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Gentile dottore, Spero in una Sua cortese risposta. Sono stato operato il 25 settembre con la tecnica Longo per un prolasso-emorroidi di 3-4 grado... senza sanguinamento. La protrusione emorroidale che si presentava ormai puntuale dopo l'evacuzione riuscivo, nel 90% delle volte, a ricondurla in sede con l'aiuto del polpastrello e solo in rari casi avevo rimanevano esterne per alcune decine di minuti... poi rilassando lo sfintere rientrava completamente. L'intervento è stato privo di dolore e sanguinamento e questo è stato davvero un sollievo date le ndicazioni trovate su vari forum online che parlavano di emorragie interne/esterne, di dolori intensi e quantaltro (PARLIAMO SEMPRE DELLA LONGO). Nonostante quindi l'assenza di queste sintomatologie alla prima evacuazione, non gassosa o liquida, ma solida, notai subito la presenza delle stesse protrusioni emorroidali, seppure collocate più in alto, ma sempre li... con una piccola spinta manuale ritornano prontamente in sede. Comunico il tutto al chirurgo che la mattina stessa, al momento del congedo, mi visita e mi dice che la presenza di queste poteva essere dovuta alla congestione delle stesse durante lo stress causato dal dilatatore e dalle varie manipolazioni avvenute durante l'intervento. A casa inizio ad avere subito evacuazioni regolari ma queste piccole protrusioni permangono per quanto rientrino immediatamente dopo la spinta peristaltica. Durante la normale attività quotidiana, passeggiate, raccolta di oggetti a terra, ecc. non percepisco più quella sottile sensazione che in passato poteva prevedere la fuoriuscita di una punta di emorroide dall'anello anale e questo è già un sollievo... Oggi, a distanza di 20 giorni, dopo 30 evacuazioni e più, la situazione sembra essere tornata nel complesso quasi come prima dell'intervento, ovvero devo rioperare la conduzione manuale della protrusione nella posizione interna all'anello dello sfintere e sono quindi ancora "bidè dipendente". E' così difficile eseguire una valutazione corretta dell'entità del prolasso? La presenza di tanti pazienti nelle mie condizioni sta provocando in me un certo senso di sfiducia, anche se il desiderio di mettere a posto definitivamente quella parte così delicata mi spinge a cercare alternative che mi diano la garanzia di una soluzione definitiva al problema. Interpellando altri suoi colleghi proctologi mi hanno confermato che il mio non è un episodio raro e che fortunatamente si può ripetere la procedura. Dopo quanto tempo ci si può rioperare per correggere nuovamente e possibilmente in maniera radicale e definitiva il prolasso con la Longo? aspettando sue notizie La saluto cordialmente
Caro Signor Massimo,
la cosiddetta tecnica di Longo non è da me considerata una valida tecnica per correggere il prolasso mucoso e per risolvere la patologia emorroidaria. A parte le complicanze, anche gravi, che possono verificarsi sono moltissimi i pazienti che non trovano risoluzione. Il fatto che la tecnica è descritta povera di complicanze dolorose (cosa non prorpio vera visto che la percentuale di pazienti con dolore è superiore ad altre tecniche anche quelle più tradizionali) sono ancora molti i pazienti che facilmente si sottopongono (certamente anche convinti dal chirurgo) a questo intervento. Il suo è un ulteriore insuccesso della tecnica e confermna quanto ormai molti specialisti affermiamo e cioè che questa può essere attuata solo in casi selezionati. I suoi dubbi sono leggittimi e voglio solo aggiungere che quando si parla di prolasso rettale è solo per giunstiicare l’uso della suturatrice meccanica. Invece il prolasso mucoso si accompagna sempre alle emorroidi di grado elevato (III avanzato – IV grado). La valutazione del prolasso è fatta semplicemente con la visita proctologica completata con la videoproctoscopia. Ma una domanda vorrei porla io: perchè pensa ancora alla tecnica di Longo? Guardi che
sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Mi permetto solo di suggerirle che esistono tecniche più efficaci, indolore e alcune veramente poco invasive (come la THD).
Cari saluti
Egregio dott. Nicastro, ho letto le sue risposte sul web e mi sembra una persona seria, anche perchè non è favorevole al metodo Longo che ho subito due anni fa. Beh, le mie emorroidi sono tornate tali e quali, dolorose non sanguinanti, pulite, ma assolutamente proibitivo per me durante il picco camminare. Cosa fare? Qual è il posto più vicina a Firenze dove Lei visita?
Cara Signora Alessandra,
non sono favorevole al metodo Longo non per “ideologia” quanto per l’osservazione di quanto accade ai pazienti che subiscono questo tipo di intervento. Nel suo caso una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale potrebbe
essere utile al fine di definire l’esatta gravità della patologia e quindi stabilire un adeguato percorso di terapia. Mi spiace non poterle dare conforto sulla possibilità di visitarla a Firenze, rimanendo Roma la sede principale dove svolgo la mia attività professionale. Cari saluti
Buongiorno dott. le chiedo una consulenza in quanto da circa un mese mi trovo sempre con l'ano umido, con conseguenza che sono sembre bagnato, metto la carta igenica per non sporcare le mutande. Ho fatto una visita chirurgica ma non mi hanno saputo dire niente mi hanno detto tutto nella norma emmoroidi flacide, 8 mesi fa ho fatto una visita sigmoscopica ed e risultato emmoroidi che adesso sono diventate flacidi ma non esterne. Ogno tanto sento una specie di tensionella zona del cocige e a volte dolore quando mi siedo, ma è possibile che se avessi qualche fistola nella visita chirurgica non si sono accorti di niente? Vorrei risolvere il problema in maniera definitive, io abito a Cagliari ma se lei mi dice che risolve il problema posso vedire anche da Lei almeno che lei conosce qualche medico proctologo a cagliari bravo da potemi indirizzare. Saluti
Caro Signor Rossano,
la diagnosi di ano umido è una condizione che prevede la conccomitanza di altre patologie anali. Quello che non ho capito nellasua richiesta è la diagnosi fatta di emorroidi flaccide, che non esiste nel gergo tecnico e nemmeno “volgare”. sarebbe utile che lei si sottoponesse a visita speciliastica colonproctologica, magari completata con videoproctoscopia digitale, al fine di diagnosticare bene la sua patologia e quindi affrontare una adeguata terapia.
Cari saluti
Egregio Dott. Nicastro, mi rivolgo a lei, chiedendole un consulto in uno dei suoi studi, in quanto sono "afflitto", ormai da qualche anno, da emorroidi di I grado, o così mi vengono diagnosticate. Negli ultimi mesi, il sanguinamento è molto frequente (4-5 volte a settimana) e dopo numerose visite, ed esplorazioni rettali, mi onfermano la diagnosi. Ho 34 anni, io le chiedo.. ma per coscienza, perchè nessuno dei suoi colleghi si è spinto almeno ad un'anoscopia? Nessuno me l'ha proposta, e sono amareggiato, stò facendo terapia con arvenum 500 e schiuma rettale a base di idrocortisone, con scarsi risultati. Sono un autista, tra l'altro nel settore sanitario, quindi si può immaginare i fastidi che mi provoca questa patologia. Confido in lei e attendo un suo contatto.
Caro Signor Paolo,
non capisco nemmeno io perchè un medico di fronte ad una persona sofferente non riesca almeno a dare risposte quanto più esaustive. Ma non voglio polemizzare con nessuno. La visita proctologica deve essere completata con un esame endoscopico e se non si è in possesso del videoproctoscopio digitale almeno una anoscopia o rettoscopia deve essere fatta per stabilire una esatta diagnosi. Solo dopo è possibile dare terapie adeguate e nel suo caso i frequenti sanguinamenti e dolori pongono una maggiore attenzione sul grado di diagnosi e quindi intraprendere un adeguato percorso di terapia. Cari saluti
Salve, sono uno studente di 27 anni e ho un problema di condilomi del canale anale. In principio erano esterni (avevo fatto una rettoscopia e il retto era libero) e li stavo curando con l'aldara ma poi, complice un trattamento con proctolyn per emorroidi interne, devo averli portati più internamente a livello dell'orifizio interno visto ke sento dei nodulini a circa 1 cm dall'orifizio interno. Ora sto facendo un'altra cura con aldara ma non credo di risolvere anche perchè è difficile mettere il farmaco internamente. Non posso farmi operare qua nella mia citta perchè non voglio che si sappia che ho preso i condilomi rettali quindi preferirei andare fuori ma la mia dermatologa mi ha detto che è necessario un intervento di eversione della mucosa..volevo sapere se esistevano metodi meno invasivi e se è necessario il ricovero oppure si può fare qualcosa ambulatoriamente grazie per l'attenzione
Caro Signor Luca,
mi perdoni l’ignoranza ma in tanti anni di sala operatoria non ho mai fatto un intervento di “eversione della mucosa” per curare dei condilomi. Sicuramente la dermatologa avrà maggiori conoscenze a riguardo ma il mio consiglio è che se lei soffre di condilomi ano-rettali l’unico specialista che può curarlo con adeguata professionalità è il colonproctologo chirurgo che saprà decidere l’entità dell’intervento e tutti i dettagli possibili. Cari saluti
Salve Dott. Nicastro, mi rivolgo a lei in quanto citato da molti dei suoi colleghi come un'autorita' indiscussa nel campo della proctologia. Per non rubarle troppo tempo le descrivo in breve la mia "storia" sono stato operato due volte presso .........a Latina, la prima volta nel 2000 per emorroidi e durante l'anestesia totale ho avuto un prolasso anorettale, in quell'occasione mi e' stato operato con un a corona di micropunti e sono stato bene per circa due anni, dopodiche' pian pianino si sono ripresentati tutti i sintomi delle emorroidi con cospicue perdite di sangue durante le evacuazione; ho tirato avanti con cure farmacologiche fino al luglio 2008 quando lo stesso dottore che mi opero' nel 2000 mi diagnostico' ragadi anali per giustificare la perdita di sangue durante le defecazioni, cosi lo stesso dott. mi ha rioperato il 3 luglio 2008 in day hospital, e durante l'intervento con anestesia totale ho riavuto un'altro prolasso che questa volta a detta del dott. stesso e' stato solo tamponato mentre la ragade operata con successo. Purtroppo per me a distanza di pochi mesi dall'operazione sono addirittura peggiorato presentando quindi delle emorroidi persistenti e una perdita di sangue ad ogni evacuazione, talmente abbondante da rendermi anemico. I giorno 07-10-2008 sono stato visitato dal dott. Fontana che molto umilmente e sinceramente mi ha diagnosticato un prolasso anorettale che dopo due operazione malriuscite non si sente in grado di operare, consigliandomi di optare per la risoluzione definitiva del mio problema solamente un'autorita' superriore come e' la sua persona, perche' dopo due interventi che hanno solamente peggiorato la mia situazione ritiene che il terzo debba essere assolutamente risolutivo. Spero di aver descritto la mia situazione chiaramente in modo da farle capire il piccolo dramma che sto' vivendo abbastanza chiaramente. Spero di avere presto sue notizie. Nel ringraziarla anticipatamente Le porgo distinti saluti.
Caro Signor Giuseppe,
avrà senza dubbio compreso che nessun prolasso possa avvenire durante l’anestesia generale e che i trattamenti chirurgici effettuati (tecnica di Longo e poi ragade) sono stati del tutto infruttuosi. Prima soffriva di malattia emorroidaria e oggi soffre della stessa malattia poichè questa non è mai stata trattata. Io la ringrazio delle belle parole avute nei miei confronti anche da parte di un illustre medico quale è Benedetto Fontana. Prima di prendere ogni decisione terapeutica è necessario io abbia la possibilità di visitarla per avere una valutazione sullo stato attuale della sua patologia. Cari saluti
Caro Signor Giuseppe, avrà senza dubbio compreso che nessun prolasso possa avvenire durante l'anestesia generale e che i trattamenti chirurgici effettuati (tecnica di Longo e poi ragade) sono stati del tutto infruttuosi. Prima soffriva di malattia emorroidaria e oggi soffre della stessa malattia poichè questa non è mai stata trattata. Io la ringrazio delle belle parole avute nei miei confronti anche da parte di un illustre medico quale è Benedetto Fontana. Prima di prendere ogni decisione terapeutica è necessario io abbia la possibilità di visitarla per avere una valutazione sullo stato attuale della sua patologia. Cari saluti
Cara Signora,
le sue domande sono più che opportune ma non è etico suggerire terapie per via telematica. Anche se il mondo volge verso il virtuale credo che la medicina, anche se trae immensi vantaggi dall’evoluzione elettronica, sia ancora un’arte intellettuale e manuale per cui il rapporto diretto tra medico-paziente sia insostituibile. Se la diagnosi fatta è adeguata i fastidi anali all’evacuazione possono essere determinati dalla presenza della ragade. Anche se lei non riferisce particolari sintomi allora perchè esegue una terapia medica ogni 3 mesi? La prevenzione della patologia anale si basa più sulla dieta, sulle abitudini di vita, sull’igiene che sulla somministrazione di farmaci. Il mio consiglio è di sottoporsi a visita proctologica completata con videoproctoscopia al fine di diagnosticare correttamente lo stato patologico e quindi stabilire un adeguato percorso terapeutico. Cari saluti
Egr. dottore le espongo il mio problema. Sono una di 54 anni che è stata visitata a distanza di cinque mesi da due suoi colleghi.Precendentemente avevo fatto una colonscopia negativa, esami nella norma,una rettoscopia negativa.Le visiste con anoscopia hanno evidenziato modesto rettocele anteriore e iniziale prolasso della mucosa del retto,emmorroidi di primo e secondo grado,ne ragadi,ne fistole,nè infiammazione.Io vado regolarmente di corpo la mattina dopo colazione senza sforzo e poi ho un nuovo stimolo dopo pranzo,questa volta la quantità delle feci è minima e l'evaquazione avviene con un pò di sforzo.Mi è stato consigliato di ignorare questo secondo stimolo non impellente.Io continuo ad avere fastidi all'ano e dolori non forti. Le faccio presente che soffro di depressione con disturbi ossessivi e una di queste ossessione è diventata per me l'andare in bagno.Sono terrorrizzata all'idea di non andare e non sono tranquilla se non evaquo almeno due volte.Le chiedo può la psiche arrivare al punto da far sentire dei disturbi all'ano quando in relatà non c'è nulla.Mi fido del suo parere grazie
Cara Signora,
grazie della fiducia, ma che bella respinsabilità che mi afida! Le rispondo che il colon è il nostro secondo cervello e, come scrivo ne Il Dono Negato, l’ano è un organo intelligente. Penso che queste due affermazioni possano bastare per chiarirle le idee, ma comunque non è così semplice e il dolore avevrtito con la seconda defecazione non centra molto con la psiche. Una videoproctoscopia digitale potrebbe dirimere dubbi diagnostici e permettere un adeguato percorso di terapia. Cari saluti
Il giorno 07/10/2008 sono stata operata per la seconda volta di emorroidi esterne, non riducibili e non sanguinanti con prolassectomia secondo Longo. La prima volta è stato nell'anno 2002 e dopo un paio di anni si sono ripresentate. Dopo l'operazione c'erano delle perdite di sangue che giorno dopo giorno andavano diminuendo, adesso da giorni 15 nelle feci c'è una striscia di sangue rosso, la stessa cosa c'è nella carta igienica (sangue vivo). Il giorno 20/10/2008 sono andata a visita, il proctologo Dr. .... mi ha risposto che i punti interni erano asciutti e mi ha inserito un elastico perchè era rimasto un piccolo prolasso e non ha saputo darmi una risposta plausibile per la perdita di sangue, mi ha detto solo che se tra un mese continua ad uscire ancora sangue, devo fare una colon-scopia. Desidero conoscere se la perdita di sangue dopo g. 24 dalla prolassectomia può essere una cosa normale o è possibile che qualcosa durante l'operazione non sia andata bene, sta di fatto che prima dell'operazione non avevo perdite di sangue. La invito a comunicarmi la sua opinione e se ritiene che ci sia bisogno di una visita possiamo stabilire un appuntamento. Cordiali saluti
Cara Signora Rosaria,
l’intervento da lei subito per ben due volte non cura la patologia emorroidaria e spesso questa si ripresenta, come nel suo caso. Invece le perdite di sangue che avvengono dopo il secondo intervento con suturatrice meccanica potrebbe dipendere da tanti fattori che andrebbero meglio indagati con una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale. Resto a sua disposizione Cari saluti
carissimo Dottore, sono veramente demoralizzato e sto pensando di andare addirittura da uno psicologo dato il mio stato d`animo. il 9 marzo 09 sono stato sottoposto ad intervento chirurgico di emorroidi di III grado con prolasso con metodo Thd. premetto di soffrire di questo problema da circa 10 anni. dopo l`intervento da è iniziato il mio calvario. dopo 5 giorni di intenso dolore quantificabile da 1 a 6 il mio era a 5, sono subentrati altri problemi quali sanguinamenti abbondanti ~ stati emorraggici ~ per 5 gg dovuti a detta del dott che mi ha operato alla presenza di un`ulcera formatasi su un punto di sutura. cura prescritta Ugorol in fiala da diluire con acqua e applicare con peretta. terminata la fase del sanguinamento ora ho un prolasso permanente nella parte anteriore dell`ano, verso il genit. per capirci, cosa che prima dell`intervento nn avevo, infatti mi era stato diagnosticato emorroidi di III grado con prolasso che dopo ogni evacuazione dovevo riposizionarlo manualmente senza che riusciva fuori. oggi a distanza quasi di un mese dall`intervento mi ritrovo peggio di prima e, dopo la cura di Ugorol, oggi ho notato ancora con sangue durante l`evacuazione. il dott che mi ha operato mi ha detto che dovrò sottopormi ad altro intervento. Nell`occasione volevo un consiglio da lei sul tipo di intervento da fare e ... una domanda ... se posso ancora fidarmi di questo dott. purtroppo io risiedo in provincia di Varese e Roma nn è così vicina . nn può capire il mio stato d animo dottore e lo stato di disagio quotidiano specialmente nelle ore di lavoro ... un vero calvario. la ringrazio per la sua disponibilità e professionalità che, da quanto letto nel forum, riesce a dare.
Caro Signor Gianluca,
nella mia esperienza con la THD non ho mai assistito ad un decorso così complicato come lei descrive. Questo non significa che ilchirurgo che ha eseguito l’intervento non sia stato abile nell’esecuzione dell’intervento piuttosto bisogna veramente capire cosa abbia potuto causare il dolore (assente per definizione con questa metodica) e il sanguinamento (spiegabile con una lacerazione/ulcerazione di un punto di sutura). Certamente il decorso non è stato usuale visto anche la precocità del prolasso e la sua persistenza. Prima di pensare ad un ulteriore intervento e decidere sulla tecnica a mio parere bisognerebbe accertarsi dello stato attuale della patologia mediante una videoproctoscopia digitale. Solo dopo questi primi passi è possibile stabilire un percorso terapeutico adeguato.
Cari saluti
Salve Dottore nel 2004 sono stato operato di emorroidi con il metodo Longo. Dopo circa 2 anni dall'operazione ho ricominciato ad avere nuovamente piccole perdite di sangue, piccole perdite di sangue che ora sono diventate abbondanti perdite di sangue. Cosa mi consiglia di fare? Devo rioperarmi? Con quale tecnica? Ho sentito parlare di crioterapia. Grazie per l'aiuto
Caro Signor Nicola,
innanzitutto deve sottoporsi a visita proctologica completata con una videoproctoscopia per potere definire l’origine dei sanguinamenti e la persistenza della patologia emorroidaria. Solo dopo è possibile stabilire una adeguata terapia. Un unico consiglio sulla scelta: la crioterapia è stata bandita dalle società specialistica come cura dele emorroidi e non rappresenta “un miracolo” come anche il metodo Longo.
Cari saluti
Egregio dottore,sono un professionista di anni 58 e dopo anni mi sono deciso a sottopormi a visita proctologica nella quale mi è stato diagnosticato un prolasso retto-anale interno ed esterno riducibile - sintomi da ostruita defecazione- ragade anale con polipo e mi è stato conseguentemente suggerito l'intervento tipo STARR.Riservandomi di contattarLa per una ulteriore visita Le sarei grato se potesse confermarmi sin da ora che la metodica più idonea per risolvere il mio problema sia quella definita THD. La ringrazio e saluto distintamente.
Caro Signor Francesco,
nel suo caso mi sento di dire che l’unica metodica che deve evitare è proprio la STARR per la concomitanza della ragade anale. Una visita proctologica completata con videoproctoscopia è utile per poter definire il vero grado della patologia emorroidaria e dell’eventuale prolasso, la cronicità della ragade. Per la patologia di II-III e IV grado non complicato è indicata (a mio parere) la THD con associata o meno la proctopessi e, se confermata la presenza di ragade anale, la fissurectomia contestuale. Resto a sua disposizione ringraziandola per la fiducia
Cordialmente
caro dottore le scrivo di nuovo a distanza di tempo nel 2006 mi sono sottoposto adun intervento alle emorroidi di tipo sanguinanti con il metodo longol'intervento è riuscito ma da subito accusavo dolore cosa che prima non avevo con passare dei mesi lecose non sono migliorate ma si sono complicate spece quando andavo al bagno x la cacca devo sempre sforzarmi cosi dopo giri vari ho iniziato ad assumere kiwi prima 2 a colazione 2 a pranzo e 2 a cena e devo dire che lo cosa ha funzionato poi sono passato a 1/2a pranzo e 1 a cena ma ultimamente vado in blocco e mi e uscito del sangue causa sforzo cosa mi consiglia di fare in un mio recente controllo mi hanno consigliato un intervento correttivo in pratica dove si creato l'anello di sutura la parete si è inspessita e l'intervento consiste nell'intaccare l'anello per farlo diventare più mobile e così da permettere la normale funzione dell'ano lei cosa ne pensa???!!! grazie
Caro Signor Francesco,
la stenosi del retto conseguente all’intervento di Longo non è rara e la sua risoluzione è un reintervento. Una visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per definire meglio la diagnosi e indicare una adeguata terapia.
Buongiorno, vi scrivo per avere un consiglio. Una visita proctologica di 2 anni fa ha diagniosticato emorroidi interne di I-II grado. anusite. Margine anale: piccola marisca anteriore soffice. plesso emorroidario esterno lievemente congesto. Canale anale:normotomico, elastico, non dolente. mucosa iperemica, gavoccioli emorroidari modestamente congesti, non prolassati. Retto: mucosadistale iperemica, non lesioni palpabili in ampolla. Raramente mi danno fastidio e molto raramente ho perdite di sangue ma vorrei sapere se con il metodo thd potrei eliminarle... grazie, silvia
Cara Signora Silvia,
se la diagnosi di malattia emorroidaria di I-II grado è confermata mediante una visita colonproctologica recente (magari completata con videoproctoscopia digitale) il metodo della dearterializzazione (con THD o HAL doppler) trovano una giusta indicazione anche se la la chirurgia è indicata solo nei casi di sintomaticità
Cara Signora Giovanna, mi sempbra strano come l'intervento di dearterializzazione possa aver provocato l'incontinenza fecale anche perchè la tecniche non prevede la rimozione di tessuto e quindi vi è l'assoluta impossibilità di ledere chirurgicamente gli sfinteri. Tranne che l'incontinenza non fosse pre esistente all'intervento e questo ha solo evidenziato il problema. Non è vero che non esistono vie oltre la ricostruzione (di cosa se niente è stato leso?). Ma una adeguata terapia dell'incontinenza fecale prevede prima lo studio corretto della causa che provoca questo terribile sintomo e solo dopo è possibile stabilire un corretto percorso di terapia che, nella mia esperienza, nella maggior parte dei pazienti è riabilitativo.
salve io mi chiamo maria ,ho subito la legatura elastica delle emorroidi.dopo un periodo di degenza avverto sintomi di bruciore e pesantezza anale.puo dipendere dall’intervento fatto ?e quale cura e possibile per questi sintomi .attendo una sua risposta .distinti saluti
Gent.mo Dottor Nicastro, cercherò di riassumere brevemente la mia storia, sperando possa aiutarmi. Ho 36 anni, 10 anni fa fui operata di emorroidi di IV grado con prolasso e ragadi. L'intervento di Milligan Morgan, fu piuttosto lungo e complicato (inizialmente infatti mi avevano classificato le emorroidi come di II grado). Il post operatorio fu dolorossisimo e l'operazione non fu neanche risolutiva: mi lasciarono un emorroide esterna per evitare la stenosi. Dopo circa tre anni questa emorroide diede luogo ad una trombosi curata con una massiccia dose di Daflon. In seguito a diverse visite mi consigliarono di fare un pò di "ginnastica" con Dilatan perchè avevo un ipertono dello sfintere che causava lo strozzamento del nodolo emorroidale con conseguente rigonfiamento e dolore. La ginnastica per un pò ha migliorato il problema, ma non lo ha risolto. Cinque mesi fa, ho avuto il primo figlio (ovviamente con un cesareo), questo evento, unito alla mancanza di cure (sia in gravidanza che in allattamento mi hanno vietato di prendere flavonoidi) ha reso di nuovo molto critica la mia situazione. Attualmente infatti non è più presente solo un emorroide ed ogni mattina la defecazione,è molto dolorosa, accompagnata da frequenti sanguinamenti, talvola sono presenti anche dei grumi di sangue vivo. In seguito devo quasi sempre rimenttere manualmente "tutto in ordine", rimanendo almeno dieci minuti a riposo per il dolore. Mi sono sottoposta ad una ulteriore visita con rettoscopia, ma non è stata per nulla esaustiva. Il chirurgo infatti non ha potuto garantirmi un'operazione con il metodo THD (ha detto che solo quando andrà ad aprire potrà sapere la situazione reale), nè ha saputo tranquillizzarmi circa l'idea di avere un altro bambino nel giro di un paio di anni. La ringrazio per il tempo e l'attenzione che vorrà dedicarmi, sperando possa porre fine a questo stillicidio.
Cara Signora Paola,
solitamente la programmazione di un intervento chirurgico prevede un esatto inquadramento dagnostico prima che il paziente entri in sala operatoria. L’intervento programmato potrebbe non essere ultimato se durante l’atto chirurgico si riscontrano situazioni anatomiche che costringono il chirurgo ad adottare un procedimento diverso. Nel suo caso sono tante le variabili da studiare (emorroidi recidive, il gradodi patologia e la presenza o meno di prolasso mucoso). La visita proctologica completata con l’esame endoscopico (rettoscopia o meglio
videoproctoscopia) è elemento utile ai fini della esatta diagosi e solo in caso di dibbi si decidono ulteriori accertamenti. Questo modo di procedere dovrebbe portare il medico a pianificare un interevnto utile alla risoluzione della patologia che affligge la persona e non aspettare di “aprire” per capire cosa fare.
gentile dottor nicastro sono una ragazza di 25 anni mi sono sottoposta ad un intervento di emorroidectomia sec.MM circa due giorni fà mi hanno detto non hanno potuto risolvere completamente il problema, adesso a distanza di due giorni mi ritrovo sia con il dolore postoperatorio che con il dolore delle emorroidi rimaste,mi chiedevo se con la ferita ancora fresca potevo continuare a curare ancora le emorroidi rimaste con la crema anti emorroidale ,volevo aggiungere che come antidolorifico mi hanno prescritto semplicemente OKI IN BUSTINE anche se ho dei forti dolori ,volevo anche chiederle se dopo l'intervento effettuato in anestesia spinale sia normale avere dei forti dolori alle gambe .la ringrazio anticipatamente per la sua attenzione aspetto una sua risposta.
Cara Signora Antonia,
Le sue domande sono lecite ma dovrebbero essere rivolte al chirurgo che ha eseguito l’intervento che sicuramente potrà darle risposte più approrpiate. Da parte mia le posso dire che l’intervento di emorroidectomia solitamente è indicato nel grado più elevato della patologia emorroidaria e il suo intento è appunto la risoluzione totale della patologia. Non conoscendo i motivi che hanno condotto ad una parziale risoluzione della patologia non posso essere più chiaro ella risposta. Riguardo il dolore post-operatorio anche questo, oggi, nella emorroidectomia non è un evento frequente e può essere controllato con antidolorifici più importanti che comunque andrebbero prescritti dal curante. Riguardo le creme è inopportuno applicarle su ferite ancora aperte mentre potrebbe assumere venoprotettori per via orale.
gentilissimo dott attilio nicastro son un ragazzo di 42 anni ho problemi di ragade ed emmorroidi sono stato gia' operato 2 volte la prima di emorroidi e la seconda volta circa 2 anni fa di prolasso ho fatto l'intervento secondo longo pensavo di aver risolto il problema ma ultimamente ho dinuovo problemi ma penso che sono ragade perche mi sanguinano ogni giorno vado molto sangue bruciano e dannoprurito e molto fastidio cosa posso fare pr risolvere il problema attendo vostre notizie distinti saluti
Caro Signor Antonio,
sarebbe oportuno che lei si sottoponesse a visita proctologica completata con una video
proctoscopia al fine di stabilire l’esatta diagnosi della patologia che la sta facendo soffrire. L’intervento con suturatrice meccanica (di Longo) non solo non cura le emorroidi (secondo me) ma può dare anche diversi disturbi simili a quelli che lei lamenta. Per questo è necessario l’approfondimento diagnostico e poi decidere una adeguata terapia.
Cari saluti
Buon giorno dott.Nicastro. le espongo il mio problema :da 3 settimane soffro di "prolasso mucoso da panzamento" .Ho 2 grosse "marische di mucose prolassate" ,che vengono ridotte in ano.Internamente non ho nulla.Il medico che mi ha visitato mi ha dato una pomata "fitostimoline" da fare dei massaggi interni...non riesco più a condurre una vita normale.Il dolore é sconvolgente mi paralizza talvolta non riesco a camminare. Tutto ciò mi ha portato a un dimagrimento eccessivo e sono sempre debole. Cosa posso fare per guarire al più presto perchè non ce la faccio più? le premetto che ho 29 anni! La ringrazio tantissimo,e le auguro un buon lavoro.
Cara Signora Ilenia,
credo che la prima cosa da fare è avere una certezza diagnostica sulla patologia, in quanto il prolasso mucoso al ponzamento con la presenza di marische dovrebbe essere ben inquadrato. Infatti la probabilità che lei soffra di patologia emorroidaria e questo spiegherebbe la sua sofferenza. Una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale potrebbe dirimere i dubbi e consigliare un adeguato percorso di terapia.
Cari saluti
gentile dottore, ho 42, sono insegnante di lettere di una scuola superiore. Scrivo perchè ho un problema di emorroidi doloranti e sanguinati, che si protrae da diversi mesi, probabilmente aggravato dalla nascita di mia figlia avvenuta 10 mesi fa. Potrebbe offrirmi alcune informazioni su tecniche non invasive inerenti il trattamento della problematica descritta? In attesa di una risposta, porgo cordiali saluti.
Cara Signora Daniela,
la patologia emorroidaria riconosce quattro gradi di gravità (dal primo al quarto in ordine crescente). Ogni grado di patlogia riconosce una sua terapia (anche in relazione ad altre caratteristiche cliniche della persona). Quando la patologia diventa sintomatica, al di là del grado, è opportuno un trattamento definitivo. Quello che oggi modernamente sembra dare maggiori soddisfazioni in termini di risultati e di “gradimento” mininvasivo da parte degli specialisti e dei pazienti è la dearterializzazione selettiva (THD) dei plessi emorroidari. Comunque non esiste una terapia valida per tutte le persone (fortunatamente siamo diversi uno dall’altro) e solo una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale può porre una esatta diagnosi e stabilire un adeguato percorso di terapia.
Cari saluti
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