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Salve egregio Dottore sono un ragazzo di 29 anni,e 11 anni fa mi accorsi di avere una fistola pilonidale,diagnosticata dal mio medico,i sintomi erano quelli più comuni,era infiammata quindi gran dolore quando mi sedevo,comunque il medico mi prescrisse delle siringhe di pennicellina, maturó e si ruppe,e nel corso degli anni non mi ha mai dato tento fastidio,solo un piccolo brufoletto sulla natica sinistra all'altezza del coccige,cioè ogni tanto si infiamma ma riesco a sopportare anche perché non voglio operarmi a tutti i costi, ho troppo il terrore delle operazioni,non c'è la faccio,non voglio proprio sentirlo dire,quindi se la pena da pagare è solo di natura dolorosa ogni 6/8 mesi ,oppure le conseguenze sono altre? Ecco perché sono qui a scriverla,spero in una sua risposta le auguro una buona giornata. Distinti saluti.
Caro Signor Sebastiano,
purtroppo la cura definitiva della fistola sacrococcigea o pilonidale è solo chirurgica. Il problema della non cura è quello di avere sempre un sito di infezione nel corpo che può provocare ascessi ripetuti e il pus non è un elemento salutare per il nsotro corpo. Inoltre le infiammazioni correnti possono portare alla diramazione della fistola rendendo poi difficoltoso e lungo un eventuale e necessario intervento chirurgico.
Buongiorno Dottore, mio marito il 22/04/2014 ha subito l'intervento di asportazione di una ciste pre-coccigea ed il medico ha preferito mantenere la ferita aperta.Il medico che ha effettuato l'intervento ha detto che martedì 13/05/2014 può ritornare al lavoro ma io sono dubbiosa in quanto la ferita è ancora aperta e perde ancora molto siero inoltre mio marito lavora in un luogo polveroso e passa 4 ore al giorno scendendo e salendo dal muletto. Secondo lei può riprendere tranquillamente o è ancora troppo presto? Preciso che stiamo ancora facendo medicazioni con inserimento delle garze all'interno della ferita. La ringrazio sin da ora dell'interessamento e porgo cordiali saluti
Cara Signora Debora,
anche se è difficile da parte mia dare una risposta precisa in quanto non ho alcuna indicazione sullo stato di guarigione della ferita, è buona norma in questi casi rispettare i tempi di guarigione e la ripresa del lavoro, soprattutto come quello che esercita suo marito, è consigliato quando si ha la completa guarigione, per evitare traumi e infezioni.
Salve dottore mi chiamo arianna ho 27 anni e sono in attesa alla 24 settimana, circa otto anni fa si e presentata questa cisti coccigea con un ascesso molto grande , doloroso, tra la schiena e i glutei dopo circa 10 giorni si e rotta da sola fuoriuscendo del pus scuro e maleodorante. Ora dopo otto anni al 5 mese si e ripresentata molto lievemente subito si e sgonfiata ma dopo un mese circa è arrivata aggressiva e cresciuta a dismisura e mi porta un dolore allucinante, siccome non posso assumere nulla e vedo il puntino bianco posso provare a premerlo io? Oppure se vado al pronto soccorso mi faranno il taglio? O non mi faranno niente perché sono incinta? Grazie mille dottore per la disponibilità.
Cara Signora Arianna,
non credo che al pronto soccorso non prendano alcun provvedimento per farla stare meglio. L’incisione potrebbe essere eseguita delicatamente anche senza alcun farmaco. Lei comunque non faccia alcuna manovra e se ha dubbi consulti anche il suo medico curante, un chirurgo o anche un ginecologo che possano aiutarla a superare questo momento difficile.
salve dottore sono una ragazza di 23 anni, circa 4 giorni fa ho avvertito un leggero pizzico all'ano, ho subito consultato un chirurgo che mi ha diagnosticato un inizio di ascesso anale. Mi ha prescritto un antibiodico (AUGUMENTIN)da prendere 2 volte al giorno per 7 giorni e un detergente intimo da usare 3 volte al giorno. adesso sono al quarto giorno di antibiodico e il piccolo rigonfiamento sembra si stia riassorbendo, non ho alcun dolore, ma sono preoccupatissima. le chiedo gentilmente se con tale antibiodico riuscirò a debellare totalmente l'ascesso oppure dovrò sottopormi ad un intervento chirurgico? attendo una sua risposta, cordiali saluti!
Cara Simona,
se l’ascesso è di piccole dimensioni la terapia antibiotica potrebbe avere giovamento. Bisognerebbe comprendere l’origine dell’ascesso e se questo è in comunicazione con il canale anale (fistola). Una ecografia endoanale con sonda rotante potrebbe essere utile ai fini diagnostici e terapeutici.
Buongiorno, la mia bambina di otto anni ha una cisti pilonidale di 1.5 cm, ad oggi solo lievi infiammazioni regredite spontaneamente. E' consigliabile la rimozione chirurgica? Meglio intervenire subito prima che ingrandisca ulteriormente? L'intervento a questa età viene fatto in anestesia totale? Utilizzerebbe la tecnica chiusa o aperta? Quali sono le complicanze dell'intervento ? In genere viene fatta una incisione di quanti cm ? La cicatrice potrebbe dare retrazione cutanea?dopo quanti giorni potrà tornare a scuola? Potrà stare seduta ?
Cara Signora Giuseppina,
se la cisti non da luogo ad ascessi o infezioni non credo ma solo a lievi infiammazioni controllabili con semplici e adeguate terapie mediche locali credo sia opportuno attendere per un intervento chirurgico e di fare opportuni controlli con il chirurgo pediatrico.
Salve dottore, Sono Luca di 29 anni. Un paio di settimane fa ho cominciato ad avvertire un dolore nella zona sacrale, credevo fosse un semplice ma grande brufolo,anche perché il dolore era molto simile. Comunque per sicurezza il giorno dopo reco dal mio medico curante che conferma la mia diagnosi. Un mio amico che era stato sottoposto ad un intervento di fistola sacro coccigea mi suggerisce di sentire un'altro medico che smentisce la diagnosi del medico curante. Dopo l'uscita di molto pus misto a sangue l'accesso si è sgonfiato ma ho notato che in fondo sono comparsi due minuscoli fori. Ormai credo proprio che sia una fistola, ma è normale che io non avverta più nessun dolore e ne abbia più espulsioni di pus? Inoltre mi hanno parlato di un chirurgo che opera a laser e senza asportare, mi posso fidare di questo metodo? Come capisco di chi fidarmi? La ringrazio e confido nel suo aiuto.
Caro Luca,
l’ascesso nasce dalla presenza di un sinus pilonidale o cisti, posto sul coccige. Quando l’ascesso si svuota del suo contenuto di pus i sintomi (dolore, febbre, tumefazione) regrediscono e può residuare una fistola, caratterizzata dalla presenza di uno o più orifizi sulla cute della regione sacrale. La fistola mette in comunicazione il sinus con l’esterno, permettendo la fuoriuscita di eventuale materiale secreto dal sinus stesso. La cura della cisti sacrococcigea o sinus pilonidale, prevede l’asportazione del tessuto malato e soprattutto della cisti. Sono descritte varie tecniche dalle mininvasive, alla tecnica aperta a quella chiusa e la scelta dell’intervento è fatta dal chirurgo che lei sceglie per farsi curare.
Gent. mo dott, Ho trovato un chirurgo della mia zona che opera con "metodo chiuso" la cisti pilonidale. Questo metodo, ovviamente togliendo tutto il sinus, garantisce la stessa efficacia nel tempo che il metodo aperto (x via delle possibili recidive) - La notte, se mi vengono applicati i punti, posso dormire a pancia in giu? - invece di sedermi, durante quel periodo, posso stare "seduta- quasi sdraiata sui fianchi" o creerebbe disagi al drenaggio interno che mi verra' applicato?
Cara Signora Daniela,
la differenza tra tecnica aperta e quella chiusa nella chirurgia della cisti sacrococcigea è determinata da un differente recupero e decorso post operatorio. la tecnica aperta prevede tempi di guarigione sicuramente più lunghi e medicazioni dolorose. Con la tecnica chiusa la guarigione della ferita avviene in tempi rapidi (10/12 giorni), considerando la regione anatomica difficile, anche se un adeguato riposo, non stare troppo seduti e magari stare sdraiati sul fianco, fino alla totale asportazione dei punti ed evitare traumi (sedute rapide e violente, andare in bici o in moto, fare sport, stare seduti al caldo ecc.) è un suggerimento prudente per almeno trenta giorni dopo l’intervento.
Buon pomeriggio, ho una fistola (non ricordo come l'hanno definita) con sbocco tra l'ano e l'ingresso della vagina. Non ho dolori, arrossamenti o disturbi di alcun genere. L'unico fastidio è rappresentato dallo spurgo costante. Tutti mi consigliano l'intervento chirurgico ma sono diffidente anche in virtù del fatto che le probabiltà di ricidiva sono molto alte. Conosc persone che hanno subito l'intervento più di 3/4 volte senza risolvere il problema. Ho sentito parlare della tecnica mini invasiva ma dubito che in Calabria esista un centro dove si pratichi. Può darmi un consiglio riguardo il da farsi e qualche dritta sul centro più vicino? La ringrazio e porgo cordiali saluti.
Cara Signora Teresa,
probabilmente si tratta di un fistola retto-vaginale, cioè una comunicazione infetta tra il retto e la vagina. Questa condizione porta a continue perdite di feci all’interno della vagina con conseguenti infezioni vaginali. L’intervento chirurgico, se ben condotto, porta alla chiusura di questa comunicazione. Esistono tecniche mininvasive, con apposizione di un plug di colla biologica che consente la chiusura della fistola senza traumi eccessivi della regione anatomica. Come per tutti gli interventi per fistole che coinvolgono la regione anorettale, la recidiva è sempre possibile ma non certa.
Chiedo scusa, sono la mamma di un ragazzo di 15 anni che all'inizio di marzo è stato operato per un sinus pilonidale, la ferita era abbastanza grande ma con il tempo e le medicazioni, piano piano tutto si è risistemato. A distanza di circa un mese da quando sembrava tutto ok, ci si è accorti che un tratto di ferita si è riaperto, così ho continuato le medicazioni a casa come già facevo e la ferita si è rimpicciolita fino a chiudersi, almeno così sembrava, perchè ora, dopo solo un paio di settimane si è di nuovo riaperta (un paio di centimetri di lunghezza per uno di profondità circa). Volevo un parere.....è normale? cosa posso fare oltre le solite medicazioni? grazie di cuore!
cara Signora,
le consiglio di sottoporre suo figlio ad una ecografia della zona sacrococcigea per escludere ogni altra complicazione e valutare lo stato infiammatorio dei tessuti sotto la cicatrice. Solo dopo questa prima discriminazione diagnostica è possibile stabilire un corretto percorso di terapia.
Buongiorno, ho avuto una cisti pinolidale nel 2004, a 18 anni, oggi dopo 10 anni si ripresenta. Sono un maschio peloso (moltissimo in quella zona) e nessuno mi aveva detto di tenere rasata l'area nel futuro per evitare una recidiva. L'ho scoperto autonomamente su internet. La prima volta sono stato ricucito e la cosa mi è andata bene, decorso piu breve, poche complicazioni (perdite, vestiti macchiati, etc) insomma, lo stare due mesi fermo è stato semplice da affrontare piuttosto che la pratica della seconda intenzione che leggo in giro sia dolorosa e molto piu lunga da affrontare. Vorrei però sapere, essendo io una caso eccezionale come peluria sul corpo, cosa consiglierebbe per evitare future recidive? Ho letto che con la seconda intenzione le recidive scendono dal 50% al 6%, ma questo anche in individui pelosissimi? Grazie del suo tempo.
Caro Signor Luca,
la recidiva del sinus o cisti pilonidale dipende principalmente dalla non asportazione della patologia. Questa condizione può avvenire sia con la tecnica aperta (frequente) che con la tecnica chiusa. Nel suo caso si può dedurre che la recidiva sia legata più alla migrazione di un sinus all’interno della zona operata ed è per questo che è consigliabile una attenta o anche definitiva (mediante laser) depilazione della regione operata. Una ecografia della regione sacrococcigea potrebbe essere utile per identificare e localizzare la presenza del sinus in modo da poter stabilire se è possibile effettuare un intervento mininvasivo.
Buonasera dottore, mio figlio e'stato operato di cisti pilonidale lo scorso giugno: cisti 4 Cm , chiusura prima intenzione, ferita che poi si è' infettata e quindi chiusura seconda intenzione. Ad inizi settembre sembrava tutto a posto, quando è comparsa fistola da cui ha iniziato a fuoriuscire liquido. Recentemente mio figlio ha avuto febbre e dolore alla ferita: dopo abbondante fuoriuscita di materiale purulento , si è ripreso. Da ecografia abbiamo riscontrato ascesso di 7 cm: il chirurgo che lo aveva precedentemente operato dice di aspettare e vedere se con terapia antibiotica orale l'ascesso si sfiamma. Cosa suggerisce? Sarebbe meglio riaprire? Sono preoccupata in primis. Per la salute del ragazzo, secondariamente perché' è all'ultimo anno di liceo e nn vorrei che si dovesse assentare troppo.la ringrazio anticipatamente per la riposta che vorrà' darmi. Cordiali saluti.
Cara Signora,
è sempre opportuno, in prima battuta, tentare una terapia antibiotica anche allo scopo di non far progredire l’infezione. A mio parere dovrebbero anche essere eseguite medicazioni locali, magari iniettando direttamente nella ferita soluzioni antibiotiche o disinfettanti. Bisognerebbe comprendere comunque il perché si è ripresentato l’ascesso e vi è persistenza del sinus. Se dopo questi accorgimenti la ferita non guarisce è opportuno ricorrere ad un nuovo intervento chirurgico.
Egregio Dottore volevo porre il mio problemi in quanto vorrei trovare una soluzione al mio problema.Sono stata operata il 5 settembre di fistola sacro coccigea.Questa fistola toccava quasi il midollo osseo,infatti,l'operazione consisteva nel raschiare la zona fino all'osso.Sono stati dati 2 punti all'interno per accellerare i tempi di guarigione.La ferita poi è stata lasciata del tutto aperta per evitare recidive.Dopo l'operazione per circa 2 mesi e mezzo la ferita è stata medicata giornalmente.Al giorno d'oggi la ferita è molto più chiusa ma purtroppo un piccolo punto della ferita è rimasto aperto e abbastanza profondo.È normale dopo 2 mesi e mezzo?Esistono rimedi per accelerare i tempi di guarigione?
Cara Signora Martina,
la fistola sacra coccigea origina da una cisti o sinus pilonidale, che nella maggior parte dei casi è localizzata in prossimità o a contatto con le vertebre coccigee. Per questo l’intervento chirurgico consiste di asportare la fistola e il tessuto circostante fino a livello delle vertebre coccigee. Purtroppo quando si esegue la tecnica aperte le medicazioni sono molto lunghe e la guarigione è lenta. Possono persistere difetti di cicatrizzazione e in questi casi è possibile eseguire medicazioni avanzate per stimolare i tessuti a ccatrizzare.
Buonasera,chiedo gentilmente se esiste un metodo meno doloroso per eseguire le medicazioni di una ciste pilonidale plurifistolizzata alla cute ,(operato senza punti) ossia oltre all'antidolorifico non è possibile eseguire un'anestesia locale o usare dell'anestetico tipo emla per far sì che si senta meno il dolore?? Chiedevo inoltre non bisogna assumere un antibiotico post operatorio? Ringrazio e porgo distinti saluti.
Cara Signora Marica,
il dolore dipende anche dalla delicatezza con cui si eseguono le medicazioni. Inoltre, essendo medicazioni frequenti, non tutte le volte è consigliato eseguire o somministrare anestetici locali. Se la ferita è pulita e non presenta infezioni non è necessario somministrare antibiotici, che possono essere usati anche localmente al momento della medicazione.
Salve Dottore,il mio fidanzato l'8 Settembre 2014 si è sottoposto per la prima volta in vita sua ad un intervento Fistole sacro-coccige.La ferita era profonda 7-8 cm e lunga quasi 10 cm,il Chirurgo gli ha messo solo qualche punto interno di quelli solubili e la ferita era sempre aperta con un tampone interno e garza sterile all'esterno,chiuso tutto con un cerotto grande.La convalescenza è stata di due mesi e le medicazioni avvenivano in giorni alterni tutto in un ambulatorio.non ci sono stati ne fastidi o complicazioni post intervento.A distanza di quasi 4 mesi dall'intervento,la ferita si è cicatrizzata quasi del tutto,dico quasi perché ce sempre stata una piccola parte della cicatrice che è sempre rimasta un Po aperta e lo è tutt oggi nonostante il resto si è cicatrizzato completamente.Teniamo la zona della cicatrice sempre pulita e spesso gli depilo quella zona in modo tenerla ancora più pulita.Secondo voi ci dovremmo preoccupare dato che ce una piccola parte che non è ancora chiusa del tutto? La ringrazio in anticipo per la vostra risposta
Cara Signora,
dopo un intervento per fistola sacrococcigea è frequente osservare difetti nella cicatrizzazione della ferita. In questi casi bisognerebbe valutare la possibilità di effettuare medicazioni avanzate (più moderne) che utilizzano sostanze che favoriscono la cicatrizzazione. Se nonostante questo la ferita continua a non cicatrizzare potrebbe essere utile un approfondimento diagnostico e sottoporsi ad una ecografia della regione per comprendere se esistono cause che non permettono la guarigione completa della ferita.
Salve Dott Nicastro, Mi sono operato di fistola sacrococcigea lo scorso novembre con la tecnica aperta e per tutti questi mesi ho effettuato le medicazioni tre volte a settimana facendo pulizia e cambiando le garze ogni volta.Il chirurgo in diversi momenti ha messo zucchero nella ferita o altre volte il cicatren poiché secondo lui granulava meglio. Ad oggi la ferita è ancora aperta e la cosa mi preoccupa visto che sono passati 5 mesi e lui non mi sembra convincente. Oggi a controllo mi ha detto che dipende da una mia predisposizione genetica di ritardo nella congiunzione dei tessuti e quindi ritarda la chiusura della ferita. Mi ha anche detto che devo fare tutti i giorni la medicazione e non più tre volte a settimana. Chiedo consiglio a lei sul da farsi grazie mille
Caro Signor Enzo,
mi sembra una storia di altri tempi. Lo “zucchero” nelle ferite si usava agli albori della chirurgia. Credo che i tempi siano cambiati ed esistano mezzi “più moderni” per portare a guarigione una ferita chirurgica. E poi “i geni”, forse è colpa dei “geni” se lei non guarisce e mi viene in mente una notissima frase del Principe De Curtis in arte Totò. Credo che lei abbia la necessità di avere cure più idonee e capire quale è la vera causa se la sua ferita non guarisce.
Salve! 17 giorni fa mi sn sottoposto ad un'operazione per fistola sacro-coccigea (dall'ecografia emersero 3 ascessi). È stato utilizzata la tecnica chiusa e mi sn stati applicati 8 punti! Tutto sembrerebbe andato per il verso giusto, ho tolto i punti, riacquisito man mano sensibilità alla parte operata e riesco a fare quasi tutto senza avvertire dolori interni o bruciori vari come prima di operarmi. Questo mi solleva, ma riscontro cmq una problematica che non mi lascia tranquillo : non riesco a sedermi , avverto un gonfiore all'altezza del occige, come se avessi una "pallina" (mi perdoni il termine , è x cercare di rendere il senso) .. E x altro avevo lo stesso tipo di fastidio prima di operarmi! Cosa potrebbe essere? Devo preoccuparmi? Il chirurgo dice che mi farà un'ecografia a un mese dall'intervento, conviene richiedere un appuntamento prima o tutto questo è normale?! La ringrazio anticipatamente
Caro Signor Piero,
credo che il chirurgo alla visita di controllo abbia potuto stabilire il buon esisto dell’intervento e che la sua decisione, saggia, di una ecografia ad un mese dall’intervento serva più a tranquillizzare il paziente che ad avere una verifica sull’esito dell’intervento. Il postoperatorio nella chirurgia della fistola sacrococcigea è contornato da sintomi più o meno importanti che possono durare fino ad oltre un mese dall’atto operatorio e sono legati al trauma chirurgico, alla particolare regione del corpo che è continuamente sollecitata, alla cicatrizzazione. Per sua tranquillità, la presenza o la persistenza di un ascesso avrebbe provocato la perdita di pus dalla ferita già dai primi giorni dopo l’intervento.
Mio figlio è stato operato il 16 dicembre 2016 di una cisti pinolidale metodo aperto si è chiuso in aprile il 3 di maggio a seguito di due allenamenti di calcio si è riaperto non ha subito lesioni ma il solo correre a determinato la riapertura ad oggi fatica a chiudersi non fuoriesce siero ma la feritasichiude dallalto verso il basso e sd ogni visita premendo si riapre
Cara Signora,
probabilmente la ferita non era ben cicatrizzata o si è difronte ad una recidiva. Potrebbero essere necessarie delle medicazioni avanzate e, se non si ha la guarigione, sarebbe opportuno eseguire una ecografia della zone coccigea.
Egregio Prof., le scrivo per avere un suo autorevole parere circa il mio problema. da qualche settimana ho dolore al coccige. Dalla visita presso il mio medico di base, sembra io abbia un fistola sacro coccigea, non infiammata. La mia dott.ssa, mi ha prescritto il KLACID con posologia, di 2 cps da 500mg per 2 volte al giorno e la pomata GENTALYN. Non ho grossi problemi ma credo dovrò operarmi. La terapia a cui mi sto sottoponendo ora, secondo lei, darà qualche risultato? posso migliorarla? In attesa, la ringrazio e porgo distinti saluti- Le posso chiedere se esistono interventi risolutivi diversi da quello tristemente famoso che prevede molte dolorose medicazioni post operatorie?
Caro Signore,
se la dottoressa ha fatto diagnosi di fistola sacrococcigea senza segni di infiammazione o infezione perché ha prescritto una terapia antibiotica? Se è vero che si tratti di una fistola sacrococcigea (perché dubitarne?) questa può essere curata sono chirurgicamente e oggi, a seconda della gravità della fistola, attuiamo delle metodiche mininvasive che favoriscono un rapido recupero dopo l’intervento.
Egregio dottore Operato di fistole già per 3 volte e ora siamo alla quarta... Prima volta sacro coccigea, operato, con il metodo dei punti, dopo 4 mesi, ascesso anale... 2 anni fa, fistola anale, oggi, mi accorgo di avere un ennesima fistole anale.. Son davvero distrutto, ho la soglia del dolore veramente bassa, e non so se riesco a sopportare di nuovo questo calvario... Mi sa dire cosa posso fare? Non riesco mai a risolvere il problema, sto andando in depressione nonostante i 21 anni di eta'... La rimgrazio anticipatamente della risposta
La fistola sacro coccigea non può essere confusa con una fistola perianale, tranne che non ci sia un errore nella diagnosi iniziale. Comprendo la sua situazione anche psicologica ma bisogna anche considerare che la fistola perianale ha una alta incidenza di recidiva soprattutto se l’intervento non è preceduto da una accurata e attenta discriminazione diagnostica. Soprattutto in caso di recidiva sarebbe utile eseguire una ecografia endoanale o una RMN per studiare il tragitto della fistola e le sue diramazioni e in base all’esito di questi esami programmare un iter chirurgico volto alla risoluzione della patologia.
Buonasera Dott.Nicastro,le invio la presente in quanto 1 settimana fa sono stato operato per una fistola coccigea. La tecnica usata dal chirurgo è stata quella che comporta avere la parte aperta e non chiusa con i punti.. Dopo 7 giorni ho ancora dolori lancinanti e riesco solo a far passare il dolore con un antidolorifico.. Mi sa dire se è tutto normale e per quanto tempo ancora dovrò sentire dolore? Grazie mille saluti
Buongiorno Signor Francesco,
è un normale decorso post-operatorio in rapporto alla tecnica utilizzata e il dolore si attenuerà con l’avanzare della guarigione fino a scomparire con la cicatrizzazione definitiva.
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