva della malattia.

BUON GIORNO.SONO STATO OPERATO IL 04/09/2015 DI PROLASSO MUCO-EMORROIDARIO CON LA METODICA DOTTOR LONGO(P.P.H.).A DISTANZA DI QUASI TRE MESI DALL'INTERVENTO AVVERTO UNA SENSAZIONE DI FASTIDIO ALL'INTERNO DELL'ANO,MI SENTO LA PANCIA SEMPRE GONFIA CON DOLORE.LE CHIEDO GENTILMENTE SE TUTTO QUESTO DIPENDE DALL'INTERVENTO SUBITO,E SE COL TEMPO QUESTI FASTIDI ANDRANNO VIA,O OCCORRE FARE QUALCOSA PER ELIMINARLI.HO ESEGUITO UNA ECOGRAFIA ALL'ADDOME COMPLETO E NON CI SONO PROBLEMI.IN ATTESA DI UNA SUA RISPOSTA,LA SALUTO CORDIALMENTEE GRAZIE.

Caro Signor Aldo,

la PPH, a mio parere, non cura la patologia emorroidale ed è gravata da complicanze, anche gravi, che non ne giustificano l’applicazione. Nel suo caso comunque credo che i sintomi lamentati non siano dovuti all’intervento subito e possono dipendere da una patologia del colon. Per una corretta diagnosi e una adeguata terapia sarebbe opportuno consultare un colonproctologo che, mediante la visita e la videoproctoscopia digitale, può definire il quadro clinico e prescrivere una cura volta alla risoluzione dei sintomi.

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