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Gentile Dottore vorrei avere dei chiarimenti in merito a questo: da circa un paio di mesi, la mia compagna, ha rilevato manualmente un piccolo rigonfiamento in zona perianale, si è sottoposta ad una visita proctologica e, successivamente, ad una ecografia. Le hanno diagnosticato una fistola anale, semplice, e senza che questa le abbia mai portato nessun dolore e con nessuna fuoriuscita esterna. Non era presente nessuna "informazione" esterna come escoriazioni o "brufoli" di nessun genere e non aveva avuto nemmeno ascessi o altro. E' una forma possibile per una fistola? Domanda invece personale, esiste una relazione fra i rapporti anali e le fistole? E poi, esiste solo ed esclusivamente il metodo chirurgico del quale leggo tanti fastidi? La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrà dedicarmi.
Caro Signor Gianni,
non sempre le fistole anali hanno uno sbocco esterno cutaneo e non sempre rivelano sintomi. Quindi la diagnosi fatta può essere plausibile. Riguardo i rapporti sessuali questi potrebbero creare traumi che a loro volta possono causare diverse patologie anali tra cui la fistola. Il trattamento della fistola anale è chirurgico ma esistono diverse tecniche soprattutto mininvasive e poco dolorose.
Cari saluti
gentile dottor Nicastro, sono un ragazzo di 28 anni, e vorrei alcune delucidazioni sull'ascesso perianale. Circa sei mesi fa ho notato un leggero gonfiore non doloroso nei pressi della zona anale sul gluteo destro, non sentendo dolore inizialmente ho trascurato il problema, circa un mese fa il dolore è comparso e la zona si è leggermente allargata, così mi sono rivolto ad un medico chirurgo che mi ha diagnosticato un "ascesso perianale" prescrivendomi un trattamento della durata di una settimana di antibiotici ed antiinfiammatori (Agumentin ed Auiln entrambi due volte al giorno). Concluso il trattamento la zona interessata si è notevolmente ingrandita e il dolore è diventato acuto. Ho subito perdite di pus e liquido sieroso, con leggero sgonfiamento e meno dolore. Le vorrei chiedere se corro ulteriori rischi avendo atteso tutto questo tempo prima di intervenire chirurgicamente e se i sintomi descritti possono condurre ad una fistole o degenerazione dell'ascesso?! Ed inoltre, se questa cura antibiotica a cui sono stato sottoposto possa aver peggiorato la situazione?!
Caro Signor Fabio,
credo che il decorso descritto sia proprio quello dell’ascesso perianale che ha trovato una soluzione spontanea con l’apertura all’esterno e la fuoriuscita del pus. La terapia antibiotica è sempre indicata per isolare la zona e non far progredire l’infezione. Quando l’ascesso si apre all’esterno sono utili dell medicazioni locali con l’intento di sterilizzare la zona e cercare di portare alla chiusura della cavità. L’ascesso può regeredire formando una fistola oppure guarire defibnitivamente.
Egregio Dottore Nicastro, desidererei poterle esporre il mio problema.Mia madre circa 3 anni fa, ha iniziato a soffrire di dolori vicino l'ano particolarmente acuti e, a seguito di visite dal chirurgo,le venne diagnosticata una fistola anale. Le venne fatto l'intervento dal chirurgo il quale appose il cosiddetto setone che, nonostante la necessaria apllicazione, non giunse ai suoi ordinari risultati,in quanto circe 10 giorni fa,e dunque a distanza dei tre anni come detto, mia madre ha dovuto subire un nuovo intervento a causa del fatto che un pomeriggio avvertì fortissimi dolori tanto da giungere al collasso, sempre nella medesima zona su cui in passato si intervenne chirurgicamente,e le è stato drenato l'ascesso voluminoso che aveva e che, a differenza del prima volta ove esternamente fuoriusciva pus,adesso ciò non è accaduto ma il gonfiore era interno. Adesso stiamo proseguendo con accurate medicazioni giornaliere e tra una settimana dovremmo effettuare una fistulografia o ecografia interna, per individuare la localizzazione di questo tramite che nel corso dell'intervento il chirurgo non è riuscito ben ad individuare, anche inniettando un apposito liquido colorato,a causa dell'edema..La paura più grande di mia madre,dopo aver passato mesi dolorosissimi a causa dell'apposizione del"filo", è che anche questa seconda volta sia necessario ricorrervi.Ma è normale che il setone produca dolori talmente acuti quasi a non riuscire a camminare e ad essere costretti a punture di antidolorifico? ed il rimedio della cosiddetta "colla" tale da realizzare una sorta di "cementificazione" è efficace? la differenza circa l'intervento mediante l'apposizione del filo o l'infiltrazione della"colla" da cosa dipende? e anche se si tratti di una fistola alta e vicina allo sfintere, la colla potrebbe essere un rimedio alternativo al filo?Confido in una sua risposta.Le porgo le mie scuse per essermi dilungata per motivo di espressione personale chiara non essendo competente in materia.Distinti saluti.
Cara Signora Federica,
purtroppo le fistole perianali sono gravate da una alta incidenza di recidiva indipendentemente dalla tecnica usata. Comunque il setone anche se ancora in uso è una tecnica un tantino superata e a mio parere è preferibile la fistulectomia. Inoltre il setone provoca dolore e questa sofferenza non giustifica poi la ricomparsa della patologia. L’intervento subito da sua madre dopo tre anni è consisitito nel solo drenaggio dell’ascesso come è giusto fare in questi casi e solo dopo la definizione della esatta entità della fistola (cosa che sarebbe dovuta avvenire anche al rpimo intervento) è possibili stabilire quale è il miglior trattamento della patologia. A parte l’uso della colla ( che non è così semplicistico come descritto) esistono altri metodi e tecniche che vanno tutte valutate in base alle caratteristiche della fistola.
Cari saluti
Egregio Dottore Nicastro, La ringrazio in primis per la sua risposta.Volevo gentilmente porLe un altra domanda e perdoni la mia insistenza, ma aver visto mia madre soffrire parecchio non mi entusiasma affatto!...Per cui desidervo chiederLe: in cosa consiste la fistulectomia? ed è una tecnica praticabile allorchè si tratti di una fistola perianale alta-sfinterica? non c'è rischio di incontinenza?La ringrazio nuovamente.Le porgo i miei più distinti saluti.Blatti Federica.
Cara Signora Federica,
la fistulectomia è un intervento che prevede l’asportazione del tramite fistoloso nella sua interezza. La tecnica varia a seconda dell’entità della fistola e il rischio di incontinenza è valutato pre-operatoriamente e durante l’intervento sono prese le opportune precauzioni per poterlo prevenire.
Cari saluti
Egregio dott. Nicastro, all'incirca una settimana fa sono stato affetto da un forte ascesso anale. Fortunatamente esso si è aperto spontaneamente. A questo punto sono stato visitato da un chirurgo che mi ha detto di aspettare una settimana disinfettando la zona interessata con una garza imbevuta di euclorina. Il medico infatti visitandomi avrebbe riscontrato la totale assenza di una fistola,risalendo fino al buco che ha originato l'ascesso. Posso stare definitivamente tranquillo oppure c'è il pericolo che venga fuori una fistola all'improvviso? La ringrazio anticipatamente della disponibilità e le porgo i miei più cordiali saluti.
Caro Signor Vincenzo,
nella fase acuta dell’ascesso è impossibile stabilire se ad esso residuerà una fistola o meno. Solo nella fase di cicatrizzazione avanzata è posibile stabilire la presenza della fistola che di solito è una conseguenza dell’ascesso.
Cari saluti
due anni fa ho avuto una fistola anale si è rotta naturalmente ed poi dal chirugo è stata trattata con il setone per circa 5 mesi con n. 3 piccoli interventi dopo due anni ieri mi ritrovo di mattina con un piccolo dolorino anale e di sera ritono a casa con la fistola gonfia mi prendo dell'antibiotico e dell'aulin avendo anche febbre di notte si rompe naturalmente adesso sto prendendo aulin e rochefin siringhe mi devo rioperare e come a la prima fistole era a dx la seconda e a sx dell'ano l'ho premuta bene
Caro Signor Mario,
la fistola perianale è una patologia di stretto interesse chirurgico e l’entità dell’intervento è possibile stabilirla solo con lo studio della gravità della patologia. Solitamente la visita proctologica è necessaria per stabilire l’origine dell’infezione mediante videoproctoscopia e specillazione della fistola, a seguito della fistola il paziente deve eseguire una ecografia anale al fine di stabilire i piani interessati dall’infezione. fatti questi preliminari accertamenti il chirurgo decidrrà sul tipo di intervento.
Cari saluti
Sono stata operata di fistola perianale sullo sfintere il 5 marzo 2009,ieri 9 marzo mi hanno medicata e hanno tirato gli elastici..sono ancora scioccata dal dolore,ho pianto di dolore per 3 ore fino ad una puntura di toradol che mi ha calmato un po il dolore.Il medico mi ha detto che nn devo prendere sempre il toradol,oggi ho preso voltadvance e sto un pò meglio..Adesso ho una paura immensa di tornare venerdi e soffrire così nuovamente,penso che un dolore così immenso,da svenimento,nell 2009 nn dovrebbero farlo passare più.Mi può consigliare una soluzione per il dolore e potrei pretendere una piccola anestesia locale durante le medicazioni????La prego mi risponda perchè penso di essere proprio fobica,poi ho letto che le fistole perianali possono tornare,io già mi sento male solo a pensare di rivivere questi momenti.La prego mi aiuti.Cordiali saluti e grazie.
Cara Signora Roberta,
purtroppo quando si decide di trattare una fistola perianale con la tecnica descritta le medicazioni sono dolorose. I medici che la stanno curando hanno dato la giusta indicazione alla assunzione degli antidolorifici (il toradol) che lei dovrà assumere regolarmente prorpio per evitare di soffrire. Aggiunga una protezione per lo stomaco visto che gli antidolorifici sono gastrolesivi facendosi consigliare dal medico quello più opportuno nel suo caso.
Cari saluti
Gentile Dott. Nicastro Le scrivo per avere un suo parere in merito ad una piccola fistola perianale che mi è stata diagnosticata circa 8 mesi fa: due proctologi che mi hanno visitato mi hanno entrambi consigliato l'intervento per asportarla, mentre il gastroenterologo che mi ha fatto la rettoscopia al policlinico S. Orsola mi ha consigliato CICATRIDINA supposte per 3 mesi, sconsigliando l'intervento. Non so adesso cosa fare, cioè se fare la cura o sottopormi all'intervento. La fistola drena da sola, se prendo il succo di aloe quasi scompare. Attendo un Suo gentile parere.
Caro Signor Ugo,
la fistola perianale è una patologia di interesse chirurgico e la sua risoluzione è solo un intervento. Comunque esistono delle tecniche meno invasive quali il posizionamento di un plug di colla di fibrina ma anche questo è da considedararsi un intervento e è eseguito in sala operatoria e in anestesia.
Cari saluti
Egregio Dott. NIcastro desidero porre alla Sua attenzione il mio caso confidando in una Sua risposta. Sono un ragazzo di 24 anni e da circa un anno ho una fistola all'altezza del coggige di circa 1 cm, e a volte dalla fistola esce pus e sangue provocando dolore e a volte no. Volevo sapere aspettando un anno senza consultare nessuno ho aggravato la situazione? e inoltre i tempi dell'operazione e sopratutto del post- operazione sono lunghi? Mi terrorizza l'idea di stare più di 1 mese immobilizzato senza potermi muovere. Cordiali Saluti.
Caro Signor Alessandro,
la fistola sacrococcigea è una patologia che deve essere risolta chirurgicamente per non incorrere nelle complicanze che possono avvenire durante i processi infettivi. L’intervento chirurgico può essere eseguito sia con la tecnica aperta che con quella chiusa e comunque non impongono nessuna delle due un mese di immobilità ma solo un adeguato periodo di precauzioni potendo svolgere una normale vita quotidiana.
Cari saluti
Gentilissimo Professore, vorrei alcune delucidazioni riguardanti il mio caso. Sono un 49 enne e da circa 4 anni sono affetto da una fistola perianale. Sono stato già operato 3 volte e a fine mese di Aprile dovrò effettuare un'ulteriore intervento. Tengo a precisare che in occasione del 2° intervento mi sono stati applicati i "setoni", ma la cosa si vede che non è andata a buon fine. L'esame istologico ha rivelato che la "fistola perinale" è diretta conseguenza di una cisti pilonidale. Attualmente il tramite che conduce all'esterno è delle dimensioni di un'ago da siringa e profondo 3/4 cm., effettutate le medicazioni ( 2 alla settimana) nel giro di 1/2 giorni "la ferita" si richiude completamente generando alcune volte il ristagno di "pus". Può essere causa di tutto questo una frattura vertebrale del soma D/12 causa caduta " a sedere " avvenuta nel 1999. Spero di avere chiarimenti esaustivi. La ringrazio anticipatamente.
Caro Signor Giuseppe,
se la fistola perianale è conseguente ad una fistola pilonidale sarebbe opportuno bonificare la seconda per poter risolvere definitivamente la patologia. Una recidiva di fistola non è un vento infrequente ma la sua evenienza può essere causata anche dal mancato riconoscimento della reale entità della patologia. Una ecografia anale di solito mette in evidenza l’origine della fitola e in base a questo può essere programmato un intervento radicale e si spera definitivo.
Cari saluti
Egr. Dott.Nicastro, Le espongo la mia domanda: a seguito di ecografia endo-rettale e dopo aver già rimosso l'ascesso a causa di fistola perianale circa tre settimane fa (dopo tre anni da un primo intervento), il risultato odierno è che trattasi di una fistola perianale "alta" ovvero "lunga"(il termine specifico lo disconosco).Per cui chirurgicamente la tecnica da utilizzare è unicamente quella del setone per evitare il rischio di incontinenza a seguito del fatto stesso che si tratta di un tramite non basso?Ed è normale che una volta apposto il"filo", questo procuri dei dolori forti tali da dover intervenire con punture di antidolorifico o dipende dalla trazione che si esegue? Grazie per la Sua disponibilità.Le porgo cordiali saluti.
Cara Signora,
purtroppo la tecnica del setone procura dolori post-operatori dovuti al fatto che il filo deve essere tenuto in tensione per poter avere un effetto sperato cioè quello della fistulectomia. Il filo in tensione preme sui muscoli che sono particolarmente sensibili e questo spiega il dolore.
Cari saluti
gentile dottore, un anno fa ho preso un calcio nel gluteo, l'ematoma si è incistito,poi ha fistolato nella zona perianale. Dopo ripetute medicazioni fatte dal medico di base,la fistola si è chiusa. dopo circa sei mesi si è riaperta la prima e poi la seconda sull'altro gluteo. dopo visite proctologiche, ecografia transanale, rettoscopia, è arrivato l'intervento. la seconda fistola è stata asportata, la prima è stata ripulita ma è stato trovato un ascesso nella parte alta del retto con decroso intersfinterico... quindi setone, zaffo, e lavaggi con acqua ossigenata. dopo 20 giorni vengo rioperato perchè l'ascesso non è sceso... ora le chiedo non dovrei essere sotto copertura antibiotica? e sopratutto non dovrei fare dei lavaggi interni o quantomeno usare qualcosa di specifico? e poi prendo da più di un mese l'olio di vasellina 3 volte al giorno un cucchiaio, può causarmi problemi? grazie per la risposta brancolo nel buio insieme a chi mi assiste ci aiuti....
Caro Signor Francesco,
purtroppo la terapia antibiotica in questi casi non è efficace ed è per questo motivo che i medici hanno deciso di non prescriverla. Le medicazioni e i lavaggi interni sono una soluzione per tenere pulita lam ferita e per facilitarne l’auspicata guarigione. Quando gli ascessi sono estesi e difficilmente raggiungibili senza provocare danni severi all’apparoato sfinteriale solitamente è possibile posizionare un tubo di drenaggio per favorire lo svuotamento dell’ascesso e anche i lavaggi locali. Ma queste sono decisioni che prende il chirurgo durante
l’intervento e se lo specialista che ha effettuato l’intervento non ha preso in cosniderazione questa evenienza avrà avuto le sue buone ragioni. La somministrazione di emollienti fecali (come l’olio di vasellina) è utile per facilitare il transito fecale e la defecazione e possono essere sostituiti con le fibre (psyllium ecc.) se si verificano intollranze o il trattamento deve essere protratto nel tempo.
Cari saluti
gentilissimo dott. nicastro da circa due anni mio marito soffre di fistola perianale transfinterica siccome nel mio paese non ci sono specialisti in colonproctologia ci siamo rivolti ad un chirurgo generale il quale dopo la fistolografia ci ha detto che nel suo caso si puo fare solo la fistolotomia parziale con laccio di trazione informandoci ci hanno detto che è dolorosissimo volevamo sapere se esiste un'altro tipo di intervento meno doloroso la ringrazio per la sua disponibilità
Cara Signora Giulia,
la fistole perianali possono essere più o meno complesse ma la scelta dell’intervento dipende dall’esperienza del chirurgo. Nella mia esperienza l’intervento di scelta per le fistole è la fistulectomia con chiusura primaria della ferita chirurgica e la complessità o meglio la delicatezza dell’intervento dipende dallo studio del decorso della fistola. La fistulografia è ormai un esame desueto che è stato sostituito con l’ecografia anale, meglio se tridimensionale, eame che esprime il decorso della fistola anche con le strutture contigue. In base a queste informazione si decide il tipo di intervento.
Cari saluti
Dopo aver avuto un ascesso perianale circa sei mesi fa mi è stata diagnosticata successivamente una fistola (suppongo intrasfinterica) che con l'anoscopa il chirurgo ha dichiarato essere "bassa e corta" figlia di una ragade che avevo da moltissimi anni e mi ha consigliato, visti i benefici che ho acquisito facendo ginnastica anale con il Dilatan di aspettare per l'intervento perchè ha trovato che la ragade che si sta "asciugando". Però io continuo, nonostate ciò, ad avere un'alternanza di benessere e dolore e non capisco se questo è dovuto alla fistola che si "gonfia" oppure il dolore è dovuto alla ragade. Nell'accertamento con l'anoscopio il chirurgo ha riscontrato anche un polipo a circa 3 cm dall'ano di mm. 4 che con il tempo vuole bruciare. Volevo un Suo consiglio in merito al mantenimento dela fistola senza operare. Cosa posso applicare a livello locale qunado ho il dolore? Grazie molte.
Cara Signora Anna Maria,
lei deve essere operata. La presenza della fistola impone l’intervento chirurgico anche per il pericolo di formazione di altri ascessi. Il dolore è una ulteriore spia nella indicazione all’intervento.
cari saluti
Egregio dottore, ha 34 anni e sono all'ottavo mese di gravidanza.Due anni fa ho subito due interventi di ragade anale e fistola intersfinterica con ascesso.Ho paura che un parto naturale possa crearmi un trauma e causare una lacerazione dei tessuti del canale anale con possibile recidiva o nel peggiore dei casi 'incontinenza fecale.Ne ho parlato conla mia ginecologa la quale mi ha consigliato il parto cesareo.Lei cosa mi consiglierebbe? Grazie infinite...
Cara Singora Stefania,
un parto naturale è vero che mette in tensione il pavimento pelvico e anche il canale anale e solo una episiotomia estesa potrebbe causare lesioni sfinteriche tali da procurare unaincontinenza. La valutazione sul tipo di parto è comunque riservata allo specialista ginecologo che conosce meglio la sua situazione attuale.
Cari saluti
Caro dott., sono stata operata di cisti sacrococcigea in dicembre che si era suppurata.Dall'esame istologico era 5cm x 2cm. Il chirurgo mi ha chiuso la ferita e dopo 2 gg ho iniziato ad avere forti dolori nella parte, così dopo qualke gg il chirurgo mi ha visitata e si era formata una gran sacca di infezione.Hanno tolto i punti e hanno cominciato con le medicazioni...con prescrizioni di vari antibiotici. mi hanno fatto il tampone e c'era presenza di stafiloccco aureus. Nella ferita mi sono state fatte varie iniezioni dolorose di gentalyn + pomata con copertura di garza.Poi mi hanno prescritto terapia di antibiotico x 10 gg.Finito le iniezioni ho iniziato a sentire dolori come all inizio...infatti c'è ancora infezione nella zona...e visto ke tra poco ho finito cura, pensano che sarò da rioperare...mi chiedo è il caso di sentire un altro chirurgo?Non so ma è da 2 mesi ke sono stata operata...si, in basso si sta chiudendo, ma io ho di nuovo forte male dove c'è ancora infezione.Non vorrei che non mi stanno curando come si deve...In più ho letto su internet ke lo stafilococco aureus è pericoloso se nn curato come si deve. Grazi mille
Cara Signora Luna,
credo che si debba fidare dei medici che la stanno curando. L’infezione post-operatoria è una complicanza che può succedere negli interventi per fistola sacro-coccigea e solo chi non opera non ha complicanze. Continui le medicazioni e le indicazioni date. Cari saluti
salve sono la sig.ra Paola e vorrei porle un quesito.Sono stata operata per 3 volte per fistola rettovaginale nella prima operazione mi è stato posto un filo di seta durato per circa 3 mesi. Nel 2 intervento un "elastico" ed infine a distanza di un'anno mi è stata asportata la fistola e un granuloma di 1,5 cm Nell'ultimo intervento è stato effettuato l'esame istiologico che ha confermato la presenza di una fistola e di un ascesso divenuto poi granuloma. Ho effettuato dapprima una risonanza magnetica, poi per 3 volte ecografia endoanale. Ora dopo aver subito il 3 intervento a distanza di circa 2 mesi dallo stesso presento ancora secrezioni e spesso sia pure in forma live piccoli gonfiori che dopo "l'esplosione " fuoriesce sangue. Mi chiedo a questo punto se sia normale tutto ciò o come io penso vi sia l'ennesima recidiva della fistola.. Sopratutto mi domando se sia veramente possibile guarire da tale patologia La ringrazio ed aspetto una sua risposta
Cara Signora Paola, la fistola rettovaginale rappresenta una vera sfida per la chirrugia colonproctologica e generale in quanto situata in una delle regioni del nostro corpo più espote ad infezioni. Oltre ad avere un alto tasso di recidiva la chirurgia della fistola rettovaginale a volte ricorre a interventi maggiori con la costituzione di una stomia, senza comunque poi avere una differenza significativa in termini di recidive. Quello che mi sembre strano come per ben due volte sia stata operata con la tecnica del setone (anche se nel secondo è stato utilizzato un elastico), questa procedura non è propria del trattamento della fistola rettovaginale. Nel dubbio se vi sia ancora un residuo di fistola potrebbe sottoporsi ad uno studio ecografico sia per via vaginale che
anale.
Cari saluti
Gentile Dott. Nicastro, buongiorno Provo, brevemente, senza farle perder troppo tempo a raccontarle la disavventura accaduta a mio figlio con la speranza, anche se capisco che a mezzo mail è difficile sbilanciarsi, che lei mi possa aiutare. Mio figlio, ha 25 anni e da un anno abita a Marino di Roma, dopo il conseguimento di un Master a Tor Vergata ha iniziato il 19/01/2009 un tirocinio presso l’autorità dell’enel a Roma che dura fino al 19/07/2009 (capirà in seguito questa mia precisazione). Nel marzo 2005 ha subito un intervento per fistola anale, con anestesia lombare (una pazzia!!!! Ha sentito un dolore allucinante anche durante l’intervento). La ferita, in un primo momento chiusa si è riaperta dopo una settimana, con un seguito lungo e doloroso. Tre mesi di medicazioni. Nel marzo 2007, recidiva. Cambio medico ed unità sanitaria. Con anestesia locale (per fortuna) intervengono di nuovo. Iter post-operatorio sicuramente più breve, rispetto al primo, a ugualmente doloroso ed impegnativo. Oggi, febbraio 2009…….. di nuovo c’è una fistola dove esce pus (mi scusi il termine)….. stessa localizzazione (ha già due cicatrici, una sopra l’altra), la zona si presenta anche molto irritata, tipo scottatura. Egregio dottore, mio figlio abita a Roma, non conosciamo nessuno, siamo spaesati ed attoniti di fronte a questa terza recidiva. Ma come è possibile? Ancora intervento…..medicazioni……impossibilità a sedersi……. Dolore. Perderà anche il lavoro, è un tirocinante. Mi scusi lo sfogo, vedo la situazione inguaiata, le chiedo un consiglio. Grazie infinite del tempo che potrà dedicarmi.
Cara Signora,
mi dispiace per i decorsi avuti da suo figlio ad iniziare dal primo intervento. Solitamente l’anestesia spinale è assolutamente indolore soprattutto rispetto a quella locale. La recidiva di fistola perianale è un evento frequente che purtroppo bisogna affrontare sempre con la massima prudenza. Il mio consiglio per suo figlio è quello di eseguire una visita proctologica completata con videoproctoscopia per stabilire almeno l’origine interna della fistola. Lo specialista dovrà poi prescrivere o eseguire una ecografia anale per stabilire l’esatto decorso della fistola o la persistenza di un recesso ascessuale dalla quale origina. Solo dopo è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia. Nella mia esperienza eseguo la fistulectomia con tecnica chiusa che significa chiusura diretta della ferita che evita le lunghe e dolorose medicazioni, con una ripresa rapida di ogni attività.
Cari saluti
gent.ssimo prof NICASTRO lo scorso 12 agosto ho subito un intervento chirurgico per un ascesso perianale che mi e' stato,credo, perfettamente drenato ho poi eseguito successive 5 medicazioni a distanza di una settimana una da l'altra,e seguito una cura con antibiotico klacid ,ovuli vagilen e fisian plus fino alla completa guarigione. Purtroppo quando devo evaquare avverto ancora adesso qualche piccolo disturbo. Effetuo vari lavaggi durante il giorno usando saponi al marsiglia con antibatterico e poi uso fisian plus imbevuto su garza e passato li sul forellino dove mi e' stato drenato l'ascesso. Ora sono trascorsi quasi 2 mesi dall'intervento, e vi chiedo quanto tempo ancora devo attendere per condurre un vita normale? Devo prendere qualcos'altro come medicinale per chiudere quel forellino? Perche' noto che quando mi da fastidio, vado per pulirmi e noto sulla carta ancora presenza di piccole q.ta' di liquido trasparente e talvolta anche del sangue. Nell'attesa di un vs. sicuro riscontro al problema porgo distinti saluti
Caro Signor Vincenzo,
la descrizione dei suoi sintomi potrebbe far sospettare la presenza di una fistola perianale, evento questo che è successivo alla presenza o alla evoluzione di un ascesso. Si sottoponga a visita proctologica per una conferma diagnostica e per un corretto procedimento terapeutico. Cari saluti
Gentile Dottore, questa mattina mio marito si è recato presso l'ospedale san Paolo di Milano per asportare una "FISTOLA", ma tramite la proctoscopia hanno riscontrato che non è una fistola e che non sanno cosa possa essere (forse un brufolo...). La contatto per provare a chiedere a Lei cosa possa essere e cosa possiamo fare in riguardo. Le spiego: miomarito ha una specie di "brufolo" sulla natica sinistra che molto spesso si arrossa, fa molto male per qualche giorno fino a quando poi "scoppia" ed esce del pus. Negli ultimi tempi sporca di questa materia anche gli slip e quando sta in piedi per un pò sente dolore alla schiena e a volte anche alla gamba. Non sappiamo a chi rivolgerci, se Lei potesse darci una risposta Le saremmo molto grati. Grazie
Cara Signora,
è strano che il medico che ha visitato suo marito e che ha fatto diagnosi di fistola ha poi fatto una diagnosi diversa. La fistoloa o c’è o non c’è. Può regredire, essere meno infiammata, secernere siero e non pus ma se esiste non guarisce da sola. E’ strano anche che un brufolo sia confuso con una fistola. Ma queste risposte non posso darle io in quanto non ho avuto modo di visitare suo marito, nè di porre una presunzione diagnostica. Provi a far ripetere una visita specialistica magari cambiando ospedale e medico per avere un riscontro e un confronto.
resto a sua disposizione
Cari saluti
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