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salve, mi chiamo Roberto vivo in prov di catanzaro e da tanti anni ho dei problemi all'ano. All' inizio mi sembrava che fosse niente di serio,i ho lasciato trascorrere pensavo fosse qualcosa alimento che mi faceva male. Da settembre che questi fastidi sono più frequenti, ho fatto tante cure ma niente. Ho anche fatto una rettosigmoidoscopia che è andata bene non risulta niente. Poi mi sono recato da un chirurgo mi ha detto che sono ragadi anali, ho fatto la cura ora va un po' meglio, ma ho ancora fastidi dopo che vado di corpo. Noto fastidi mi esce materiale fecale che mi provoca prurito e mi devo pulire sempre, non c'è dolore ne sangue nelle feci, non c'è diarrea. Ma nessun dott. mi ha risolto il problema non so più cosa fare . gentilmente vi chiedo cosa devo fare.
Caro Signor Roberto ,
i sintomi descritti possono dipendere da varie patologie di interesse colonproctologico. Lei ha parlato di diagnosi di ragade anale fatta durante una visita e non svelata dalla rettosigmoidoscopia. La cura che sta seguendo ha dato beneficio, ma nessun dottore le ha risolto il problema. Tutto è abbastanza confuso e poco chiaro, dalla diagnosi ai sintomi, alle terapie. Le consiglio di consultare un colonprctologo che visitandola, eseguendo una videoproctoscopia digitale, può fare una corretta diagnosi e consigliare una adeguata terapia.
Egregio dottor Nicastro, gradirei sapere il suo parere su cio' che mi accingo ad esporre. Nel 2003 ho avuto un duplice episodio di proctorragia che ha messo in evidenza un polipo della giunzione discerndente-sigma del diam. max. 1 cm., Che viene asportato. La diagnosii dell'esame istologico successiva e' stata di adenoma tubolare del grosso intestino con focale displasia di alto grado dell'epitelio ghiandolare. Da quel momento mi sono sottoposta ogni due anni ad un controllo endoscopico, con risultato sempre negativo. Le chiedo se dovro' continuare cosi' per tutta la vita? La ringrazio anticipatamente, confidando in una sua cortese risposta.
Cara Signora Roberta,
sono passati ben 11 anni dalla prima diagnosi e pur comprendendo la prudenza dei medici, penso che sia ormai esagerato eseguire una colonscopia ogni due anni. Potrebbe essere utile eseguire la ricerca del sangue occulto ogni anno e, se questo è negativo, eseguire una colonscopia ogni 5 anni.
Egregio dr Nicastro. Mi ricollego ad una mia precedente domanda: quasi 3 mesi fa, sono stato operato con thd e mucopessia per voluminose emorroidi di 3/4 grado. L'intervento ha risolto il prolasso delle emorroidi interne, ma a circa un mese dall'intervento, sono comparse emorroide esterne che insistono su una metà della circonferenza anale. Inizialmente queste emorroidi si gonfiavano prima delle evacuazioni per poi sgonfiarsi subito dopo. Una decina di giorni fa una modesta protuberanza emorroidaria è rimasta gonfia senza rientrare. Da ieri la situazione è peggiorata molto, con l'espansione e l'indurimento di questa emorroide, fino alle dimensioni di un fagiolo teso e dolente, sembrerebbe un trombo, ma il colore è roseo, non violaceo. È molto dolente tale da richiedere antidolorifici. Volevo chiederle: come posso affrontare questo episodio acuto? Quanto durerà? È possibile che lo strozzamento dei vasi col thd, abbia poi portato ad una riorganizzazione delle arterie a sfavore delle emorroidi esterne? È possibile risolvere definitivamente tale situazione ? La ringrazio in anticipo per il suo consulto professionale.
Caro Signor Alessandro,
l’indicazione all’intervento di dearterializzazione, a mio parere, può essere fatta nella patologia emorroidaria di II e III grado, mentre nel IV grado la terapia chirurgica adeguata è l’emorroidectomia. Lo specialista che ha eseguito l’intervento le avrà senz’altro spiegato che il rischio si soffrire nuovamente di emorroidi dopo l’intervento di derterializzazione è elevato se la patologia ha un grado avanzato. Inoltre da quanto descrive l’intervento eseguito è stato inefficace nella cura della sua patologia in quanto già dopo un mese la patologia si è ripresentata e da circa dieci giorni probabilmente è peggiorata. Questo evento potrebbe essere dovuto a vari fattori quali un difetto nella indicazione dell’intervento, una non corretta esecuzione dello stesso, la persistenza delle cause che hanno provocato la malattia emorroidaria. Una visita colonproctologica, completata con una videoproctoscopia digitale, potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e una adeguato percorso di terapia.
Egregio dottore vi descrivo il mio problema: da un po' di tempo, circa un anno,soffro di fastidi al basso ventre a dx e a sx durante tutto l'arco della giornata. Questi fastidi vanno e vengono e a volte sono associati a dolori anali tipo pungiglioni......il dolore anale si accentua quando devo fare le feci e tende a scomparire dopo averlo fatto.....vado al bagno regolare e non ho sanguinamento....mi sono recato da un chirurgo il quale mi ha trovato una piccola ragade anale e mi ha prescritto antrolin 2 volte al giorno per 2 mesi.....cio' che mi preoccupa di piu' sono questi doloretti addominali frequenti che ho durante l'arco della giornata associati al dolore anale.....devo preoccuparmi? il pungiglione anale ce l'ho da diversi anni, ma prima si presentava solo d'estate col caldo e poi scompariva......da quando poi ho fatto nel luglo 2012 un trapianto di midollo x una leucemia acuta mieloide si e' associato a questi fastidi addominali...spero di essere stato chiaro...la saluto.
Caro Signor Nicola,
se la diagnosi di ragade anale è corretta la terapia prescritta è adeguata. Spero che il chirurgo che ha consultato abbia eseguito una visita completa, controllando anche l’addome e quindi posto una diagnosi. I suoi sintomi addominali possono dipendere da diverse patologie coliche, tra cui quelle funzionali come la sindrome del colon irritabile. Questa diagnosi dovrebbe essere, appunto, confermata tramite una visita specialistica e adeguatamente curata.
Gentilissimo Dottor Nicastro, Le scrivo per avere un parere riguardo un polipo di 12 cm che è stato trovato ieri sera, durante la colonscopia, a mia madre di 65 anni. Il medico che ha effettuato l'esame, ha detto che, a prescindere dal risultato della biopsia sui 3 campioni di tessuto prelevati, il polipo va asportato chirurgicamente con una certa urgenza. Potrebbe gentilmante consigliarci una struttura ospedaliera valida e segnalarci un bravo chirurgo?Noi abitiamo a Bari, ma saremmo disponibili a spostarci in qualunque regione se fosse consigliabile. La ringrazio in anticipo, cordiali saluti.
Cara Signora Maddalena,
sono d’accordo che sua madre debba al più presto essere sottoposta ad intervento chirurgico, al di là dell’esito dell’esame istologico, viste le dimensioni del polipo (12 cm). Riguardo la struttura alla quale rivolgersi, un primo consiglio potrebbe essere di rivolgersi alla Chirurgia dell’Ospedale Universitario di Bari, dove sicuramente troverà ottimi professionisti che si prenderanno cura della salute di sua madre.
Dopo intervento nel 2010 di colostomia sx continuo ad avere perdite di muco e sangue alcune volte. Ora sono stufo di questo problema che proviene dal moncone che mi hanno lasciato possibile che non c'è un sistema che posa eleiminare questo problema. Mi sto veramente esaurendo dovendo sempre mettere del cotone altrimenti lascierei il segno dove mi appoggio. La pregherei di darmi qualche notizia in merito e intanto la ringrazio
Caro Signor Giovanni,
il moncone rettale, residuo all’intervento subito, secerne fisiologicamente muco che si accumula ed è eliminato per via naturale dall’ano. Inoltre il retto può andare incontro a fenomeni di infiammazione, proctite da defunzionalizzazione, con conseguente perdite di sangue. Questo problema assilla molte persone con colostomia e che conservano il moncone rettale. Nella mia pratica clinica consiglio ai miei pazienti di eseguire dei piccoli clisteri di pulizia con semplice acqua, oppure con clismi di mesalazina, almeno tre volte a settimana. Sarebbe utile fare dei controlli anche con una rettoscopia o meglio con una videoproctoscopia digitale, al fine di controllare lo stato della mucosa rettale, anche in relazione alla patologia di base che ha condotto alla confezione della colostomia sinistra.
Salve dottore... sono marilena di 28 anni..sono alla 26esima settimana di gravidanda e ho scoperto di avere una ciste sacro coccigea.. è già la seconda volta che prendo augmentin e tachipirina, prescritti dalla mia ginecologa e purtroppo non posso prendere altro...il dolore è insopportabile..mi si infiamma a tal punto che non riesco neppure a camminare.. adesso mi chiedo..ma è possibile fare l'intervento subito durante l'allattamento? E c'è un modo per alleviare il dolore senza nuocere alla mia bambina? La tachipirina non ha alcun effetto... La ringrazio in anticipo...
Cara Signora Marilena,
l’intervento può essere eseguito dopo il parto ma lei dovrà interrompere l’allattamento al seno perché, dopo l’intervento dovrà comunque fare una terapia farmacologica anche a base di antibiotici che potrebbero nuocere al neonato. I farmaci durante la gravidanza e l’allattamento devono essere assunti con molta parsimonia e solo pochi di essi sono consigliati, soprattutto gli antidolorifici e gli antibiotici devono essere prescritti dal ginecologo che la sta curando.
Volevo intanto ringraziarla per il suo servizio, la classe medica troppo spesso non considera che siamo persone non corpi, le premetto che solitamente non ricerco consulti medici on-line ma dopo tanti specialisti che mi dicevano tutto e il suo contrario ci terrei ad avere anche il suo parere. Cerco di essere concisa: sono di Vicenza, ho 40 anni, ipotiroidea da circa 20 in cura con Eurirox 100. Nullipara. 15 anni fa ho avuto la mia prima diagnosi di intestino irritabile con variante stipsi, l' evacuazione era insoddisfacente, dopo colazione dovevo andare in bagno più volte, a scaglioni, quando sentivo lo stimolo, quindi borborigmi, gonfiore, bla bla.. Curata con anticolinergici, antidepressivi, ansiolitici (per l' intestino mi dicevano) niente da fare. Nel 2008 colecistectomia, di lì pian piano la mia stipsi è peggiorata e sono aumentati i fastidi della defecazione, quindi vai di integratori di fibre e una dieta ad hoc (non ho mai mangiato schifezze), perette, clisteri.. Ho fatto mille esami in questi anni, 2 colonscopie negative, un clisma opaco ndp, lo studio dei tempi di transito evidenzia una stipsi funzionale, la defecografia evidenzia un rettocele di 4 cm con colpocele anteriore e un prolasso mucoso retto-rettale senza evidenti segni di intussuscezione. Il mio enorme problema è che a oggi dopo la prima defecazione spontanea devo effettuare una peretta di acqua tiepida di 250 ml, scarico dopo un po ed effettuo un clistere di un litro, da sdraiata, dopo qualche minuto devo correre sul wc perché l' aria presente nell' intestino non mi permette di trattenere l' acqua. Ma non è finita qui, sento che nell' intestino è rimasta dell' acqua, all' altezza della costola sx, infilo il dilatan e cammino un po', di lì ho lo stimolo ed evacuo feci ed acqua. Sento di non aver terminato e ripeto l' operazione con il dilatan ancora per 2-3 volte finchè l' acqua e le feci non sono uscite. Dopo tutta questa operazione mi rimane una pancia gonfia e la sensazione di non aver terminato, ma a quel punto sono stremata fisicamente e psicologicamente e desisto. Questo accade tutti i giorni da 4 anni, non mi dilungo a raccontarle tutte le implicazioni nella quotidianità e la frustrazione derivante. Alcuni medici hanno caldeggiato la Starr, altri la vedono come causa di ulteriori problemi, l' ultimo medico visto (tutti specialisti o professori) ha minimizzato e mi ha detto di andare da uno psicologo.. Io non vivo più, entro in bagno e ci rimango per più di tre ore, ho provato ad astenermi ma la sensazione di avere la pancia piena di feci non mi rende la vita semplice, anche perché soffro da sempre di flatulenza, nonostante curi l' alimentazione, e questo aggrava il tutto. Secondo lei il biofeedback o altre terapie conservative possono aiutarmi? Ho effettuato la fisiokinesiterapia, un paio d' anni fa, ma non ha sortito effetti. Purtroppo confrontando la defecografia di 5 anni fa e quella più recente che le ho citato noto un netto peggioramento, idem per i tempi di transito, secondo lei a cosa è dovuto? E poi, perché riesco anche a trattenere l' acqua del clistere? Scusi se mi sono dilungata ma cerco delle risposte che nessuno è in grado di darmi. Grazie di cuore se avrà il tempo di rispondermi.
Cara Signora Veronica,
la stipsi riconosce diverse cause e da quanto descrive, nel suo caso, concomitano più eventi che giustificano il suo stato. Sicuramente uno stato ansioso (giustigficato anche dalla sua sofferenza) non aiuta a controllare il colon irritabile, che a sua volta potrebbe deternminare un rallentato transito funzionale. A questo si aggiunge una alterazione morfologica e, probabilmente, funzionale del pavimento pelvico, a sua volta causa di un difetto dell’espulsione delle feci. Sintetizzando: ansia e colon irritabile determinano un rallentato transito, le feci diventano piccole e disidratate e arrivano stentatamente nel retto, dove non permettono unostimolo adeguato. Inoltre uno stato di cattiva funzione della dinamica della defecazione non facilita una espulsione. Lei ben comprende che, confermate le diagnosi, il trattamento della sua stipsi deve prevedere la cura di ognuna di queste cause determinanti. Un adeguato percorso di terapia dovrebbe prevedere la cura del colon irritabile (nelle sue diverse cause), la cura della disfunzione della evacuazione che, a mio parere, potrebbe giovarsi di una corretta riabilitazione del pavimento pelvico, con protocolli e tecniche adeguate.Spero di essere stato esaustivo.
Buonasera Le sottopongo il caso clinico di mio suocero che all'età di 83 anni è stato sottoposto circa un anno fa,a un intervento di resezione del retto per un carcinoma e neoformazione polipoide del sigma . L'intervento è stato eseguito con un'operazione laporoscopica con anastomosi T.T meccanica sinistra di protezione. Dopo quasi due mesi fu chiusa la ileostomia. Oggi, a distanza di un anno dall'intervento ha notoveli difficoltà a defecare. Pur rispettando una dieta ricca di fibre e aiutandosi con lassitivi,a giorni alterni per potersi liberare, deve ricorrere al clisma evacuativo con compresibili disagi che compromettono la vita di ogni giorno. Secondo la sua esperienza è regolare che ciò accada dopo un anno trascorso dall'operazione? e se ciò fosse anomalo cosa mi consiglia di fare?. Aspetto fiducioso le sue considerazioni e le sue indicazioni. Grazie
Caro Signor Giuliano,
quello che descrive non è normale. Spesso i disturbi della defecazione nelle persone che hanno subito l’asportazione del retto-sigma sono opposti nei primi mesi dopo l’intervento. Nel caso di suo suocero probabilmente può ipotizzarsi una complicazione che è la stenosi dell’anastomosi T-T. Credo comunque che il paziente abbia fatto i dovuti controlli endoscopici dopo l’intervento che avrebbero messo in evidenza tale evenienza. Se così non fosse le consiglio un controllo con il chirurgo completato con un esame endoscopico.
Buongiorno, vorrei gentilmente chiedere un Suo parere in merito alla situazione che le sto per descriver. Mia mamma, 57 anni, ha effettuato una colonscopia dopo rilevamento di sangue occulto nelle feci tre anni fa. Durante tale analisi le hanno asportato un polipo dichiarato come adenoma con displasia moderata. La scorsa settimana ha ripetuto l'esame. Questa volta le è stato asportato un adenoma villoso di <1 cm con displasia elevata. Il medico che le ha rilasciato il referto ha programmato una ulteriore colonscopia tra sei mesi dicendo le che vi è un elevato rischio di cancro. Le lascio immaginare lo spavento mia mamma ha subito un trapianto a causa di un linfoma e dover affrontare una situazione per alcuni aspetti simile ci spaventa molto. Le chiedo dunque cosa ne pensa. La probabilità di degenerazione è così elevata? È in caso si verificasse una situazione di questo tipo quale sarebbe la risoluzione? Asportando l'adenoma non si dovrebbe aver risolto il "problema"? Mi scusi per le numerose domande e la ringrazio sin da ora.
Cara Signora Moira,
effettivamente la presenza di polipi con displasia elevata predispone la persona al richio di un carcinoma. Questo non significa che sicuramente sua madre sarà colpita da un cancro, ma che dovrà fare i necessari controlli endoscopici cadenzati in modo da rilevare precocemente eventuali altri polipi del colon, che se asportati, come fatto fino ad ora, la mettono a riparo del rischio e quindi guarire precocemente di un possibile tumore maligno.
buongiorno vorrei sapere come mai dopo due anni che ho subito un intervento di ciste pilonidale con tecnica chiusa e punti di sutura ricompare di nuovo con il gonfiore di tutta la parte dove ci sono i punti e perdita di liquido maleodorante con dolori atroci che cosa posso fare aiutatemi
Cara Signora Meri,
probabilmente si tratta di una recidiva della malattia. Consulti il chirurgo che ha eseguito l’intervento o il suo medico di fiducia per una corretta diagnosi e una adeguata terapia. Se è confermata la diagnosi di persistenza del sinus potrebbe essere necessario un nuovo intervento chirurgico.
Buongiorno Vorrei porre una domanda riguardante una diagnosi di contaminazione batterica del tenue. Dopo anni di disturbi e numerosi esami tra cui colon 2001 dove viene riscontrata una flogosi ma null'altro,effettuo dei breath test glucosio e lattosio dove viene riscontrata appunto una contaminazione al tenue. Mi chiedo però se tali problemi non derivino da altre patologie correlate,tenendo presente che già in passato ho effettuato diversi cicli con l'antibiotico per eccellenza che viene usato in questi casi, senza risultati anzi forse peggiorando la situazione.Ovviamente la celiachia è stata esclusa. Precedentemante è stata fatta una diagnosi di colon irritabile ma purtroppo negli ultimi 2 anni è peggiorata di molto la situazione,i sintomi principali sono meteorismo diarrea e dolori crampiformi quasi giornalieri. La ringrazio anticipatamente per l'opinione. Cordiali saluti Fabia
Cara Signora Fabia,
la presenza della flogosi, infiammazione, del colon a seguito della colonscopia può essere la causa dei suoi sintomi. A parte la contaminazione batterica del tenue, la diagnosi di colon irritabile, con presunta flogosi cronica aspecifica, impone un corretto percorso di terapia per la risoluzione dei suoi sintomi-
EGRGIO DOTTORE IL 7 MARZO SONO STATA OPERATA DI EMORROIDECTOMIA E RAGADI. OLTRE AL FORTE DOLORE CHE HO ANCHE A TUTT'OGGI, HO NOTATO CHE DOPO 2 GIORNI DALL'INTERVENTO HO AVUTO UNA FUORIUSCITA DI UNA PICCOLA EMORROIDE COL PASSAR DEI GIORNI SI E' INGRANDITA E NEL FRATTEMPO ME NE E' USCITA UN'ALTRA ENTRAMDI DOLOROSISSIME. E POSSIBILE APPENA DOPO 2 GIORNI DALL'INTERVENTO SONO MESSA PEGGIO DI PRIMA? QUESTE DUE EMORROIDI PURTROPPO NON RIENTRANO MA RESTANO SEMPRE ALL'ESTERNO. IL PROCTOLOGO DICE CHE NON MI DEVO PREOCCUPARE, MA PURTROPPO HO DEI GRANDI DUBBI IN MERITO, CORTESEMENTE ATTENDO UN VOSTRO PARERE AL PIU' PRESTO. CORDIALI SALUTI
Cara Signora Sonia,
dopo un intervento di emorroidectomia è possibile che la cute intorno alle ferite nell’ano possano “gonfiarsi” ovvero subiscono un edema conseguente al trauma chirurgico. Probabilmente è quello che è successo nel suo caso e questo spiega le rassicurazioni del proctologo che ha eseguito l’intervento. Il dolore solitamente non dovrebbe complicare un decorso dell’emorroidectomia ed è possibile dominarlo con la somministrazione di comuni antidolorifici. Comunque sono trascorsi solo pochi giorni dall’intervento e i sintomi tenderanno a scomparire con il passare del tempo e mantenendo una evacuazione regolare di feci morbide.
salve dottore , ho 22 anni e 2 o 3anni fa mi è stato diagnosticato una fistol sacro coccigea. Non trattata chirurgicamente ma tramite antibiotico in quanto il dolore era alternato a periodi in cui la fistole era asintomatica. Si manifestava con dolore al tatto e fuoriuscita di pus. Nell' ultimo episodio, 5 giorni fa, il problema si è ripresentato con molto dolore. Trattata nuovamente con antibiotico. Al termine del trattamento antibiotico il pus non usciva piu ma ho un dolore allucinante e si è formato un formazione tipo bolla leggermente superiore alla fistola. Inoltre il dolore molto forte mi crea problemi nella deambulazione e dormire in posizione supina.Vorrei chiederle se questi sintomi sono il presupposto giusto per l'operazione o comunque sono segni di complicanze ?
Caro Signor Francesco,
credo che sia giunto il momento che lei consulti il chirurgo colonproctologo per essere sottoposto ad intervento chirurgico di asportazione della cisti, sinus, pilonidale, causa delle frequenti infezioni e fistolizzazioni. La terapia antibiotica è utile per frenare la progressione della infezione ma non può essere eseguita per molto tempo e non è utile per la guarigione della patologia.
Egregio Dott Nicastro,mi chiamo Francesco e anch'io come tanti sono stato operato ad una cisti pilonidale. L'operazione è avvenuta con tecnica chiusa e per mia fortuna non c'è stata nè infenzione e nè rottura dei punti infatti,dopo 20 giorni dall'intervento,mi sono stati rimossi parte dei punti e la restante parte,dopo altri 4 giorni. Dalla rimozione totale dei punti mi era stato detto di attendere un paio di giorni per poter togliere la garza e potermi lavare in quel punto dopo ben 26gg. Ho proceduto così come mi è stato riferito ma lavandomi,mi sono reso conto che in un punto la ferita si era riaperta,cosi mi sono recato dal chirurgo che mi ha operato,il quale mi ha spiegato che si c'era una piccola riapertura e mi ha consigliato di non lavarmi in quel punto per un'altra settimana e di tenere ancora la ferita coperta. Mi chiedevo se mi fosse possibile andare a lavorare. Consideri che svolto un lavoro d'ufficio e nel week-end faccio il cameriere. Mi consiglierebbe di stare un ulteriore tempo a riposo o mi è possibile tornare alla vita normale?Quali sono i tempi di guarigione totale date le mie circostanze?Inoltre mi chiedevo se e quando potro effettuare una depilazione su quella zona. A tal proposito mi chievevo anche che tipo di depiliazione potrei effettuare. Se è possibile usare agenti chimici come creme depilatorie,o utilizzare la semplice lametta. In attesa di una sua risposta,cordiali saluti.
Caro Signor Francesco,
i difetti di consolidamento della ferita, dopo u intervento per cisti pilonidale o sacrococcigea, sono frequenti e non rappresentano un grave problema. Medicazioni appropriate, anche avanzate, con particolari accorgimenti e sostanze, portano alla cicatrizzazione completa della ferita in breve tempo. E’ necessario, come lei fa notare, la depilazione della zona circostante la ferita. La depilazione può essere eseguita in maniera tradizionale con l’utilizzo della lametta oppure utilizzando particolari strumenti come il laser. Infatti la depilazione con il laser è definitiva e può essere eseguita nelle zone già cicatrizzate ed in quelle immediatamente vicine alla ferita. Da bandire o meglio non usare le creme depilatorie o altre sostanze.
Mia moglie circa 20 ani fà scopri di essere infetta dai condilomi anali, che dopo un trattamento chirurgico,bruciatura, scomparvero. Da allora più niente fino a pochi giorni orsono,che sono ricomparsi. Puo essere la vecchia infezione che ricompare o è una nuova?
Caro Signor Mauro,
è difficile che si tratti di una recidiva dopo 20 anni. Potrebbe trattarsi di una nuova infezione. Il contatto con l’HPV è frequente in molte condizioni e la sua proliferazione verso lo sviluppo di condilomi è favorita da particolari condizioni come una diminuzione delle difese immunitarie.
Buonasera,dottore.Sono una donna di 57 anni e la scorsa settimana durante una semplice influenza presa da tutta la famiglia mi sono venuti dei dolori forti alla pancia mentre la febbre non cessava. Dal pronto soccorso sono stata ricoverata in chirurgia con sospetta perforazione di un diverticolo.Per fortuna la perforazione non c'era ma sono stata trattenuta 1 settimana in ospedale per diverticolite acuta. Sono stata dimessa da 2 giorni ma mi è stato detto che dovrò programmare un'intervento perchè è molto probabile che mi si ripresenti e debba essere operata d' urgenza. Ora sono molto impaurita, non so cosa mangiare , per ora mangio solo riso e pasta all'olio e pollo ai ferri.Le feci sono mollicce e giallognole simili a quelle dei neonati.Vorrei sapere quali rischi corro e come mi devo comportare da ora in poi. Grazie
Cara Signora Gemma,
a mio parere un solo episodio di diverticolite non giustifica l’indicazione ad un intervento chirurgico. La prevenzione della diverticolite prevede una terapia medica cadenzata e una attenta alimentazione, precauzioni queste che sicuramente i medici le avranno dato. Se nonostante le cure si dovessero presentare nuovi episodi acuti, con comparsa anche di complicazioni come la stenosi del tratto di colon colpito dai diverticoli, è opportuno procedere all’intervento chirurgico.
salve dottore!! ho 57 anni,cerchero' di essere sintetico, soffro di colon irritabile da circa trentanni, operato di emorroidi circe due anni fa col metodo longo, pensavo che la difficolta nella defecazione fosse appunto costituita dalla presenza delle emorroidi, la manometria rettale eseguita successivamente ha evidenziato che il problema della defecazione incompleta e' dovuta ad un ipertono del muscolo pubo rettale!!! preciso che la prima fase della defecazione avviene piu o meno senza sforzi, ma sento che non e' completa,sento il bisogno di completare la defecazione ed e' in questa fase che nascono i problemi!! stimolo che arriva fino ad un certo punto ma quasi impossibile a completarsi!! esistono terapie in merito? le chiedo inoltre se e' normale che da un paio di mesi le manifestazioni del mio colon irritabile siano variate, in quanto prima le feci erano dure ora si alternano a feci dure e diarroiche? la ringrazio di cuore per la risposta!! ps: la mia ultima colonscopia risale a cinque anni fa, e' il caso di rifarla? anche se non noto sangue nelle feci? lo specialista ritiene di no!!grazie
Caro Singore,
i sintomi da lei descritti possono essere interpretati in diverso modo. La stipsi espulsiva che lamenta potrebbe essere dovuta ad una alterata dinamica del pavimento pelvico (quindi anche del muscolo puborettale), ma anche alla sindrome del colon irritabile. patologia funzionale del colon. Inoltre, nel suo caso andrebbe valutato anche lo stato atuale del retto in relazione all’intervento subito (Intervento di Longo). Infatti il tenesmo (sensazione di dover ancora evacuare) potrebbe essere determinato dalla modificazione anatomica relativa all’intervento chirurgico ma anche ad una infiammazione dell’ultimo tratto del retto. A mio avviso non è necessaro al monmento eseguire alcuna colonscopia ma una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una migliore determinazione diagnostica e per un corretto percorso di terapia.
Egregio Dottore é da molti anni che convivo con un fastidiosissimo e maledettissimo prurito anale che si divulga anche nella zona genitale e nell'inguine, ho fatto diversi tipi di esami dalle feci al sangue perfino circa due anni fa dopo una visita da un proctologo che impressionatosi dal gonfiore dell'ano ( dovuto dal grattare) mi sottopose ad una biopsia che ringraziando Dio diede esito negativo. Purtroppo non so più cosa fare vado avanti con creme cortisoniche ( flubason) senza alcunché risolvere il problema . Le chiedo per favore di aiutarmi a trovare una soluzione al mio problema . Nel ringraziarLa anticipatamente Le invio cordiali saluti.
Caro Signor Luca,
il prurito è un sintomo causato da diverse patologie (sistemiche, dell’ano, del colon e dell’apparato digerente). La terapia corretta del prurito non è solo locale, certo la crema al cortisone rimuove o allevia il sintomo, ma non cura la causa che è necessario ricercare. Il mio consiglio è di consultare un colonproctologo che con una attenta visita, completata anche con una visdeoproctoscopia digitale o almeno, con un altro esame endoscopico di base, possa comprendere la causa del sintomo e consigliare un adeguato percorso di terapia.
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