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Buongiorno,mio padre è stato operato da più di 2 anni di cancro al colon. L'operazione purtroppo non andò bene:a seguito della stessa egli rimase per 58 gg in coma farmacologico.Una volta uscito dal coma e dopo tre mesi di riabilitazione decise di farsi togliere il sacchetto,ma anche questa operazione andò male e quindi dovette sottoporsi ad una terza op.(dopo circa 2 mesi).Questa sembrava essere andata bene,ma presto cominciò a soffrire di occlusioni intestinali continuando a dimagrire oltremodo e a girare per ospedali,che non hanno mai trovato una soluzione definitiva al problema.Oggi mio padre,alto 1,86cm,pesa circa 40kg ed è definito,ovviamente,non-operabile.La sua capacità intellettiva è praticamente nulla o quasi,e l'ultima "diagnosi" è che per il resto della vita,dovrà nutrirsi esclusivamente con le flebo. Dagli ultimi esami non risultano infatti danni evidenti,come fistole, all'intestino,solo che questo è incapace di lavorare impedendo un regolare defecamento. Feci che quindi dovendo pur essere espulse, scelgono in parte la via orale. L'ospedale auspica quindi una dimissione:voi potreste avere una soluzione al problema o,in alternativa, conoscete un centro di ricovero a lunga degenza,al quale mio padre possa essere affidato?La ringrazio per l'attenzione e mi scuso per la relativa chiarezza della mia spiegazione
Caro Signor Michele,
la storia clinica di suo padre è complessa per poter essere trattata per via telematica. Sarebbe necessario avere almeno in visione la documentazione clinica per capire cosa possa essere successo durante e dopo gli interventi che hanno determinato gli eventi. Se lo ritiene opportuno potrà inviarmi la documentazione all’indirizzo dell’European Hospital al fine di poterla esaminare e poi prendere una decisione. Cari saluti
Egr.Dr.ho una colostomia a seguito adk retto con r.a.b. e successiva formazione di fistola retto-vaginalee raccolta presacrale trattate prima con ileostomia escludente, poi con endosponge e dopo con colostomia L.L. con lavaggi quotidiani di fisiologica nel retto residuo arrivati 6 mesi di trattatmento senza mai guarigione. La fistola secerne sia dall'ano che dalla vagina.Ho un retto residuo di circa 6-7 cm.La qualità della vita è bassa perchè oltre al sacchetto addominale devo usare assorbenti per contenere le perdite vaginali. Ho subìto 4 interventi solo il primo di natura oncologica,l'ultimo in epidurale per tentare una più profonda detersione della fistola ma non vedo miglioramenti, la fisiologica esce quasi sempre sporca al primo lavaggio.Oltre alla fistola retto-vaginale. come già detto, ho anche un cavità presacrale che all'inizo era ascessualizzata e ora non so, perchè l'ultima Tac risale ad agosto e benchè notava un miglioramento del quadro pelvico non lo era altrettanto la risoluzione totale della raccolta presacrale. Cosa devo aspettarmi unteriormente? Con deferenza.
Cara Signora Nunzia,
le complicanze dopo resezione anteriore del retto basse non sono infrequenti. La formazione delle fistole e delle raccolte ascessualizzate dipendono dalla non perfetta cicatrizzazione della sutura del colon con il retto. Slitamente è prudente un atteggiamento attendista e le cure locali dovrebbero portare alla risoluzione delle compicazioni. Questo per evitare in tutti i modi di asportare il retto e di confezionare una colostomia definitiva. Grazie per la segnalazione del virus e informerò subito il webmaster.
Cari saluti
Salve dottore,A mio padre, 59 anni, e stato diagnosticata un'iperplasia vegeto infiltrante nel tratto del colon discendente a 45 cm dall O.A. i marker tumorali erano assenti e all'ecografia di polmone e fegato non appaiono metastasi.Presente sangue occulto nelle feci febbre da circa due mesi..inizialmente solo di qualche giorni.nell'ultime settimane solo la sera e adesso negli ultimo giorni e costante(purtroppo non ne sapevamo nulla fino a dieci gg fa).Volevo sapere quante possibilita ci sono che non vi siano metastasi? L'ecografia puo far bene sperare? La febbre puo essere sintome delle metastasi? Il tumore e presente da un annetto circa da quello che dice il medico.
Cara Signora,
sicuramente i medici che stanno curando suo padre eseguiranno indagini più accurate per comprendere se vi sono metastasi in altri organi. L’ecografia epatica è un esame idoneo per svelare la progressione del tumore in questo organo e quella eseguita su suo padre depone per il meglio. Credo che i medici ordineranno una TAC total body a prima di procedere all’intervento per rimuovere il tratto di intestino colpito dal tumore.
Al mio compagno circa un mese fa è stato fatto un intervento per ripristinare la normale funzione intestinale dopo aver portato per circa 11 mesi un ileostomia temporanea.Il problema è che ora va in bagno con dolori anche 8 volte al giorno nonostante dieta strettissima in bianco e carne ai ferri!Sta quasi rimpiangendo il sacchetto !Oltretutto soffrendo di ragadi che in questa situazione si sono riaperte è ulteriormente sofferente.P.S l ileostomia era stata fatta poiche dopo 7 giorni da un intervento di neovescica ricostruita con un tratto di ileo ha avuto la complicanza di una necrosi di un tratto ileale.La ringrazio anticipatamente per i consigli che ci vorrà dare.
Cara Signora Lucia,
i disturbi del transito intestinale dopo interventi sull’apparato digerente sono frequenti e solitamente si risolvono con il tempo. Nel caso di suo marito credo che l’asportazione di un tratto del piccolo intestino provochi una accelerazione del transito e le feci liquide arrivino nel colon non ancora ben digerite. Questa potrebbe essere la causa della diarrea. Una alimentazione priva di scorie vegetali in questo momento potrebbe essere utile insieme ad una buona idratazione. Inoltre potrebbe essere utile una terapia locale per attenuare i sintomi della ragade anale. Consulti gli specialisti che curano suo marito o anche un colonproctologo per una adeguata terapia.
Egr. dott., mia moglie ( 59 anni) circa un anno e mezzo si è operata per un adenocarcinoma al retto ( T3NO) anche se sta relativamente bene e non ha avuto recidive, probabilmente anche per le conseguenze della radioterapia post operatoria cui è stata sottoposta è costretta in maniera permanente ad andare in bagno numerose volte al giorno ( feci filiformi e molli) con parziale incontinenza fecale. Esiste una terapia farmacologica o chirurgica per risolvere, anche parzialmente il problema? Vorrei inoltre sapere se con la sua situazione oncologica quante sono le percentuali di recidive Grazie
Caro Signore,
fare una previsione di probabilità di recidiva in base alle scarse notizie cliniche che ha fornito è molto difficile. Gli interventi che determinano l’asportazione del retto possono essere gravati da complicazioni funzionali quali l’incontinenza fecale e le frequenti evacuazioni. Queste ultime solitamente tendono a diminuire con il tempo (almeno dopo sei mesi) mentre l’incontinenza difficilmente ha una risoluzione spontanea. Nel caso di sua moglie questi disturbi possono essere appunto accentuati dalla radioterpia e, a mio parere, se si arriva ad una discriminazione della causa di questi sintomi è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia con lo scopo di migliorare la qualità di vita della signora.
Ho 60 anni e a 35 ho subito un intervento di asportazione del colon per una poliposi familiare.Vorrei chiederle se questo intervento potrebbe portare a problemi di erezione? Nel ringraziarla dell'attenzione Le invio distinti saluti.Mario
Caro Signor Mario,
gli interventi che portano alla asportazione del solo colon e non del retto difficilmente possono provocare impotenza erigendi. Durante l’asportazione del retto di contro possono essere lesi i nervi erigendi e quindi il paziente può avere una impotenza. Nel suo caso l’intervento è stato eseguito quando lei era molto giovane e se invece l’impotenza è insorta di recente bisognerebbe investigare altre cause diverse dalle conseguenze dell’intervento subito.
Egregio Dott. Nicastro, mio papà e' stato operato lo scorso gennaio per un adenocarcinoma al colon dx, intervento in laparoscopia andato bene, post anche, premesso che lui ha sempre sofferto di emorroidi, adesso negli ultimi 2 mesi ha avuto due episodi di perdite di sangue rettali, dovute anche allo sforzo secondo lui, io sono molto preoccupata e vorrei fargli fare subito una colon, possibile sia qualcosa di preoccupante di nuovo? La ringrazio per la sua attenzionee disponibilità
Cara Signora,
comprendo la sua preoccupazione, ma prima di pensare ad una colonscopia, che credo sia già in programma come controllo post operatorio, sarebbe meglio consultare il chirurgo per una visita colonproctologica magari completata con una videoproctoscopia digitale o una rettoscopia tradizionale. Se il sangue è rosso vivo, probabilmente si tratta di perdite dalle emorroidi.
Egregio dottor Nicastro, mio padre è stato operato per un tumore al colon-retto a dicembre 2013.Ha eseguito i vari controlli, a 4 mesi la prima tac e dopo 6 mesi la seconda, con risultati fortunatamente negativi. Dovendo fare un'altra tac di controllo il 28 di ottobre, ha fatto degli esami tra cui il ca 19,9 e il cea con i seguenti risultati: ca 19,9 35,3 cea 3,22. Mi devo preoccupare o sono valori normali? Per ultimo vorrei chiederle, stando così le cose, se la tac è sufficiente o se è meglio fare la pec . Ringraziandola la saluto cordialmente.
Caro Signore, i marcatori tumorali per avere valenza clinica dovrebbero essere confrontati con i valori rilevati prima dell’intervento chirurgico. quelli da lei riportati sembrano non preoccupanti anche se non sono indicati i valori di riferimento di normalità. Sull’opportunità di eseguire o meno una PET non posso dare alcun giudizio visto che non ho alcun elemento clinico per poter valutare lo stato di salute del paziente.
Ho 33 anni e vorrei delle informazioni riguardo al tumore del colon e alla sua prevenzione ma non tanto per me perché sono giovane e non credo di dover far controlli almeno per ora ma per quanto riguarda mia madre. Mi spiego meglio: lei (57 anni) è solita andare di corpo tutte le mattine tutti i giorni e ci perde anche tutto il giorno per non perdere l’abitudine. Però adesso è un periodo che va al bagno anche il pomeriggio oltre la mattina, ed io ho iniziato a preoccuparmi perché non mi sembra una cosa normale. Lei mi dice che anche al pomeriggio ci va normalmente, non è che faccia diarrea o altro e associa questa cosa al fatto che ha iniziato di nuovo a prendere il caffè. Comunque non vuole sentire neanche il nostro medico di famiglia perché secondo lei non si tratta di niente di preoccupante. Ma io voglio togliermi questo sassolino dalla scarpa, è una cosa normale andare al bagno tutti i giorni anche due volte al giorno? Ci si deve preoccupare di qualche tumore al colon? Stavo leggendo su internet che ci sono pareri discordanti sul modo di prevenire un tumore al colon, e si va dalla colonscopia alla ricerca del sangue occulto ma sembra che non tutti si trovino concordi. Ricordo che una volta mia madre fece la ricerca del sangue occulto nelle feci come esame di screening nel nostro paese e risultava tutto negativo, ma questo prima che iniziasse ad andare al bagno più di una volta al giorno. Insomma Dottore io Le scrivo perché spero che questa sia solo una mia ansia, un mio scrupolo eccessivo perché sono parecchio preoccupata e vedo mia madre troppo tranquilla e quindi non vuole fare controlli o perlomeno parlarne col medico di famiglia. Spero di essere rassicurata dalle Sue parole. Cari saluti
Cara Signora,
la prevenzione dei tumori del colon e del retto è impostata secondo dei protocolli ormai accettati dalla comunità scientifica mondiale. La ricerca del sangue occulto nelle feci permette uno screening su una grande fascia di popolazione e rappresenta un importante esame di base. La colonscopia è riservata alla popolazione a rischio (familiarità per tumori del colon retto), alle persone con sangue occulto positivo, alle persone con sintomi addominali sospetti, a tutta la popolazione con età superiore a 50 anni. Nel caso specifico sua madre dovrebbe eseguire la colonscopia solo perché ha una età maggiore a 50 anni e non perché evacua due volte al giorno, fenomeno che potrebbe essere considerato nella normalità se non è accompagnato ad altri sintomi.
Caro Dottore ho 44 anni, ho avuto un tumore tra utero e retto, ho la stomia temporanea, non molto spesso faccio l'irrigazione a causa della chemioterapia. Vorrei sapere se è normale che mi sento lo stimolo dall'ano durante il giorno e quando spingo esce un po di sangue.
Cara Signora, i suo. Sintomi sono dovuti al moncone rettale che comunque continua a funzionare producendo il muco, normalmente prodotto per lubrificare le feci. Il muco si accumula nel retto e quindi dopo qualche giorno si ha il normale stimolo ad evacuare cosa che avviene con qualche difficoltà e questo può spiegare anche la presenza di sangue. Comunque se continuano i sintomi le consiglio di consultare il chirurgo.
Buona sera. Ho una stomia da aprile 2012. Ho fatto radio e chemio terapia. Por fortuna è andato tutto bene fino ad allora. Il 26 gennaio sono andata ad Argentina dalla mia famiglia e sono torna il 18 febbraio con molti dolori al sedere (da non stare in una sedia) e con la pancia gonfia dopo qualche ora di lavoro. Vorrei sapere se è normale, sè forse il cambio di temperatura e il viaggio troppo lungo può aver inciso? Adesso sono tornata da 10 giorni e non mi passa. Potrebbe dirmi qualcosa. Grazie.
Cara Signora Laura,
un lungo viaggio può alterare in ogni individuo la funzionalità intestinale. Nel suo caso sarebbe necessario, in relazione ai sintomi descritti, sapere il tipo di intervento che ha subito, il tipo di stomia instaurata (ileostomia, colostomia sinistra, ecc), la malattia che ha portato all’intervento chirurgico. Mi perdoni se non posso rispondere adeguatamente alla sua richiesta e resto a sua disposizione per un consiglio dopo avermi meglio illustrato la sua storia clinica.
Ho 55 anni e sono stata operata lo scorso mese di Aprile di un adenocarcinoma al colon. Ho portato una istomia di protezione per circa 40 giorni. Fortunatamente non ho dovuto fare terapie in quanto la malattia era ad uno stadio iniziale, di dimensioni assolutamente microscopiche. I problemi sono cominciati dopo che sono stata ricanalizzata. Il chirurgo che mi ha operata mi ha spiegato che si è formata una strozzatura ad effetto “clessidra”, proprio dove l’intestino è stato reciso e poi ricollegato. Il fatto è che o prendo lassativi (pastiglie, sciroppi, tisane e chi più ne ha più ne metta, con il risultato poi di avere sempre nausea, intestino irritato, insomma, malessere generale)) oppure, vado in bagno anche 10 o 15 volte al giorno; ogni volta con spinte e sforzi notevoli, per evacuare solo piccole porzioni di feci. Ora, mi rendo conto che il problema più grave è stato risolto, ma comunque, tutti questi disturbi mi creano un disagio notevole, soprattutto se mi capita di essere fuori casa e tra la gente. Esistono casi come il mio? Quando parlo con chi ha subito il mio stesso intervento, di solito ha problemi opposti cioè di dissenteria. C’è un rimedio a tutto ciò? Se sì, a chi mi posso rivolgere? La ringrazio molto e aspetto con ansia una sua risposta.
Cara Signora,
la stenosi della anastomosi (congiunzione tra due parti del colon) non è un evento raro. Si forma per un eccesso di cicatrizzazione che “strozza” il colon e questo causa non pochi problemi alla persona. In questi casi è possibile eseguire delle dilatazioni, con dei particolari palloncini, per via endoscopica o se questa stenosi è vicina all’ano con dei dilatatori. Il chirurgo che ha eseguito l’intervento sicuramente conoscerà queste modalità di cura per risolvere la stenosi e potrebbe essere lui il primo specialista da consultare.
Egregio dottor Nicastro, gradirei sapere il suo parere su cio' che mi accingo ad esporre. Nel 2003 ho avuto un duplice episodio di proctorragia che ha messo in evidenza un polipo della giunzione discerndente-sigma del diam. max. 1 cm., Che viene asportato. La diagnosii dell'esame istologico successiva e' stata di adenoma tubolare del grosso intestino con focale displasia di alto grado dell'epitelio ghiandolare. Da quel momento mi sono sottoposta ogni due anni ad un controllo endoscopico, con risultato sempre negativo. Le chiedo se dovro' continuare cosi' per tutta la vita? La ringrazio anticipatamente, confidando in una sua cortese risposta.
Cara Signora Roberta,
sono passati ben 11 anni dalla prima diagnosi e pur comprendendo la prudenza dei medici, penso che sia ormai esagerato eseguire una colonscopia ogni due anni. Potrebbe essere utile eseguire la ricerca del sangue occulto ogni anno e, se questo è negativo, eseguire una colonscopia ogni 5 anni.
Egregio Dottore, mio padre è stato operato da un mese di adenocarcinoma al retto, il responso dell'esame istologico è PT4 G1 N1 può darmi una spiegazione inerente il significato e secondo lei quale terapie sono più adatte? grazie. Cordiali saluti
Cara Signora Carmen,
da quanto ha riferito lo stadio del tumore che ha colpito suo padre è in una fase che ha dato metastasi ai linfonodi e invaso i tessuti circostanti. Credo che lo specialista oncologo avrà già indicato una adeguata chemioterapia e se il tumore era localizzato nella parte periferica del retto, potrebbe essere necessaria anche la radioterapia.
Gentilissimo Dottor Nicastro, Le scrivo per avere un parere riguardo un polipo di 12 cm che è stato trovato ieri sera, durante la colonscopia, a mia madre di 65 anni. Il medico che ha effettuato l'esame, ha detto che, a prescindere dal risultato della biopsia sui 3 campioni di tessuto prelevati, il polipo va asportato chirurgicamente con una certa urgenza. Potrebbe gentilmante consigliarci una struttura ospedaliera valida e segnalarci un bravo chirurgo?Noi abitiamo a Bari, ma saremmo disponibili a spostarci in qualunque regione se fosse consigliabile. La ringrazio in anticipo, cordiali saluti.
Cara Signora Maddalena,
sono d’accordo che sua madre debba al più presto essere sottoposta ad intervento chirurgico, al di là dell’esito dell’esame istologico, viste le dimensioni del polipo (12 cm). Riguardo la struttura alla quale rivolgersi, un primo consiglio potrebbe essere di rivolgersi alla Chirurgia dell’Ospedale Universitario di Bari, dove sicuramente troverà ottimi professionisti che si prenderanno cura della salute di sua madre.
Dopo intervento nel 2010 di colostomia sx continuo ad avere perdite di muco e sangue alcune volte. Ora sono stufo di questo problema che proviene dal moncone che mi hanno lasciato possibile che non c'è un sistema che posa eleiminare questo problema. Mi sto veramente esaurendo dovendo sempre mettere del cotone altrimenti lascierei il segno dove mi appoggio. La pregherei di darmi qualche notizia in merito e intanto la ringrazio
Caro Signor Giovanni,
il moncone rettale, residuo all’intervento subito, secerne fisiologicamente muco che si accumula ed è eliminato per via naturale dall’ano. Inoltre il retto può andare incontro a fenomeni di infiammazione, proctite da defunzionalizzazione, con conseguente perdite di sangue. Questo problema assilla molte persone con colostomia e che conservano il moncone rettale. Nella mia pratica clinica consiglio ai miei pazienti di eseguire dei piccoli clisteri di pulizia con semplice acqua, oppure con clismi di mesalazina, almeno tre volte a settimana. Sarebbe utile fare dei controlli anche con una rettoscopia o meglio con una videoproctoscopia digitale, al fine di controllare lo stato della mucosa rettale, anche in relazione alla patologia di base che ha condotto alla confezione della colostomia sinistra.
Buonasera Le sottopongo il caso clinico di mio suocero che all'età di 83 anni è stato sottoposto circa un anno fa,a un intervento di resezione del retto per un carcinoma e neoformazione polipoide del sigma . L'intervento è stato eseguito con un'operazione laporoscopica con anastomosi T.T meccanica sinistra di protezione. Dopo quasi due mesi fu chiusa la ileostomia. Oggi, a distanza di un anno dall'intervento ha notoveli difficoltà a defecare. Pur rispettando una dieta ricca di fibre e aiutandosi con lassitivi,a giorni alterni per potersi liberare, deve ricorrere al clisma evacuativo con compresibili disagi che compromettono la vita di ogni giorno. Secondo la sua esperienza è regolare che ciò accada dopo un anno trascorso dall'operazione? e se ciò fosse anomalo cosa mi consiglia di fare?. Aspetto fiducioso le sue considerazioni e le sue indicazioni. Grazie
Caro Signor Giuliano,
quello che descrive non è normale. Spesso i disturbi della defecazione nelle persone che hanno subito l’asportazione del retto-sigma sono opposti nei primi mesi dopo l’intervento. Nel caso di suo suocero probabilmente può ipotizzarsi una complicazione che è la stenosi dell’anastomosi T-T. Credo comunque che il paziente abbia fatto i dovuti controlli endoscopici dopo l’intervento che avrebbero messo in evidenza tale evenienza. Se così non fosse le consiglio un controllo con il chirurgo completato con un esame endoscopico.
Buongiorno, vorrei gentilmente chiedere un Suo parere in merito alla situazione che le sto per descriver. Mia mamma, 57 anni, ha effettuato una colonscopia dopo rilevamento di sangue occulto nelle feci tre anni fa. Durante tale analisi le hanno asportato un polipo dichiarato come adenoma con displasia moderata. La scorsa settimana ha ripetuto l'esame. Questa volta le è stato asportato un adenoma villoso di <1 cm con displasia elevata. Il medico che le ha rilasciato il referto ha programmato una ulteriore colonscopia tra sei mesi dicendo le che vi è un elevato rischio di cancro. Le lascio immaginare lo spavento mia mamma ha subito un trapianto a causa di un linfoma e dover affrontare una situazione per alcuni aspetti simile ci spaventa molto. Le chiedo dunque cosa ne pensa. La probabilità di degenerazione è così elevata? È in caso si verificasse una situazione di questo tipo quale sarebbe la risoluzione? Asportando l'adenoma non si dovrebbe aver risolto il "problema"? Mi scusi per le numerose domande e la ringrazio sin da ora.
Cara Signora Moira,
effettivamente la presenza di polipi con displasia elevata predispone la persona al richio di un carcinoma. Questo non significa che sicuramente sua madre sarà colpita da un cancro, ma che dovrà fare i necessari controlli endoscopici cadenzati in modo da rilevare precocemente eventuali altri polipi del colon, che se asportati, come fatto fino ad ora, la mettono a riparo del rischio e quindi guarire precocemente di un possibile tumore maligno.
BUONGIORNO DOTTORE mio padre è stato sottoposto ad intervento di hartmann,il 15 03 2011 x un carcinoma del colon retto infiltrante vescica ha fatto kemioterapie dopo intervento radioterapie dopodiche' gli sono state fatte tac e pet risultate metastasi nel fegato ed hanno eseguito altre kemioterapie x 2 cicli poi hanno fatto tac pet e risonanza magnetica ed è risultato che nel colon c'è di nuovo la malattia ora sta ancora in kemioterapia ha dolori molto forti nell'addome ed ha il ristringimento del colon mangia solo liquidi volevo sapere se si puo' fare un secondo intervento o deve andare avanti cosi con le kemioterapie? c'è qualche soluzione? è molto giovane ha 58 anni e vorrei poter fare qualcosa se è possibile... grazie x la sua attenzione
Cara Signora,
da quanto scrive credo che la malattia che ha colpito suo padre purtroppo sia in una fase avanzata e che la chirurgia possa risolvere poco. In questi casi le uniche cure sono quelle oncologiche e quindi la chemioterapia con l’auspicio che questa possa ridurre il tumore e permettere poi un intervento definitivo.
Buona sera dottore,mio nipote di 49 anni sta facendo varie analisi perchè è stata trovata una neoplasia di alto grado fuori dal retto con un piccolo inserimento interno.I medici non parlano di operazione per il momento eseguiranno della radioterapia. Da vari esami effettuati non sembrano esserci metastasi nel corpo. Stiamo aspettanto esito della tac pet,ma la coloscopia e i marcatori tumorali non hanno rilevato nulla. Anche ai polmoni è tutto ok Perchè qusta procedura? La ringrazio per la risposta e le invio i miei più sinceri saluti
Cara Signora Patrizia,
probabilmente il tumore che ha colpito suo nipote non è di origine intestinale e coinvolge le strutture che circondano il retto. Sono giuste le indicazioni diagnostiche da eseguire e così, probabilmente, la radioterapia che ha lo scopo di ridurre la massa tumorale se non farla regredire del tutto. Questo dipende anche dal tipo di tumore e dalla sua provenienza e credo che i medici abbiano già stabilito l’esatta natura del tumore e per questo date le giuste indicazioni.
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