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Domande e Risposte su: Carcinoma del colon e del retto

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gentilissimo dottore mio marito di 41 anni ha effettuato un anno fa l'asportazione di polipo con il seguente referto istologico :frammenti disgregati e non sempre orientabili di adenoma tubulo villoso con displasia di alto grado. Effettuata nuova colonscopia con esito positivo dopo sei mesi. a dicembre analisimolecolare sui vetrini che indica:hMSH2PRES /Hmsh6PRES/ Hmlh1PRES/ Hpms2 PRES l'analisi dei loci mononucleotidici BAT-26,BAT-25,NR-22,NR-24 ha evidenziato la assenza di instabilita' dei microsatelliti in tutti i loci esaminati.Vorrei un suo parere aspetto una sua risposta grazie dell'attenzione

Cara Signora,
Le analisi genetiche sembrano dimostrare la presenza di geni mutageni che predispongono al carcinoma colorettale. Questo non significa che il cancro debba presentarsi in ogni caso ma solo che le persone con questi geni mutati hanno una maggiore predisposizione al cancro colorettale e quindi devono eseguire cadenzati controlli endoscopici. Essendo una mutazione genetica dominante i genetisti consigliano di estendere le indagini a tutti i diretti familiari della persona con mutazione presente (figli, fratelli, genitori) al fine di operare una corretta prevenzione. Comunque già l’asportazione del polipo tubulo villoso con displasia grave è un evento che se manifestato in giovane età deve mettere in allarme la prevenzione e suo marito almeno dovrà sottoporsi a frequenti controlli clinici.

caro dottore le volevo chiedereun informazione sulla stomia e sull´asportazione dell´ ano.Mia mamma e stata operatacirca due mesi fa al colon retto con asportazione di una parte del colon piu ano, ma da 3 giorni sta sanguinando dall´ ano e le anno consigliato di farsi una T:A:C PELVICA e preoccupante oppure e tutto normale anche se non riesce ancora a sedersi e tornare alla vita normale e sempre sul letto. La ringrazio anticipatamente cordiali saluti.

Caro Signor Michele,
non è normale e sua madre prima di eseguire altri accertamenti (a volte inutili) dovrebbe sottoporsi a visita specialistica di controllo. Potrebbe sanguinare la ferita o essersi creata una lesione cutanea dove è stato suturato il perineo dopo l’asportazione dell’ano e quindi non è tutto normale così come non è normale che sua madre non abbia ripreso la sua vita quotidiana.
Cari
saluti

Egregio dottor Nicastro Dopo l'intervento per carcinoma del retto (avvenuto tre anni fa) ho tenuto per circa cinque mesi la sacca. Tolta la sacca, per ripristinare le normali funzioni fisiologiche, sono cominciati seri problemi nel momento di defecare. Passo molte ore in bagno con un senso di dolore e pesantezza in basso e lo stimolo di defecare ma senza alcun risultato, mi succede che dopo mi scarico addosso senza rendermene conto. La notte è un incubo, sono più le ore che sto in bagno che quelle di sonno, ma lo stesso non riesco a scaricare. Questo problema sta condizionando la mia vita e vorrei poter trovare un rimedio. La ringrazio anticipatamente e spero che lei possa aiutarmi a trovare un rimedio a questo mio doloroso e imbarazzante problema. Cordiali saluti.

Caro Signor Demetrio,
i problemi della defecazione dopo un intervento per carcinoma del retto posono essere relativi a tanti eventi. Innanzitutto la mancanza dell’ampolla rettale può esporre il paziente a continue evacuazioni e anche ad episodi di incontinenza fecale. Questi disturbi comunque dovrebbero regredire con il tempo. Quello che lei descrive invece è, a mio parere, un problema diverso. Potrebbe trattarsi di una stenosi della anastomosi colo-rettale. Una visita proctologica con videoproctoscopia potrebbe essere necessaria per porre una adeguata diagnosi. Lo specialista dopo potrà decidere se effettuare un ulteriore approfondimento diagnostico (manometria ano-rettale ecc.).
Cari saluti

a mio padre,74 anni,e'stato diagnosticato adenocarcinoma dell'intestino grosso di circa 7 cm.puo'ben immaginare la mia disperazione.puo',cortesemente,indicarmi l'iter da seguire?

Cara Signora Patrizia,
credo che suo padre si debba affidare alle cure del chirurgo per l’asportazione del tratto di colon colpito dal tumore. Prima comunque il chirrugo indicherà alcuni esami (TAC, ecc.), necessari per stabilire l’esatta stadiazione della malattia tumorale.
Cari saluti

Buongiorno dottor Nicastro, e complimenti vivissimi per la sua attività. Le scrivo per via di mio fratello maggiore, che ha 51 anni, vive a Genova, in casa con me e la mia famiglia. Le anticipo che mio fratello è un professore universitario di filosofia, celibe, amatissimo e viziato da mia moglie e da mia figlia che gli fanno da mamme, ama il suo lavoro, vive una vita serena, ma fin da bambino soffriva di psiconevrosi ossessivo-compulsiva, in seguito ha sviluppato fobie ipocondriache, ed è seguito da una psicologa da alcuni anni. Da poco più di 4 mesi s'è convinto di avere un tumore al colon-retto, perchè dice che gli son cominciati vaghi disturbi: flatulenza, tensione alla pancia, a volte feci secche dure che escono con fatica, a volte va due volte in bagno a poche ore di distanza l'una dall'altra; non ha mai perso sangue e non ha avuto malori. Gli ho detto di fare una colonscopia per quietarsi, ma lui ha paura perchè dice che si può perforare l'intestino. I raggi non li vuol fare perchè teme le radiazioni. Io lo conosco bene e so che sono scuse, ha paura dei risultati. A fatica l'ho convinto a fare gli esami del sangue ed erano tutti nella norma, a parte una lieve anemia (RBC 4,5; Hb = 14,1) che però ha sempre avuto, nel 2004 aveva RBC = 4,6. Adesso entro nel merito della domanda che intendo porLe. La psicologa gli ha detto che non può essere un cancro, gli ha fatto questo ragionamento: "se fosse un tumore del colon-retto, sintomatico anche se in modo leggero da oltre 4 mesi, si dovrebbe vedere qualcosa di più, come sangue con le feci, febbre, debolezza e dimagrimento. Invece tu negli ultimi mesi sei ingrassato, non hai febbre, e non ti senti debole. Quindi non puoi avere un cancro in sviluppo nella pancia". E' vero, mio fratello è ingrassato di 3 chili durante l'estate, mangia un po' di più perchè è teso, e non lo vedo stanco, è sempre intento a fare qualcosa, fa anche sport. Mio fratello s'è un po' tranquillizzato, anche se lamenta ancora qualche vago disturbo. Tutto bene, ma così non riesco a fargli fare un esame. Dottore, a prescindere dal fatto che la colonscopia farebbe comunque bene a farla lui, come ogni altro cionquantenne in perfetta salute, ma secondo Lei il ragionamento della psicologa (che non è un medico) fila ? è vero che non si può ingrassare e avere un cancro al colon già sintomatico nello stesso tempo ? Questa è la mia domanda. La ringrazio, cordialità.

Caro Singor Marchetto,
un cancro del colon retto può dare diversi sintomi, come non può essere asintomatico. I disturbi relativi a suo fratello possono essere deputati ad una sindrome del colon irritabile più che al cancro, visto anche le nevrosi di cui soffre. Dica al testone che la colonscopia può si perforare il colon ma tale complicazione si può verificare solo in una percentuale infinitesimale di casi e quando succede è imputabile ad errori di tecnica. Inoltre una maggiore tranquillità può essere raggiunta con l’esame della ricerca del sangue occulto nelle feci. Tutti abbiamo paura del cancro, ma se suo fratello ne fosse sfortunatamente colpito non farebbe capricci e affronterebbe il problema in modo differente.
Cari saluti

Egregio dott. Nicastro, Le chiedo scusa ma l'unica maleducata sono stata io, mi chiamo Paola, abito ad ...... e sinceramente pensavo occorresse solo l'indirizzo di posta elettronica. Inoltre rileggendo ciò che Le ho scritto mi rendo conto che è estremamente difficile poter diagnosticare una patologia descritta in questo modo. Purtroppo la realtà è che non vorrei venisse effettuato nessun ulteriore accanimento terapeutico su un essere umano già duramente provato da tanta sofferenza. Se ancora gentilmente vorrà rispondermi, Le sarei veramente grata, inoltre La disturberò ancora quando avrò l'esito della biopsia per poter avere un Suo consiglio. La ringrazio e Le porgo ancora le mie scuse.

Cara Signora,
non deve scusarsi e certamente non è maleducata, come dimostra la sua mail. Forse sul sito andrebbe ben specificato che non si accettano richieste anonime per non creare incresciose incomprensioni. Ne parlerò con il web master. Sono
veramente addolorato per la condizione di suo marito. Lo stato vegetativo in cui si trova non giustifica alcun accanimento terapeutico e su questo condivido con lei, ma in presenza di un carcinoma anale bisogna pur fare qualcosa per non provocare ulteriori e penose sofferenze. Certamente sarebbe sconsiderato un trattamento chirurgico e se si trattasse di un carcinoma spinocellulare questo risponde benissimo alla radioterapia (abbinata alla chemioterapia sarebbe ottimale, ma questo dipende dalle condizioni cliniche della persona e dal giudizio “giudizioso” dell’oncologo). Capisco anche la sua “tentazione” ma non fare nulla non porterebbe ad una rapida “risoluzione” ma solo ad una più lenta agonia. La radioterapia mirata porta alla guarigione dei carcinomi anali e nel caso specifico dovrebbe essere eseguita in un ambiente protetto e in regime di ricovero. Cari saluti

buongiorno dottore, mia mamma 68 anni da tre mesi praticamente a sempre lo stimolo a defecare,ma quando deve farlo non ci riesce si scarica molto poco alchè FINALMENTE il medico curante si è deciso a mandarla a fare una colonscopia, 4 giorni fa,e li mi è crollato il mondo addosso,(sono incinta all 8 mese) il risultato è stato " neoplasia stenosante del sigma" la dottoressa che ha effettuato l'esame ha fatto anche una biopsia e siamo in attesa di esito istologico,oltre a emorroidi di 1 grado,il 15 gennaio si deve ricoverare per l' intervento (non riesce a scaricarsi) ora inutile dire che siamo super preoccupati anche per l'intervento, premetto che il medico curante che ha letto l'esito mi ha detto che dall'esame fatto l'intestino al di sopra di questo "fibroma" di 5 cm è bello,non ha nulla,e questo ci farebbe ben sperare che la cosa sia solo li, mi puo' dare delucidazioni?? è possibile che con l'intervento la cosa si risolva? la dottoressa ha detto che a volte è sufficiente l'intervento mentre a volte bisogna fare qualche terapia...sono disperata.Grazie Monica

Cara Signora Monica,
spero che la mia risposta non risulti tradiva. Purtroppo le lesioni stenosanti del sigma depongono nella maggior parte dei casi per una neopasia maligna, ma altre patologie possono causare la stenosi del colon quali la malattia diverticolare con ripetute diverticoliti. L’esame endoscopico comunque non lascia dubbi e la dottoressa ha parlato di neopplasia stenosante. E’ sempre opportuno aspettare l’esito istologico sulle biopsie effettuate ma qualunque sia l’esito credo che sua madre dovrà essere sottoposta ad intervento di resezione del sigma. L’intervento può essere effettuato anche per via laparoscopica con il vantaggio di un più rapido recupero post-operatorio, ma la scelta del tipo dell’intervento dovrà essere fatta solo dal chirurgo che effetuerà l’intervento. Per quanto riguarda le terapie da effettuare dopo l’intervento queste dovranno essere decise solo dopo l’esame istologico definitivo eseguito sull’intero reperto operatorio ed in base a vari parametri che risulteranbno dagli esami ematochimici ed alla TAC, esami che sua madre sicuramente eseguirà prima e dopo l’intervento chirurgico. Per sua tranquillità le posso solo dire che la sopravvivenza al cancro colo-rettale è ormai è un dato di fatto e sono moltissime le persone che superato l’impatto con l’intervento continuano una vita regolare e felice.
Auguri e sono a sua disposizione per eventuali altri chiarimenti

Gen.mo Dottore, ho 47 anni ed ho fatto, tra gli altri esami clinici, che risultano tutti nella norma, anche quello della ricerca del sangue occulto nelle vene; dal quale è venuto fuori che uno dei tre campioni è risultato positivo; il mo medico di base, mi ha prescritto una colonscopia allo solo scopo di mettersi l'anima in pace e verificare se c'è oppuire no qualcosa di preoccupante anche se lo ha escluso. Le mie domande sono: La colonscopia è dolorosa? e se lo è posso richiedere un anestetico? inoltre, ho sentito dire che bisogna comunicare se si è allergici a qualcosa, io non lo so; in questo caso, cosa devo dire o chiedere affinchè si controlli il fatto che io possa essere allergico a qualcosa, che magari esiste e di cui io ignoro e la causa e gli effetti di tale intolleranza, insomma, come posso essere sicuro che sto per essere sottoposto ad un esame, che poi si possa rivelare pericoloso per via di una allergia che ho e che a me è sconosciuta? infine ho letto che nel 5 -10% dei casi ci può essere una perforazione dovuta a tante cause, come la fraglità del tessuto del colon o il fatto che si è stati precedentemente sottoposti ad una serie di lassativi, che potrebbero assottigliare la pellicola o lo strato del tessuto del colon visitato invasivamente; in questo caso ho anche letto che si viene sottoposto ad un intervento chirurgico; in cosa consiste e se è pericoloso?

Gentile Signora Rosa,
la colonscopia è un esame necessario per la diagnosi delle malattie del colon. Vista la positività del sangue occulto nelle feci è opportuno che lei segua le indicazioni del suo medico curante. La Colonscopia è un esame che di solito viene tollerato bene dal paziente e nella maggior parte dei centri eseguono una piccola sedazione con il Valium e con il buscopan. Ma è possibile eseguirla anche in sedazione profonda usando dei farmaci un pò più importanti. La ragione che le chiedono se è allergica a qualche farmaco è solo per la sua tutela e se lei non soffre di allergia a farmaci (antibiotici ed altri) non vi è nessun pericolo. Ma è prassi fare la domanda da parte dei medici. Il pericolo della perforazione esiste nei casi in cui il paziente presenta gravi patologie (diverticoliti, ed altre) ma è sempre a delicatezza e l’accuratezza dell’operatore a scongiurare il pericolo. In caso di perforazione bisogna intervenire con urgenza per riparare il danno ed evitare la peritonite (evento grave). In tal caso si può procedere alla
semplice riparazione della perforazione o alla resezione del tratto di intestino perforato. Ho cercato di risponderle alle sue domande dettate dalla paura però vorrei tranquillizzarla sul fatto che sono migliaia i pazienti che quotidianamente eseguono una colonscopia e questi eventi sono veramente rari. Spero di averla tranquillizata e di essere stato esaustivo

Egr. dott. Nicastro, A mio padre la settimana scorsa e' stata effettuata una polipectomia per l`esportazione di un polipo di 2 cm a 67 cm di altezza. Inizialmente tramite al Colonscopia gli e' stato asportato un polipo piu' piccolo ed un pezzettino di quello sopra descritto. Il referto dell`esame èstato il seguente:Adenoma tubolare con displasia di grado lieve moderato dell`epitelio. Adesso stiamo aspettando il risultato dell`esame di tutto il polipo asportato. Siamo molto preoccupati per l`esito ,anche perche' credevamo che fatto il primo non ci fosse più bisogno di analizzarlo, può darci un suo parere. La ringrazio anticipatemante e aspetto con ansia un suo riscontro, Soccorsa

Cara Sig.ra Soccorsa,
l’esame istologico deve essere sempre esguito su qualsiasi tessuto asportato quindi anche sull’intero polipo asportato, come nel caso di suo padre. Questo serve anche a confermare la diagnosi iniziale che è di benignità assoluta. Solo in alcuni casi può succedere che vi sia la presenza di qualche cellula maligna, ma questo non comporta nessuna uletriore terapia e l’intervento di polipectomia e più che sufficiente. In ogni caso suo padre dovrà effettuare dei controlli a distanza di tempo per poter diagnosticare precocemente l’insorgenza di altri polipi in altri tratti di colon. Questi è una prassi alla quale nessun paziente dovrebbe sottrarsi.

Salve, non so se si ricorda, ho già approfittato di lei una volta, mi sono deciso a riscriverle in vista degli sviluppi e nella speranza che possa nuovamente rispondere a qualche mia domanda. Le sintetizzo la situazione già illustrata e le riporto le novità: (mi scusi se approfitto di nuovo).Maggio 2004: da una colonscopia viene diagnosticato a mio padre (anni 71 ottima salute da sempre) un tumore; sempre a maggio viene operato. T3 N0 MX. Luglio 2005: tac total body. Lesione polmonare sinistra di 2,5 cm. Agosto 2005: PET: conferma la lesione e ne esclude altre in tutto il corpo. Settembre 2005: viene operato. Esito: nodulo biancastro di 2,5 cm compatibile con primitività colica. Maggio 2006: TAC total body: niente, tutto ok. Marzo 2007 PET: accumulo del tracciante nel polmone sinistro Maggio 2007: TAC: presenza di nodulo polmonare a margini netti di 2,5 cm. Si esclude la presenza di altro in tutto il resto del corpo. Sempre a maggio 2007 avviene l’intervento chirurgico. Esame istologico: Resezione atipica della lingula di cm 13*9*5. A cm 4 dal margine bronchiale è presente neoformazione biancatra solida di 2,4 cm. Metastasi da adenocarcinoma moderatamente differenziato ampiamente necrotico con aspetti a comedoni infiltrante il parenchima polmonare.Atelectasia e istiocitosi alveolare nel parenchima circostante; antracosi ed enfisema nei prelievi random. Linfoadenite reattiva, istiocitosi e antracosi in 1 linfonodo ilare, 8 sotto-carenali e 3 della stadizione 5 (finestra aorto-polmonare). Mio padre fino ad ora non ha mai fatto chemioterapia. Le sarei grato se rispondesse ai miei quesiti. 1) So che in queste malattie non si può mai dire o dare nulla di certo, ma in base alla letteratura e alla sua esperienza.. è ragionevole pensare che la maggior parte delle metastasi se presenti si sarebbero manifestate dopo ormai 3 anni? È possibile, probabile O SICURO che prima o poi ci saranno altre manifestazioni di malattia? 2) Ritiene opportuna, precauzionale, indispensabile, o OBBLIGATORIA adesso la chemioterapia? Se si, è necessario iniziare subito o magari anche dopo l’estate giusto per dare il tempo di riprendersi? mio padre si riposa solo 1 settimana l'anno e mi piacerebbe che potesse anche quest'anno fare la sua settimana di vacanza con mia madre senza avere lo stress della chemio. 3) Ho cercato i termini linfoadenite, istiocitosi..significa che ci sono i linfonodi intaccati e sono termini preoccupanti riferiti al tumore o al semplice stato polmonare? Le chiedo però di rispondere a tutti i quesiti, soprattutto al primo, so che non siete veggenti, ma sicuramente in base alla vostra esperienza potrete giudicare circa la probabilità o certezza del ripresentarsi della malattia. Mi scuso se mi sono dilungato. Grazie di cuore in anticipo

Caro Signore,
le manifestazioni di metastasi dei tumori del cancro colo-rettali hanno una massima incidenza nei primi 24 mesi dall’intervento. Spesso sono le metastasi epatiche a manifestarsi, ma anche altre sedi 8polmone, ossa, cervello) posssono essere interessate. Il follow-up oncologico prevede per i primi 3 anni dei controlli abbastanza ravvicinati in modo da fare diagnosi precoce di ripresa di malattia. Suo padre ha superato già due metastasi polmonari e questo è un buon segnale, però non bisogna allentare il ricorso ai controlli in quanto un paziente che ha già fatto metastasi può presentarne altre nel tempo. Per tale motivo spesso è indicata la chemioterapia adiuvante ed anche altre cure alternative come l’ipertermia. Nel caso specifico penso che suo padre possa passare tranquillamente la sua vacanza con serenità e comunque necessario a settembre meditare, insieme all’oncologo, la necessità di effettuare o meno le terapie adiuvanti. Solo quando la malattia non si manifesta nei 5 anni successivi si può tirare un respiro di solievo e le auguro che questo possa capitare nella sua famiglia.
Auguri

Salve, probabilmente sarà anche stufo di rispondermi per tutte le volte che ho approfittato della sua bontà. Leggo tante notizie su internet e vorrei accertarmi di seguire la strada migliore. Ho 2 domande che vorrei sottoporle, sperando in una sua risposta. LA STORIA: Maggio 2004: tumore colon; sempre a maggio viene operato. T3 N0 MX. Settembre 2005:viene operato per lesione secondaria al polmone sinistro evidenziata da tac e pet; Maggio 2007 avviene un secondo intervento chirurgico per una nuova lesione secondaria al polmone. Tac e pet escludono altro in tutto il corpo. Mio padre fino ad ora non ha mai fatto chemioterapia. Adesso l’oncologo ha predisposto una chemioterapia, giusto il tempo di impiantare il port a cath e di rifare un’altra tac per fare il punto della situazione. 12 sedute di FOLFOX ogni 15 giorni, ogni seduta dura 48 ore. LE MIE DOMANDE: 1) dall’esame istologico risulta la p53 mutata; ho letto su internet che quando la p53 è mutata, si può verificare il cosidetto “guadagno di funzione”, ossia paradossalmente il tumore si avvantaggia con la chemio. È vero? Allora può essere controproducente questa chemio o in ogni caso serve? 2) Visto che espresso positivamente il valore EFGR, posso consigliare all’oncologo di utilizzare il cetuximab? (ho letto che è molto utile nei tumori che esprimono positivo questo valore) 3) La terapia proposta è corretta? Lo so che non si può mai dire, ma dopo questo calvario, abbiamo qualche speranza più fondata di stare almeno più tranquilli? Le chiedo, come al solito, e mi scusi per l’arroganza, di rispondere a tutti i quesiti. Mi scuso se mi sono dilungato. Grazie di cuore in anticipo

Caro Signore,
credo con tutta onestà che queste domande dovrebbe rivolgerle all’oncologo di fiducia questo per non creare interferenze tra i colleghi che si occupano della salute di suo padre. Segua correttamente le indicazioni dell’oncologo che sicuramente avrà valutato tutti i pro ed i contro della terapia
proposta.
Cordialmente

Egregio Dottore, Con la presente mi permetto di inviarle il risultato della biopsia effettuata su mio suocero (che intanto è arrivata):Quadro morfologico costituito, relativamente al campione in esame da frammenti riferibili ad adenoma tubulo-villoso con displasia di alto grado con focali aree di cancerizzazione intraepiteliali.In base al risultato della biopsia, le vorrei poter chiedere cosa ne pensa lei, e cosa ci consiglia di fare?La ringrazio fin d'ora.

Caro Signore,
credo che suo suocero debba sottoporsi ad un intervento chirurgico. Questo potrebbe essere limitato all’asportazione del polipo per via chirurgica in modo da asportare una parte della mucosa che circonda il polipo. Infatti in questo caso il polipo presenta una zona di carcinoma (tumore maligno) senza segni di infiltrazione per questo potrebbe essere sufficiente un intervento di polipectomia per uno studio definitivo della neoplasia e solo in caso di infiltrazione procedere ad una radioterapia profilattica, ad un follow-up rigido ed in caso di recidiva interventire con l’asportazione del retto.

è vero che espellere feci a fettuccia è sintomo di cancro al retto? quali sono gli esami da fare? sono spaventata!

Cara Signora Renata,
fare diagnosi di cancro del retto solo sul sintomo che riferisce è veramente difficile e arduo. Se è preoccupata si sottoponga ad una visita proctologica con videoproctoscopia in modo da derimere dubbi e paure.
Cari saluti

La ringrazio per avermi risposto. Non ci avrei scommesso. Non ho una buona opinione dei medici, potrei scrivere un libro su quanta incompetenza e menefreghismo c’è in giro, trovare un professionista che addirittura risponde ad una e-mail è per me una piacevole scoperta. Ho avuto il piacere di conoscerla durante una visita a mio marito e mi aveva dato l’impressione di essere diverso, ma non ero sicura se la Sua diversità era dovuta al contesto di una bella clinica privata o a alla missione che la Sua professione richiede. La ringrazio qualora decidessi di affrontare una visita mi rivolgerò a Lei.

Buongiorno Dott. Nicastro, Le scrivo per presentarLe il problema di mia madre di 78 anni. Ad agosto 2007 è stata sottoposta ad intervento chirurgico per l'asportazione di una neoplasia del retto distale. L'intervento è riuscito perfettamente: le hanno fatto una resezione anteriore del retto en bloc e anessiectomia bilatelae, anastomosi colo-rettale bassa per adeno del retto. A 5 mesi dall'intervento il suo problema continua ad essere difficoltà a defecare (deve utilizzare sempre lassativi) e una/due volte al giorno ha dei dolori forti al basso ventre. Un mese fa le hanno fatto una rettoscopia da cui è risultato un restringimento dell'intestino dove è stata ricucita. Inizialmente l'hanno messa in lista per effettuare un intervento endoscopico (mi hanno spiegato che sarebbero entrati con un palloncino per divaricare la parte che si strinta a causa di una eccessiva cicatrizzazione)ma due settimane fa sono intervenuti manualmente divaricando la zona. Il chirurgo sostiene che ora l'intestino è aperto e non trova una motivazione del dolore che mia madre continua a sentire. La ringrazio se mi riesce a dare qualche consiglio su come procedere. Grazie

Cara Signora Angela,
la stenosi dell’anastomosi (ricongiungimento) tra il colon e il retto è una delle complicanze che può avvenire dopo l’intervento di resezione anteriore legato al processo di cicatrizzazione. La cicatrice avviene tutto intorno alla zona dell’intervento e questo può spiegare il dolore che affligge sua
madre. I disturbi della defecazione possono essere direttamente legati al restringimento. Solitamente sono necessarie delle dilatazioni che possono essere fatte sia con il palloncino che con altre metodiche a seconda dell’altezza del restringimento. Una videoproctoscopia digitale potrebbe
stabilire l’entità del restringimento e decidere quale metodo adottare per la dilatazione del retto residuo.
Cari saluti

Egr. dottore, abuso ancora una volta della Sua estrema disponibilità e cortesia.Vorrei farLe questa domanda: per un polipo che si forma sulla mucosa del colon quante possibilità ci sono(percentualmente parlando) che col tempo si trasformi certamente in carcinoma? Si conosce poi la velocità di crescita di questi polipi? Per esempio un polipo che al momento della sua individuazione è di circa 3 mm in quanto tempo puo' raggiungere una misura che è da considerare ''pericolosa'' ? La ringrazio per quello che potrà dirmi.

Caro Signor Massimo,
un polipo adenomatoso del colon sicuramente diventerà nel corso degli un carcinoma. La sua crescita è di circa 1-2 cm all’anno, ma non è interessante la sua crescita ma la possibilità della sua trasformazione. Innanzitutto di fronte ad un polipo si deve dare l’indicazione alla sua asportazione endoscopica che nel caso della dimensione di 3 mm è facile e veloce. I polipi più grandi possono avere diversi impianti sulla mucosa e più sono grandi e più è complicata la loro asportazione endoscopica.
Cari saluti

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