Clicca qui per informazioni utili su questa patologia
Cerca tra le FAQ
Usa il form qui sotto per cercare una FAQ
Salve Dottore. Ho sempre sofferto di emorroidi. Le crisi erano comunque gestibili con terapia farmacologica e topica. Un anno fa ho avuto una trombo flebite anale. Consultato uno specialista di conoscenza di mio marito , un proctologo, mi veniva diagnosticato un prolasso del retto e consigliato un intervento risolutivo. E passato un anno da quella visita e io l intervento non l'ho effettuato ma , pochi giorni fa, all improvviso ho avuto un altra crisi emorroidaria che, di notte, mi ha costretto a precipitarmi al pronto soccorso , dove un medico di ha effettuato un manovra di reinserimento in sede delle emorroidi. Il dolore acuto e' svanito anche se permane una piccolissima emorroide molto fastidiosa. Al momento non seguo nessuna terapia se non di carattere topico , con pomate, e lassativi per ammorbidire le feci.Son ritornata dallo stesso specialista, molto disponibile, e la soluzione chirurgica mi si è di nuovo prospettata come l'unica alternativa possibile. Il metodo usato da codesto specialista e il metodo di Longo. Da stamane scorro le pagine web alla ricerca di notizie più dettagliate sul metodo e sono terrorizzata...Credo di aver capito che Lei non e un sostenitore di tale metodologia. Quindi vengo alla domanda . Quali altri metodi la scienza oggi mette a disposizione per interventi risolutivi di emorroidi? E Lei quali di questi ritiene piu efficace? Grazie mille.
Cara Signora Gianna,
a mio parere la cosiddetta tecnica di Longo non è certamente un intervento risolutivo ed è gravato da complicanze tali e gravi che non ne giustificano l’applicazione per la cura delle emorroidi. A parte questa preliminare considerazione, esitono diverse tecniche che possono curare le emorroidi ma queste possono essere utilizzate una volta fatta una corretta diagnosi della patologia, soprattutto in relazione al grado. Nella mia esperienza, l’intervento che garantisce il miglior risultato è l’emorroidectomia che, se condotta lege artis, non prevede dolore post-operatorio, è radicale, ha una bassa incidenza di complicazioni. A suo sfavore depongono tempi più lunghi di ripresa per le normali attività quotidiane rispetto ad esempio ad una nuova scelta terapeutica, quale la dearterializzazione dei plessi emorroidali, con o meno associata proctopessi. Questa tecnica ormai è abbastanza consolidata, tanto che in alcuni centri come quello che io dirigo, si riesce a condurla anche senza l’ausilio de doppler. Questa comunque non può esere considerata una tecnica definitiva o radicale in quanto i plessi emorroidali non sono asportati e quindi se non sono rimosse, nel postoperatorio, le cause che hanno condotto alla patologia emorroidale, questa nel tempo potrebbe riaffacciarsi, anche se con un minor grado di gravità. L’assenza del dolore postoperatorio, la scarsa presenza di complicanze e la rapida rispresa delle normali attività quotidiane ne fanno la tecnica di prima scelta, a mio parere, nella cura delle emorroidi di seondo e terzo grado.
salve dott.Nicastro volevo porle gentilmente una domanda..sono una 60enne con un prolasso rettale interno con rettocele voluminoso,volevo chiederle se la tecnica thd va bene peril mio problema visto la tanta confusione che mettono gli altri professionisti..la ringrazio in anticipo per l'eventuale risposta..
Cara Signora Elena,
la dearterializzazione emorroidale doppler guidata (THD) non è una tecnica indicata per la cura del rettocele ma della patologia emoroidale associata o meno a prolasso del retto. Spero di essere stato esaustivo.
Gentile Dott.Nicastro,il 10 dicembre 2013 sono stata operata di prolasso rettale, emorroidi di 3°grado e asportazione di marische con il metodo Longo. A distanza di un mese soffro di dolori lancinanti all'evacuazione che continuano per ore. Il chirurgo al controllo ha detto che va tutto bene, probabilmente c'è un granuloma. POSSIBILE CHE NON CI SIA NULLA PER ALLEVIARE IL DOLORE? MI HA DETTO DI PAZIENTARE MA NON NE POSSO PIU'. GRAZIE PER UNA SUA RISPOSTA
Cara Signora,
la sua storia non è differente da quella di tante altre persone che hanno subito questo tipo di intervento. Il dolore può essere controllato con la somministrazione di antidolorifici, ma è necessario comprenderne la causa e rimuoverla. Le consiglio una visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.
Buona sera Dottore, da tempo soffro di emorroidi con sintomi normalmente solo fastidiosi, dolore e rigonfiamenti, ma per la seconda volta c'e sanguinamento durante la defecazione. La prima volta ho assunto per alcuni giorni il daflon e crema Preparazione H. La cosa e' migliorata in un paio di giorni. Ora la cosa si ripropone, fastidio e sanguinamenti..... Ho ricominciato con daflon e crema. Sono due giorni ma non vedo molti miglioramenti. Appena cammino un po' torna il fastidio. Cosa mi consiglia di fare? la ringrazio per la risposta.
Caro Signore,
dalle sue parole si può dedurre che la patologia emorroidale di cui soffre è di terzo grado con sintomi tipici: dolore, tumefazioni anali e perdite ematiche. Bisogna tener presente che ogni crisi acuta della malattia può determinare un avanzamento del grado di gravità delle emorroidi, con conseguente resistenza alle cure farmacologiche. Voglio ricordare che nei gradi più avanzati della patologia la terapia medica è poco efficace se non sul controllo dei sintomi. Nel suo caso, anche se la terapia che sta assumendo è idonea, non può sperare che i soli due giorni possa rilevare sostanziali miglioramenti e che deve continuare l’assunzione dei farmaci, a dosi idonee, per almeno venti giorni. Spero che la terapia sia stata prescritta da un medico, a seguito di una visita con la conferma diagnostica della patologia emorroidale e non sia una terapia fai da te. Le consiglio comunque una visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosi della patologia e una adeguata terapia.
Gentile Dott. buonasera.Ho 38 anni e un mese e 7giorni fa ho subito un intervento di dearterizzazione emorroidaria (THD), per la presenza di emorroidi di terzo grado e gavocciolo. Volevo sapere dopo quanto tempo dalla dearterizzazione le emorroidi interne si sgonfiano. Attualmente , infatti, dopo aver evacuato ho spesso lievi bruciori e sensazione di peso, come ci fosse ancora qualcosa di infiammato all'interno. Devo specificare che soffro di sindrome da colon irritabile, quindi le evacuazioni giornaliere sono come minimo tre.Oltre alla patologia emorroidaria, prima dell'intervento presentavo anche il problema del soiling che adesso mi sembra risolto anche se alcuni giorni fa, siccome dopo ogni pasto mi gonfio molto e soffro di meteorismo, pensavo di emettere solo dell'aria ma è uscito anche muco biancastro e un piccolo quantitativo di feci: il fatto mi preoccupa, non è che l'intervento non sia riuscito alla perfezione? Anche alla prima evacuazione al mattino mi esce prima solo del muco e poi le feci, il muco esce anche senza lo stimolo a defecare ma sempre spingendo: può dipendere da qualcosa di sbagliato nella mia alimentazione? La ringrazio anticipatamente per la risposta
Caro Signore,
non credo che i suoi sintomi siano legati ad una complicazione legata all’intervento subito. Probabilmente è l’acuirsi dei sintomi del colon irritabile, con associate le frequenti evacuazioni, hanno portato ad una infiammazione nell’ultima parte del retto (proctite), con eccessiva secrezione di muco e gli altri sintomi associati. Una visita colonoproctologica, completata con una videoproctoscopia digitale o altro esame endoscopico di base tradizionale (anorettoscopia), potrebbe essere utile per una corretta definizione diagnostica e per una adeguata terapia.
Buongiorno dr Nicastro.Volevo chiederle un suo parere: tre settimane fa mi sono operato di voluminose emorroidi di III grado, con metodo Thd e mucopessia. Il decorso post operatorio è stato ottimo fino a stasera: ero seduto in ufficio (da molte ore), poi all'improvviso ho avuto la sensazione che dovesse uscire un po' di aria, invece poi è uscita una discreta quantità di sangue rosso vivo, nelle ore successive ho finito di svuotare il sangue rimasto dentro (infatti era un po' + scuro).Secondo Lei questo episodio di sanguinamento a distanza di 3 settimane dal Thd e non avvenuto in corrispondenza di uno sforzo (ero seduto) che significato puó avere? Da cosa puó essere dipeso? Grazie in anticipo per la sua consulenza, Alessandro
Caro Signore,
probabilmente le perdite ematiche potrebbero dipendere dalla lacerazione della mucosa rettale suturata nella esecuzione della dearterializzazione con mucopessia. Se le perdite ematiche dovessero persistere, soprattutto se copiose, consulti il chirurgo che ha eseguito l’intervento per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.
Salve ho 39 anni e sono 10 anni che soffro di rettocolite ulcerosa. Soffro da quando avevo 15anni di emorroidi. Sono stata anche operata prima che mi scoprissero questa malattia ma con scarso risultato. Visto che mi fanno molto male e sanguinano io vorrei trovare un rimedio. Io vorrei tanto toglierle definitivamente ma il mio medico dice che é meglio non toccare quella parte per il fatto della malattia. Ora mi chiedo é possibile fare un intervento alle emorroidi nonostante abbia la colite ulcerosa. E cosa posso usare visto che il dottore mi ha detto di usare solo una pomata esterna solo in caso di estremo bisogno e mai più di tre giorni. La pomata é il colostrum. Vorrei sapere un suo parere. Grazie mille.
Cara Signora,
la presenza di una malattia emorroidale in una persona sofferente di rettocolite ulcerosa prevede sicuramente un atteggiamento conservativo, soprattutto se la malattia infiammatoria colpisce direttamente il retto. Questo non significa che non sia possibile affrontare una cura, ma questa deve essere consigliata in base alla entità della patologia infiammatoria cronica intestinale.
Caro dottore circa due mesi fa sono stato operato di emorroidi di 3 grado con metodo Ferguson e ragade con sfinterotomia posteriore! Adesso il mio ano e un po' più stretto e subito fuori questo vi sono dei piccoli rigonfiamenti e ho modeste perdite di un liquido che mi danno un po' di prurito! Da cosa può dipendere ? La ringrazio per la risposta.
Caro Signore,
il restringimento dell’ano, stenosi, potrebbe dipendere dalla cicatrizzazione dell’intervento subito. La tecnica di Ferguson prevede la sutura diretta delle ferite anali e questo può esporre, più delle altre tecniche, alla stenosi. Andrebbero valutati anche i rigonfiamenti che descrive e comprenderne la natura (emorroidi, prolasso mucoso) vista anche la secrezione di liquido che lei descrive. Una visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.
Gent.mo Dottore, ho 46 anni abito a Milano e da alcuni anni soffro di emorroidi aggravatesi lo scorso anno d'improvviso con sanguinamenti e trombosi. Ho iniziato a curarle con una dieta appropriata e soprattutto a bere (non bevevo mai + di 2 bicchieri al dì) Gli episodi sia emorragici che di trombosi sono quasi spariti (2 in un anno mentre persiste il prolasso rettale dopo evacuazione anche di feci morbide).Qualche giorno fa ho deciso di effettuare una rettosigmoidoscopia per escludere altre patologie e che ha rilevato la presenza di grosse emorroidi e di un prolasso rettale di IV grado.Mi hanno consigliato una tecnica chirurgica combinata Longo-Starr ma ho grossi dubbi al riguardo. Grazie per la sua cortese risposta
Cara Sig.ra Lia,
grazie a lei per la fiducia accordatami. Il mio pensiero sull’uso della suturatrice meccanica nella patologia proctologica è ben noto. Il mio pensiero, libero da ogni legame escluso quello scientifico, è ancora più limpido in considerazione proprio di quanto le hanno diagnosticato. Non esiste un prolasso del retto di IV grado ma esistono emorroidi di IV grado con associato o meno prolasso mucoso del retto. I fautori della metodica a lei consigliata in questo non sono chiari. Innanzitutto lei soffre di emorroidi alle quali è associato un prolasso della sola mucosa del retto, ebbene questo è normale nella condizione della patologia di IV grado, ma l’intervento chirurgico che le hanno proposto non “cura ” la patologia emorroidaria e la sua giustificazione è solo quella di ridurre il prolasso mucoso del retto, risultato che si può ottenere anche con altre metodiche chirurgiche “vere” ma che hanno lo scopo anche di curare definitivamente le emorroidi. I suoi dubbi sono giustificati ed ancora questa settimana ho continuato a reintervenire su giovani pazienti già sottoposti ad intervento con suturatrice meccanica e con emorroidi persistenti e sintomatiche dopo due anni dall’intervento. Spero di essere stato esaustivo restando a sua disposizione per ulteriori chiarimenti
Cari saluti
Gentile Dottore, il 23 04 07 mi sono sottoposto ad un intervento chirurgico alle emorroidi secondo il metodo Longo. A detta dei medici su cui sono ancora fiducioso del loro operato l'intervento è andato bene il mio problema è che a distanza di 4 giorni provo ancora dolore non come il 1 giorno ma da 1 a10 sono a 6 volevo chiederle è normale tutto ciò? considerando che ogni 8 ore da dopo l' operazione ho fatto punture(5) di TORADOL ora invece vado avanti con EFFERALGAN 1000mg per non rovinarmi lo stomaco secondo il mio "farmacista" grazie aspetto notizie
Caro Signore,
come avrà letto nel forum del sito purtroppo non è poi tanto vero che l’intervento che lei ha eseguito è poco doloroso. Io non prediligo questa tecnica perchè non è risolutiva per la patologia emorroidaria e presenta complicanze a volte importanti. Non è normale che lei abbia tanto dolore e per una chiarificazione bisognerebbe valutare l’esito dell’intervento, cosa che a 4 giorni dopo l’intervento potrebbe essere difficoltoso. Bisogna solo attendere l’evoluzione chirurgica e mantenere più morbide possibile le feci con l’ausilio delle fibre di psyllium. Solo dopo dieci giorni dall’intervento è possibile dare un parere sereno sul decorso. Cari saluti
ho 33 anni e non avevo mai sofferto di emorroidi. Ho tipo una nocciolina di 2 cm esternamente all'ano solo da un lato. non ho sanguinamento e il dolore quasi nullo, più che altro prurito se ci sudo ed è stabile da 15 giorni. mi han detto che dovrebbe esser una trombosi con coagulo esterno che regredisce in 2 mesi interno. Plausibile?Grazie del parere.
Caro Signor Emanuele,
e’ plausibile che si tratti di una trombosi emorroidaria su un unico peduncolo. Comunque dovrebbe sottoporsi ad una visita specialistica proctologica con videoproctoscopia digitale e, confermata la diagnosi, sotoporsi ad una terapia locale per facilitare la regressione del trombo.
Cari saluti
non avendo perdite di sangue ne dolore nell’evacuazione, preferirei evitare esami invasivi. So che l’avernum ed ora l’hamolind non saranno probabilmente risolutivi e che il trombo potrebbe non regredire bene anche dopo 2 mesi. al momento ho sospeso la pomata cortisonica proctolyn e uso solo l’hamolind prima dei pasti.Mi chiedevo quando lei dice terapie per facilitare la regressione del trombo a che si riferisce poi? Raggiungere l’european hospital per diverse sedute per me sarebbe abbastanza scomodo. Grazie per la tempestività nella risposta e cortesia
Caro Signor Emanuele,
quando mi riferisco a terapie per la trombosi emorroidaria mi riferisco alla somministrazione di farmaci sia per via orale che locale. L’uso di pomate cortisoniche ed anestetiche possono avere giovamento sui sintomi ma non sulla trombosi. L’assonzione di flavonoidi (arvenum) migliora sicuramente la circolazione ma non è risolutiva sui trombi. Comunque bisogna prima essere certi della presenza della trombosi e della sua gravità.
Cari saluti
Egregio dottor Nicastro, mi rivolgo a lei per avere se possibile un consiglio d'emergenza ed eventualmente rivolgermi a lei in privato, visto che svolge la sua attività anche a Roma città dove risiedo. Mi perdoni la delicatezza dell'argomento. Sono generalmente una persona sana, senza particolari patologie, se non emorroidi esterne (almeno credo solo esterne)comparse con il parto circa 23 anni fa, non mi hanno mai dato fastidio,in 20 anni avrò avuto 3 episodi di arrossamento ma senza sangue, curati con farmaci di uso topico. Recentemente con mio marito con particolare cautela abbiamo effettuato sesso anale, ripetuto in questi mesi poche volte e senza particolari problemi. Notando che la penetrazione ultimamente era meno dolorosa delle prime volte forse abbiamo peccato di sicurezza e diciamo abbiamo avuto un rapporto meno "delicato" lì per lì nessun sintomo, dal giorno dopo ad ogni evacuazione riscontro copiose perdite di sangue vivo ad oggi è la terza volta che accade e sinceramente comincio a preoccuparmi, potremmo aver fatto delle lesioni così importanti? E sarebbe stato possibile senza dolore? A parte una frizione un pò più importante delle altre volte? E' una pratica che facciamo da soli 6 mesi, ora siamo molto preoccupati per le conseguenze di questa cosa. Può dirmi se necessito di indagini appropriate? Tipo colonoscopia o rettoscopia o cosa altro ritiene opportuno? Ringrazio anticipatamente e le porgo distinti saluti
Cara Signora Cristina,
probabilmente il rapporto sessuale ha rivelato un problema già esistente. Per sua maggiore tranquillità è consigliabile una visita proctologica con una Videoproctoscopia Digitale. Non credo a lesioni gravi, piuttosto il trauma diretto può aver determinato piccole lesioni di facile risoluzione.
Resto a sua disposizione
egregio dottore non so le mia prima mail le sia arrivata ..le sarei grato se potesse darmi un consiglio sulle emorroidi e su quale metodo sia migliore tra il metodo Longo...e il metodo THD, visto di recente su rai 2 da parte del dottor. C. R presso l'ospedale policlinico gemelli di roma.
Caro Sig. Vincenzo,
a parte gli spot pubblicitari su una o l’altra tecnica io credo che la tecnica di Longo sia obsoleta e non risolva il problema ai pazienti, anzi spesso crea veri e propri danni. La deartirializzazione è una tecnica adeguata per le emorroidi di I e II grado (casi in cui io la applico) anche se qualche specialista ne pone le indicazioni anche nel terzo grado. In questi casi nella mia esperienza ho notato molti casi di ricomparsa della patologia. L’indicazione all’intervento, come ben può vedere, dipende dal grado della patologia e quindi nel suo caso non è possibile indicarne una precisa in quanto non conosco la gravità della patologia. Le consiglio una visita specialistica completata con videoproctoscopia digitale al fine di determinare il grado delle emorroidi e dare un giusto orientamento terapeutico.
Cari saluti
Gentile Dottore, ho 33 anni e da circa una settimana ho notato per caso una sorta di escrescenza sull'ano, in particolare sul lato dell'ano (ad ore 3 per essere più chiaro), tale "pallina" esterna è del tutto asintomatica se non fosse per la sua presenza e per un leggerissimo fastidio al tatto (non ho dolori durante l'evacuazione o sanguinamento). Premetto che normalmente sono abbastanza regolare sia nelle mie funzioni fisiologiche, nella dieta e svolgo regolare attività fisica. Il problema è sorto a seguito di un breve viaggio di 4 giorni durante i quali ho sofferto di stipsi a causa di una alimentazione molto disordinata(vino, dolci etc.). Due anni fa a seguito di bruciore e sanguinamento durante la defecazione mi sono sottoposto ad una visita proctologica in cui mi è stata riscontrata una ragade anale, terminata la cura prescrittami e regolarizzando la dieta non ho avuto in seguito alcun problema. Per il momento sto utilizzando una pomata (Emodil) a base di erbe. La ringrazio per la cortese attenzione e per l'utilissimo servizio che svolge tramite il sito internet. Cordiali Saluti
Caro Sig. Cristian,
quella che descrive potrebbe essere una dilatazione delle vene anali periferiche (dette emorroidi esterne) che episodicamente possono presentarsi a seguito di disturbi della defecazione. Tali alterazioni tendono a regredire spontaneamente, a volte possono trombizzare e dare dolore ma la loro risoluzione è legata alla regolazione dell’alvo ed all’uso di terapia locale con creme o pomate curative, come Lei sta già ben facendo. Solo la comparsa di altri nuovi sintomi (sangue, dolore, prurito) prevede una nuova visita proctologica per constatare che anche la sua ragade sia completamente cicatrizzata.
Cari Saluti
Egregio dottore, ho 30 anni e da quando ne ho 27 soffro di emorroidi. La prima volta sono uscite dopo la defecazione e sono guarite in un mese con l'applicazione di ruscoroid. In seguito, facendo attenzione, sono riuscito a non farle andare oltre il III grado. Il problema è che mi basta bere vino o birra (in quantità normale) per due-tre giorni che i problema si manifesta, e questo vista la mia età limita molto la mia vita. L'anno scorso ho fatto una visita specialistica e il medico mi ha detto che bisogna semplicemente evitare che vengano evitando alcolici e caffè (questi sono gli alimenti che, per mia esperienza, sono i più dannosi), mentre i trattamenti chirurgici si fanno solo quando non rientrano e che comunque se si è predisposti poi vengono ancora. Lei conferma oppure c'è un trattamento chirurgico o farmacologico che risolverebbe il problema definitivamente consentendomi di bere alcolici e caffè? Un'altra cosa: quando ho le emorroidi di III grado prendo arvenum 2 volte al giorno per 10 giorni, secondo lei queste dosi sono adeguate?
Caro Sig. Franco,
non posso confermare! Le emorroidi di III grado, sintomatiche e che limitano la qualità di vita del paziente devono essere trattate chirurgicamente. E’ possibile evitare attacchi acuti con una dieta e delle terapie farmacologiche, ma anche questo è una limitazione. Ha 31 anni, per quanti anni crede lei possa fare terapie mediche o una dieta. Riguardo la considerazione che le emorroidi “ritornano”, questo non è totalmente falso, in quanto le emorroidi recidivano solo se il trattamento chirurgico non è stato adeguato o meglio le emorroidi non sono state totalmente asportate. Per questo le consiglio una visita specialistica colonproctologca completata con videoproctoscopia per meglio inquadrare la sua malattia emorroidaria e decidere quale terapia è adeguata.
Cari saluti
Buonasera Dott. Nicastro, ho trovato la sua mail sul sito della Siucp. Vorrei chiederle innanzitutto come potrei contattarla per prenotare una visita presso di lei. Dove esercita, anche privatamente, e se possibile anche nel mese di agosto. Inoltre mi permetto anche di chiederle una cosa: per quanto riguarda il trattamento della patologia emorroidaria in soggetti giovani (ho 28 anni) è sempre meglio evitare un approccio sia esso ambulatoriale o chirurgico, o al contrario è meglio intervenire per evitare la progressione e l'aggravamento?In attesa di una sua risposta la ringrazio e la saluto.
Caro Sig. Gianni,
chiedo scusa per la tardiva risposta. Per poterle dare una risposta concreta dovrei prima visitarla. Per potermi contattare può trovare tutti i miei indirizzi sul mio sito.
cari saluti
Mi chiamo Maria ho 53 anni presento emorroidi di 3° grado con lieve discesa del piano perineale, defecazione ostruita(negli ultimi tempi meno costante) ipertono sfinterale,note di prolasso muco- emorroidario rettale basso e rettocele anteriore 1° grado. Da uno specialista mi è stato consigliato un intervento di emorroidectomia, da un altro non un intervento ma una riabilitazione anorettale con Biofeedback e un trattamento dilatante con coni Dilatan. Un terzo specialista mi consiglia un intervento di anopessi. Cosa mi consiglia di fare? In passato ho fatto alcune sedute di idrocolon, questo può aver causato il rettocele o il prolasso muco emorroidario.Cordiali saluti, grazie Maria
Cara Sig.ra Maria,
il quadro descritto e’ veramente suggestivo per una sindrome del perieneo discendente con associata una patologia anale (emorroidi). Nella mia esperienza evito di eseguire in prima istanza interventi chirurgici che molte volte oltre a risultare inutili per la risoluzione dei sintomi a volte risultano dannosi soprattutto quelli definiti come anopessi. Chiedo scusa per la tardiva risposta e spero che lei intanto non sia stata sottoposta ad interventi chirurgici. Una corretta valutazione proctologica e pelvi-perineale potranno indicare l’esecuzione di una rieducazione funzionale del piano perineale che portera’ alla risoluzione dei sintomi legati alla defecazione. Solo se i sintomi legato alle emorroidi persistono alla fine della rieducazione si potra’ prendere in considerazione la correzione chirurgica della patologia emorroidaria.Cari saluti
Salve dottore, ho 31 anni e da circa un mese soffro di emorroidi di 4° grado. Il mio medico mi ha fatto fare una cura di 2 settimana a base di crema e pastiglie ma la situazione non è migliorarato molto. Stavo pensando di andare da un proctologo e ho visto che vicino a Modena c'è il centro di Reggio Emilia che però utilizza la tecnica Longo. Non mi pare molto propenso a questa tecnica, o perlomeno viene utilizzata anche in casi non idonei. Lei da quanto ho capito asporta l'emorroide ma questa tecnica ho letto che è alquanto dolorosa, motivo per il quale si è sviluppata la Longo. Concludo dicendo che quando dottori di comprovata esperienza danno diagnosi così diverse risulta difficile decidere la migliore terapia. Grazie
Caro Sig. Mirko,
purtroppo la patologia emorroidaria è molto frequente e storicamente si è sviluppata la leggenda del dolore post-operatorio. Leggenda che spesso è realtà. Per questo si sono sviluppate tecniche che apparentemente sono descritte “miracolose” per le sequele dolorose ma altrettanto spesso così non è. Inoltre tutte queste metodiche alla fine sono risultate obsolete per la risoluzione della patologia. Così è successo per la crioterapia e attualmente per la tecnica di Longo. Non è vero che “curano” le emorroidi e non è cero che sono prive di dolore post-operatorio. Lo specialista “vero” proctologo ormai conosce bene la storia e la proctologia nel corso degli anni ha sviluppato tecniche per la risoluzione della patologia emorroidaria associando il fine di ridurre le complicanze dopo l’intervento ed anche il dolore. La tecnica che eseguo ormai da oltre 20 anni è stata più volte affinata e nei particolari modificata proprio per la risoluzione del dolore post-operatorio e nella mia esperienza personale posso contare sulle dita delle mani i pazienti che hanno avuto dolore dopo l’intervento ed ancor meno complicanze (emorragia e stenosi) su oltre 2000 interventi eseguiti. Riguardo la diagnosi ormai il paziente non deve avere dubbi in quanto con la videoproctoscopia digitale si ha una “fotografia” certa dello stato patologico mentre sulla scelta dell’intervento da consigliare questa è appannaggio dell’esperienza del chirurgo di cui il paziente si deve fidare. Non credo che oggi un chirurgo possa affermare che la tecnica di Longo asporta definitivamente le emorroidi e che a distanza di tempo questa patologia non si ripresenta più nella vita del paziente. Diversamente posso affermare che sulla lettera di dimissione che consegno ai miei pazienti la prima frase scritta è “la tecnica operatoria adottata non prevede l’insorgenza di dolore post-operatoria”.Cari saluti
Buonasera Dott. Nicastro, sono arrivato sul suo sito cercando qualche consiglio sulle emorroidi. Complimenti da subito perchè nella sezione "le tue domande" ho letto con interesse i numerosi scambi di email che ho trovato molto interessanti.Vengo al punto: da oltre 3 settimane soffro di emorroidi. Già in passato (ora ho 32 anni) mi erano "uscite" un paio di volte con molta distanza tra un evento e l'altro ma con della semplice preparazione H erano tornate immediatamente a posto. Ora invece sono sempre lì da 3 settimane e oltre. Ho preso il daflon 500mg in compresse, usato prima la preparazione H e la proctolyn poi ma non mi sembra la situazione cambi. Provando a spingerle all'interno, fuoriescono subito. Non ho sanguinamenti. Sono andato ieri dal mio medico curante che, senza visitarmi, mi ha detto con "sufficienza" di farmi vedere da un chirurgo e poi eventualmente toglierle con la crioterapia. Quello che le vorrei chiedere è: - prenotando una visita con la mutua mi hanno assegnato il chirurgo dott. C. di milano (dove risiedo) per i primi di settembre. E' corretto che veda un "chirurgo"? Non dovrei vedere qualcuno preparato specificatamente sul mio problema? Cosa ne pensa? - qualora dovessi essere operato, mi può consigliare qualcuno su milano? (al di là dell'operazione, anche per una visita mi farebbe una grandissima cortesia). Grazie in anticipo per il tempo che vorrà dedicarmi,
Caro Sig. Riccardo,
il mio primo consiglio e’ di farsi visitare da un proctologo. A Milano i centri di proctologia sono tanti. Il mio secondo consiglio e’, in caso si proponga un intervento chirurgico, di non optare per la crioterapia ne’ per quelle metodiche che non curano le emorroidi (proctopessi o metodo di Longo ecc). Se la patologia emorroidaria di cui soffre e’ di secondo grado potrebbe essere trattata con la dearterializzazione, se e’ di terzo o quarto grado ai miei pazienti consiglio l’emorroidectomia radicale che se ben condotta e’ scevra di complicanze e non prevede dolore post-operatorio. La ringrazio per i complimenti sperando di averle dato utili consigli. Cari saluti
Egregio dottore la voglio ringraziare anticipatamente per la tanto sperata risposta che mi auguro giunga in tempo breve, vista la preoccupazione che affligge la mia famiglia. Le scrivo a nome di mia madre, una donna di 67 anni che, nel corso di svariati anni ha subito due interventi di emorroidectomia e uno , recentemente, per l'asportazione di un polipo della mucosa anale. Ora (a causa di tali operazioni?) ha un restringimento evidente del retto che le causa una forte stipsi espulsiva tanto che per liberarsi, ogni giorno, è costretta ad evacuare 4 o anche 5 volte con evidenti conseguenze come emorragie e infiammazione delle emorroidi. Il chirurgo le ha consigliato dei dilatatori anali da eseguire due volte al giorno. Il dolore che deve sopportare è davvero insopportabile (anche se mia madre ha un livello di sopportazione davvero elevato) e vorrei sapere se queste applicazioni dovranno essere fatte per un periodo di tempo oppure se è condannata a vivere con questo tormento per sempre e soprattutto se questo è l'unico modo per uscire da questa situazione. Le descrivo qui di seguito alcuni esami svolti:ESAME DI RETTOCOLONSCOPIA eseguito fino al ceco ha dato esito negativo; evidenziata melanosi del colon a causa di lassativi assunti;negativa anche la biopsia retto distale.L'uso di enterolactis duo potrebbe aiutarla ad evacuare meglio o possono farle male?Grazie ancora e buon lavoro.
Caro Sig. Sergio,
credo che sua madre possa avere una stenosi anale post-operatoria. Possono essere indicati i dilatatori ma se provocano grande sofferenza non credo che sia la strada da percorrere. La stipsi di sua madre deve essere curata con metodi più naturali possibili e l’enterolactis duo potrebbe essere indicato, ma contemporaneamente è necessario definire al meglio la situazione anale. Il mio consiglio è di consultare un proctologo che eseguirà una videoproctoscopia digitale al fine di definire la situazione anale, capite l’origine del dolore e consigliare una adeguata terapia. Cari saluti
Poni una Domanda
Usa il form qui sotto per porre una domanda