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salve dottore!! ho 57 anni,cerchero' di essere sintetico, soffro di colon irritabile da circa trentanni, operato di emorroidi circe due anni fa col metodo longo, pensavo che la difficolta nella defecazione fosse appunto costituita dalla presenza delle emorroidi, la manometria rettale eseguita successivamente ha evidenziato che il problema della defecazione incompleta e' dovuta ad un ipertono del muscolo pubo rettale!!! preciso che la prima fase della defecazione avviene piu o meno senza sforzi, ma sento che non e' completa,sento il bisogno di completare la defecazione ed e' in questa fase che nascono i problemi!! stimolo che arriva fino ad un certo punto ma quasi impossibile a completarsi!! esistono terapie in merito? le chiedo inoltre se e' normale che da un paio di mesi le manifestazioni del mio colon irritabile siano variate, in quanto prima le feci erano dure ora si alternano a feci dure e diarroiche? la ringrazio di cuore per la risposta!! ps: la mia ultima colonscopia risale a cinque anni fa, e' il caso di rifarla? anche se non noto sangue nelle feci? lo specialista ritiene di no!!grazie
Caro Singore,
i sintomi da lei descritti possono essere interpretati in diverso modo. La stipsi espulsiva che lamenta potrebbe essere dovuta ad una alterata dinamica del pavimento pelvico (quindi anche del muscolo puborettale), ma anche alla sindrome del colon irritabile. patologia funzionale del colon. Inoltre, nel suo caso andrebbe valutato anche lo stato atuale del retto in relazione all’intervento subito (Intervento di Longo). Infatti il tenesmo (sensazione di dover ancora evacuare) potrebbe essere determinato dalla modificazione anatomica relativa all’intervento chirurgico ma anche ad una infiammazione dell’ultimo tratto del retto. A mio avviso non è necessaro al monmento eseguire alcuna colonscopia ma una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una migliore determinazione diagnostica e per un corretto percorso di terapia.
Dopo esser stato operato al colon con la tecnica starr ( problema di prolasso) anziché di migliore le cose sono peggiorate.... Se prima soffrivo di stipsi cronica adesso alterno stipsi a diarrea con forti dolori addominali e mi si forma molta aria nella pancia e non riesco più a controllarmi quando devo evacuare.... Cos'è successo? Molti colonproctologi mi dicono che sia la mia ansia !!! Cosa devo fare?
Caro Signor Felice,
probabilmente è la sua ansia a far emergere una condizione di colon irritabile che poi comporta disturbi della defecazione. Comunque è anche vero che se esiste uno stato ansioso, questo poteva essere la causa della sua stipsi prima dell’intervento di STARR, oppure che sia stato messo in evidenza da un intervento che non ha risposto alle aspettative della persona sofferente (come spesso succede nella STARR). A parte lo stato ansioso che la tormenta, credo che sia opportuna una visita colonproctologica completata con Videoproctoscopia digitale per comprendere se esistono invece complicazioni a livello del retto (sede dell’intervento subito) che possano giustificare i suoi sintomi e in ogni modo giungere ad una corretta diagnosi e stabilire un adeguato percorso di terapia.
Buongiorno, ringraziandoLa per questa opportunità, Le vorrei sottoporre un quesito. Ho 50 anni e ho subito l'intervento di Starr 2 anni fa, per prolasso rettale, rettocele e correlata sindrome dolorosa emorroidale, con un discreto risultato positivo e senza COMPLICAZIONI. Non ricordo di essere stata informata sull'utilizzo di graphes metalliche, e a distanza di un anno, in seguito ad indagine radiologica dell'anca, ho preso visione della loro presenza. Mi chiedo se la permanenza delle graphes o l'intervento stesso possano essere causa di irritazione della mucosa colonrettale al punto di poter provocare l'insorgenza di polipi e/o forme tumorali? Sarebbe meglio asportarle o l'incidenza di un'eventuale emorraggia ne sconsiglia l'asportazione? Vi è una casistica utile in merito?
Cara Signora,
in moltissimi casi osserviamo la permanenza delle agraphes metalliche sulla mucosa rettale con la formazione di granulomi da corpo estraneo (questi rappresentano una complicazione) o la presenza di una infiammazione cronica (Proctite). Queste evenienze andrebbero ben evidenziate con un esame endoscopico quale la rettoscopia o meglio la videoproctoscopia digitale. Ogni stimolo cronico sulla mucosa rettale rappresenta un motivo di allarme clinico in quanto potrebbe portare ad una trasformazione delle cellule in senso neoplastico. Per questo si preferisce affrontare subito le adeguate terapie, valutando correttamente i rischi ad esse correlate.
Gentile dott. Nicastro ho 50 anni sono stato operato il dicembre del 2014 con tecnica Longo ad oggi ho gli stessi problemi cioè defecazioni di 3/4 volte al giorno che prima dell'intervento non avevo volevo chiedere se ritiene normale o ci sono dei problemi legati all'intervento?Inoltre quando ho lo stimolo devo correre in bagno non posso permettermi di aspettare quindi la mia vita è drasticamente cambiata perchè ho paura anche di andare a fare una passeggiata e non avere un bagno vicino.attendo sua gentile risposta.
Caro Signor Luigi,
l’intervento che ha subito, a mio parere, non solo non cura la patologia emorroidale, ma è gravato da complicanze che non ne giustificano l’esecuzione. I suoi sintomi possono essere una diretta conseguenza della tecnica chirurgica utilizzata e le consiglio una visita coloproctologica, completata con la videoproctoscopia digitale, per una corretta diagnosi e un adeguato percorso di terapia.
Dottore buona sera. Sono una giovane donna. Da anni soffro di stipsi. Nonostante svariate visite e cure gastroenterologiche (rimandando la causa del mio problema a natura di intolleranze alimentari - alcune delle quali effettivamente riscontrate: lattosio e sorbitolo) non ho visto nel tempo alcun miglioramento, anzi viceversa! Circa due mesi fa, di mia iniziativa ho fatto una visita da un colonproctologo deducendo che il mio problema fosse defecazione ostruita. Egli già dalla prima visita mi ha confermato che era cosi, in più mi ha diagnosticato dolico colon e conseguente prolasso, una piccola stenosi dovuta a precedente operazione di emorroidectomia del 2007. Dopo ciò mi ha segnato: Clisma opaco, defecografia, manometria ano-rettale, tempi di transito intestinali. Da questi ne è derivato una conferma di quanto suddetto, in particolare svuotamento incompleto, dolico colon. Il Dottore inizialmente prima e durante gli esami aveva affermato che sarebbe stato necessario l'intervento per evitare una completa ostruzione. L'intervento a suo dire sarebbe stato inevitabile per scongiurare conseguenze ancora peggiori. Fatto sta che, inspiegabilmente egli stesso, dopo aver consultato gli esiti e convinto dell'esistenza reale del problema, risolvibile solo con chirurgia, nonostante ciò ha affermato che prima di ricorrere a questa ultima possibilità bisognava ricorrere a cure gastroenterologiche, le quali ora come nel passato non hanno avuto alcun effetto benevolo. La mia situazione fisica peggiora giorno per giorno. Vorrei un suo parere in merito. Gli esami di routine li ho già eseguiti tutti non voglio perdere tempo ma trovare una via definitiva e risolutiva a questo problema. Secondo lei è il caso di tardare ancora?
Cara Signora Nina,
la stipsi è un sintomo causato da diverse condizioni e patologie, alcune delle quali lei descrive negli accertamenti effettuati. Se gli esiti degli esami sono quelli descritti ha fatto bene il proctologo ad indirizzarla verso diverse cure prima ancora di quelle chirurgiche, in quando la sua stipsi non dipende da patologie di interesse chirurgico. Sarebbe opportuno visionare le immagini degli esami radiologici eseguiti per poter comprendere se vi è una compartecipazione di altre cause relative al corretto funzionamento del pavimento pelvico, apparato fondamentale nella dinamica della defecazione. Lei può ben comprendere che un capitolo importante quale la stipsi non può essere trattato esaustivamente con una semplice posta elettronica ed è per questo che la invito a leggere Il Dono Negato, un romanzo saggio scritto per tutte le persone sofferenti di un sintomo sottovalutato e per molti medici di poca rilevanza clinica.
Egregio Dott.Nicastro, sono una paziente di 71 anni, interessata da problemi coloproctologici e uroginecologici abbastanza complessi. Ho visitato il suo sito, che ho trovato molto chiaro e interessante e perciò mi rivolgo a Lei per un parere, premettendo alla domanda una sintesi cronologica (purtroppo un po’ lunga) della mia vicenda. Nel 2008, a seguito di accertamenti (tra cui enterocolpodefecografia) x ostruita defecazione, ho subito un intervento di prolassectomia mucosa e plicatura rettocele secondo Delorme. Tutto bene fino al 2012. Nel 2013 (dopo vari accertamenti x qualche sospetto sulle ovaie, familiarità problemi oncologici, prolasso dell’utero, incontinenza urinaria da sforzo) ho subìto un intervento di annessectomia bilaterale, colpoisterectomia con cistopessi e posizionamento di pelvico, TOT e colpoperineoplastica (per via laparoscopica e vaginale). In corso di intervento non si è ritenuto di intervenire su una leggera intussuscezione rettale. Buono il decorso postoperatorio. Nel novembre 2013 il ripresentarsi di problemi della defecazione ha fatto pensare a qualche recidiva, ma una Defeco RMN, pur evidenziando che sotto sforzo “il pavimento rettale ernia al di sotto dello hiatus dell’elevatore” e che si nota un “cistouretrocele di grado 1”, concludeva: “Ostruita defecazione su base prevalentemente dissinergica”, escludendo esplicitamente la presenza di enterocele (che io temevo a seguito dell’isterectomia) e ritenendo irrilevante la leggera intussuscezione; quindi nessuna necessità di nuovi interventi. Mi sottoposi allora a un ciclo di sedute di ecobiofeedback con buona soddisfazione. Ma nuovi problemi di SOD nel 2015 mi hanno portato a nuovi accertamenti, conclusi nel dicembre 2015. Riporto (per brevità) solo le Conclusioni della DefecoRX: “PPp a riposo lievemente più basso della norma con eccessiva escursione in fase evacuativa – Piccolo rettocele anteriore con svuotamento completo – Intussuscezione ciconferenziale retto-anale con pressoché completa risoluzione post spinta – Enterocele (anse del tenue) retto-vaginale (ampiezza max 5cm, profondità max 10cm) – Notevole prolasso vaginale posteriore e lieve anteriore – La cupola vaginale scende fino a 6cm sotto la LPSC. Ecografia trans perineale dinamica mostra in fase di spinta un cistouretrocele stadio 1, un notevole omento-enterocele (verosimilmente nella defecoRX lo spazio tra l’enterocele e la parete vaginale posteriore pare sia occupato dall’omento).” Entrambe i chirurghi (di cui non faccio il nome solo per doverosa discrezione e correttezza nei loro confronti e con i quali ho un ottimo rapporto di stima e fiducia) che mi hanno operato rispettivamente nel 2008 (coloproctologo) e nel 2013 (uroginecologo) ritengono necessario risolvere con un UNICO intervento la situazione. Io, oltre che in un certo imbarazzo, mi trovo ora anche un po’ perplessa. Lei, dottore, potrebbe cortesemente aiutarmi con un suo autorevole parere “terzo” sull’ipotesi che io, da assoluta profana in materia ma da paziente un po’ ..esperta, sarei tentata di formulare come segue: un primo intervento coloproctologico in anestesia spinale per risolvere rettocele e intussuscezione e, dopo un necessario lasso di tempo (quanto?), un successivo intervento in laparoscopia (anestesia totale) per risolvere l’enterocele. Personalmente penso infatti che ciascuno dei “miei” due chirurghi potrebbe più efficacemente intervenire nella “zona” di propria maggior competenza, anche perché si troverebbe su un “terreno” su cui già ha già operato con modalità a lui stesso ben note (e con mia piena soddisfazione, tanto più che la situazione attuale non mi pare si configuri come fallimento o recidiva dei precedenti interventi). Mi scuso per la lunghezza del mio scritto, ma non sono riuscita a sintetizzare di più! La ringrazio fin d’ora cordialmente.
Cara Signora,
mi perdoni l’ardire, ma il corpo umano non è un campo da arare! La sua patologia, come potrebbe essere dedotto dagli accertamenti che ha riportato, non è esclusivamente di pertinenza chirurgica ma a mio parere è su base funzionale e i “suoi” chirurghi dovrebbero fermare il bisturi e provare metodiche di trattamento più efficaci. In verità, con molta fantasia lei è stata già sottoposta a “ecobiofeedback” che presumo sia una sorta di riabilitazione e con la sonda ecografica inserita nell’ano, era invitata a contrarre gli sfinteri anali. Lasciando ad altri scienziati commenti sulla validità terapeutica di questa “suggestiva e suggestionabile” pratica riabilitativa, voglio solo sottolineare che il pavimento pelvico non è solo ed esclusivamente l’ano e che le feci effettivamente fuoriescono dall’ano, ma questo organo, perfetto e complesso, non ha alcuna colpa nella stipsi con discesa del pavimento pelvico. Purtroppo molti ancora si ostinano a riabilitare le pazienti con stipsi espulsiva (alla quale la moda del momento ha dato il sinonimo di SOD) attraverso il canale anale, misconoscendo che il pavimento pelvico è posto in altra sede e che il funzionamento di questo apparato neuromuscolare è determinato da una serie di correlazioni anatomo-fisiologiche che nulla hanno a che fare con una patologia di interesse chirurgico. Per questo motivo, proprio nel 2008, ho deciso di pubblicare Il Dono Negato, Storie di Stitichezza e Dintorni, dedicato alle persone sofferenti con la speranza che non lo leggessero i medici. Ironia a parte (mi perdoni se in qualche modo ho potuto suscitare sentimenti di offesa o derisione, ma nel nuovo secolo è veramente deprimente per me ascoltare storie come le sue), credo che sia logico valutare se una riabilitazione del pavimento pelvico, eseguita con tecniche e metodiche sicure ed efficaci e da personale esperto, possano risolvere e attenuare i suoi sintomi.
Ho 61 anni e ho il Parkinson. Non bastava questo si e' aggiunta la leucemia mieloide acuta. In questo momento sono ricoverata per un ciclo di chemioterapia. Da 8 giorni non riesco a defecare. Ho preso di tutto dal pursennid all'olio di vasellina a clisteri medi. Ma la cosa piu preoccupante a mio avviso e' che appena provo a spingere mi esce una quantita abbondante di sangue. Qui pare cbe diano poca importanza alla cosa perche dicono che al momento non possono fare niente perché potrebbe dipendere dalla reazione alla chemio. Ma quanti giorni ancora si possono aspettare senza evacuare? Lei cosa ne pensa? Grazie
Cara Signora,
sono già troppi otto giorni senza evacuare e andrebbero presi gli opportuni accorgimenti per risolvere il problema, anche se questo dipendesse dalla chemioterapia. Non credo che in questo aiutino le purghe e sarebbe più opportuno, dopo tanto tempo, comprendere se si è formato un fecaloma e quindi somministrare un clistere.
Gentile dottore, mi imbatto per caso sul suo sito, dopo spasmodiche ricerche di risposte alla cura della mia stipsi ormai 30ennale. le risparmio la mia trafila di rimedi innumerevoli per evacuare ogni santo giorno (anche 2 perette al dì... persino per liberarmi da diarrea quando mi capitano virus stagionali dell'intestino); sicché, dopo aver elargito migliaia di euro in giro tra gastroenterologi, proctologi e medici vari (anche psicoterapeuti), eseguo per consiglio di uno di loro una defecografia che mi diagnostica un rettocele anteriore e posteriore. Ovviamente tutti a consigliarmi la starr come la soluzione più semplice e indolore al problema di tutta la mia esistenza. stavo per prenotarla, ma inutile dirle quanto terrore nel leggere le infinite testimonianze negative sui decorsi e pericoli sottesi a tutto ciò. Ho appena ordinato il suo libro e sento a pelle che mi darà molte risposte illuminanti; intanto ho attivato un percorso fisioterapico di riabilitazione del pavimento pelvico (che comunque, a detta del suo ultimo collega, è ancora in sede e non compromesso); mi dica lei qualsiasi cosa che conferisca valore alla mia scelta di provare altri rimedi meno dannosi della starr., cominciare dal suo libro che attenderò con impazienza dal postino. La ringrazio di cuore per l'attenzione che vorrà darmi.
Buongiorno Signora,
approvo la sua scelta, anche se ad onor del vero, la riabilitazione del pavimento pelvico dovrebbe essere prescritta da uno specialista del settore in modo da decidere il protocollo da attuare dopo una attenta valutazione del suo stato clinico. La ringrazio per aver scelto di leggere Il Dono Negato e spero che possa trovare nella dei suggerimenti utili. Resto a sua disposizione e credo che se la riabilitazione è condotta in maniera idonea ne potrà avere giovamento.
Gentile dottore ho 34 anni e da almeno 3/4 anni non riesco e defecare normalmente. inizialmente in maniera sporadica istintivamente mi aiutavo con una digitazione in quanto la sensazione è mancata discesa delle feci. tale manipolazione dal lato rettale è diventata sistematica da circa 2 anni in quanto non riesco a defecare anche per 5/6 giorni. di conseguenza sento dolori e pesantezza al basso ventre e all'altezza del retto. dopo consulto con gastroenterologo ho effettuato controlli quali rettosigmoidoscopia e defecografia. nel primo controllo non risultano patologie endoscopicamente visibili. nel secondo le riporto il dato" non si è verificata perdita involontaria di m.d.c. durante le manovre di ponzamento è osservabile la formazione di un rettocele anteriore con profondità massima di circa 5 cm.la fase della defecazione è iniziata prontamente dopo la richiesta dell'operatore ed è proseguita normalmente fino alla comparsa di un'intussiscezione retto-rettale media intra-anale associata a prolasso della mucosa. Il rilasciamento del muscolo pubo-rettale avviene regolarmente.la variazione dell'angolo ano-rettale fra la condizione di riposo ed il vuotamento è nei valori medi. durante il vuotamento è osservabile la formazione di un campo enterocele. l'escursione del pavimento pelvico è superiore alla norma. conxlusioni: rettocele anteriore. intussuscezione retto-rettale. prolasso mucoso. enterocele. perineo discendente." il gastroenterologo mi suggerisce movicol una volta al giorno e mi rimanda al proctologo chirurgo poiché necessario intervento chirurgico.il primo proctologo attribuisce il problema a stato mentale e suggerisce alimentazione con kiwi frullati la mattina, apertura del pranzo con una ricca insalata e verdure e vellutate la sera aiutata da psillogel fibra e pillole 10 erbe. la prima settimana evacuavo anche 5 volte al giorno quasi liquido.successivamente nonostante tale alimentazione tutto è tornato come prima. per 5/6 giorni nessuna evacuazione fino a quando era necessario un lassativo e la digitazione.inoltre sono arrivata a sentire nausea dei cibi aggiuntivi suggeriti e non riuscivo più a mangiare la pasta e altro nelle quantità regolari in quanto insalata e vellutate mi riempivano e ho continuato a dimagrire in quei mesi eccessivamente come se i cibi non venissero assorbiti del tutto. intanto le feci risultavano gelatinose probabilmente causa psillogel e a volte steste di sangue rosso in quanto presenti emorroidi che si infiammano frequentemente ultimamente causa questo tipo di defecazione. il secondo proctologo mi consiglia fermamente l'intervento chirurgico con la tecnica Longo STARR che corregge tutti i problemi indicati nella defecografia e riconosce tutti i sintomi presentati corrispondenti notando un prolasso della mucosa emorroidale di terzo livello che in ogni caso è da operare per evitare la fuoriuscita del viscere dall'ano. il terzo proctologo attribuisce la problematica a colon irritabile e mi invita a mangiare fibre, frutta, maggiore apporto di acqua aiutata da gocce valpinax e ignora totalmente la defecografia in quanto sostiene che a Catania da 15 anni la effettua solo uno studio radiologico poiché non viene richiesta perché inutile in quanto il risultato nella maggior parte dei pazienti è uguale. intanto io continuo a rimanere oltre mezz'ora in bagno con le manovre più assurde per defecare e il risultato è lo stesso. dolore e peso all'altezza del retto, pesantezza basso ventre e talvolta nausea concentrata nell'addome a seguito delle manovre di digitazione. Le chiedo cortesemente cosa sarebbe più appropriato fare per capire esattamente qual'è l'esatto problema e come rimediare se effettivamente necessario intervento chirurgico. la ringrazio anticipatamente per la risposta e mi scuso in quanto situazione ampia da spiegare e prolissa. Distinti saluti
Buongiorno Signora,
mi devo fidare della risposta della defecografia, ma nella mia pratica clinica sono abituato a visionare direttamente gli esami radiologici. La causa della sua stipsi, a mio parere, è scritta nella defecografia. Il descritto perineo discendente è una disfunzione della muscolatura del pavimento pelvico che oltre a causare vari prolassi e il rettocele, porta ad una alterazione della evacuazione del contenuto rettale. Nel suo caso anche il colon irritabile potrebbe partecipare ad un rallentato transito. Sempre a mio parere, l’niterevento Di STARR non porterebbe alla risoluzione della sua sofferenza e come primo approccio potrebbe essere utile una rieducazione funzionale del pavimento pelvico mediante elettrostimolazione e biofeedback oltre ad una adeguata cura per il colon irritabile. Fatto questo primo percorso è possibile una valutazione clinica per individuare un eventuale intervento volto alla correzione di patologie associate (emorroidi, rettocele, ecc.).
Buongiorno dottore. Le espongo il problema. Ho 66 anni e per 65 anni non ho mai avuto problemi ad evacuare. Un anno fa circa l evacuazione avveniva solo con un piccolo massaggio intorno alla ano. Col tempo il massaggio doveva essere sempre più energico. Sottoposto a visita da proctologo, riscontrato rettocele posteriore e morroidi interne non sangue di primo grado. Prescritto Decron bustine. Ma la situazione non migliora. Ora a volte non basta il massaggio. A volte per evacuare mi faccio un mini clistere di sola acqua (15 CL). Cosa mi consiglia. La ringrazio anticipatamente
Buongiorno, è probabile che la causa della stipsi possa dipendere anche da una disfunzione del pavimento pelvico e che le feci, una volta giunte nel retto, non possano essere espulse per mancanza di coordinazione dell’apparato neuromuscolare del pavimento pelvico, che si attiva solo con la stimolazione manuale. Le consiglio di valutare questa ipotesi diagnostica che, se confermata, porterebbe a prendere in considerazione diverse possibilità terapeutiche. Cordiali saluti
Gentilissimo Dottore… le scrivo per un problema che mi affligge e vorrei affrontare… ho 33 anni sono stitica da sempre purtroppo… a circa 20 anni su consiglio di una erborista iniziai ad assumere una miscela erboristerica a base di Senna… da assumere la sera prima di coricarsi. Da 2 cucchiaini (dose consigliata) sono arrivata a prenderne 20 cucchiaini la sera … tanto da provocarmi si l’evacuazione (spesso incompleta) ma nausea, gonfiori addominali … vorrei chiederle se sarebbe possibile sostituire la Senna con un lassativo diverso, che non faccia così male e mano mano toglierli e tornare a evacuare naturalmente… lei cosa mi consiglia di fare?
Buongiorno Signora, la stipsi è un sintomo, non una “patologia”. Ovvero è la conseguenza di una patologia e la cura del sintomo prevede la rimozione della causa. L’assuefazione alle purghe (come la senna) purtroppo affligge molte persone ed è difficile poterle sostituire. Il mio consiglio è di sottoporsi a visita specialistica per una corretta diagnosi e un adeguato percorso di terapia, che potrà essere lungo e difficoltoso, ma vista la sua giovane età è l’unica via da percorrere. Cordiali saluti
salve, volevo porre una domanda riguardo la mia situazione. io soffro di sindrome da ostruita defecazione, intestino sigmoideo, presenza di prolasso e di emorroidi che non sono dolorose, ma avverto solo fastidio. ho subito una isterectomia e l'intestino si è alloggiato al posto dell'utero; ho effettuato colonscopia e defecografia. un medico mi ha consigliato l'intervento denominato s.t.a.r.r. 2 chirurghi mi hanno sconsigliato qualsiasi intervento, mi hanno detto di restare in questa situazione per non incorrere in rischi peggiori..... e mi hanno talmente spaventato che ora sono molto confusa. ho 54 anni, vorrei star finalmente bene...puo darmi un consiglio?
Buongiorno Signora,
è mio parere personale che la STARR non è un intervento congruo per risolvere i problemi di stipsi nelle persone che presentano ostruita defecazione ed è gravato di complicanze anche gravi. Comunque non è nemmeno giusto affermare di restare in questa situazione e credo che con un adeguato inquadramento diagnostico si possono stabilire trattamenti idonei per migliorare la qualità di vita. Cordiali saluti
Buongiorno, soffro di dolicocolon e non riesco ad evacuare se non con supposte o, scoperte da poco, le prugne fermentate. Solo che la loro assunzione la devo programmare e non posso avere impegni o uscire di casa dopo. Ho 40 anni e sto così da sempre ma ultimamente la situazione è peggiorata. Bevo molto e mi alleno costantemente. Il mio medico di base mi ha detto che avrei potuto assumere ogni tanto una parte del preparato che viene dato prima della colonoscopia in modo da liberare e non creare possibili blocchi intestinali. Per questo mi chiedevo se nel mio caso, una idrocolonterapia potesse aiutarmi a non avere "tappi" o blocchi con conseguente aumento dell'aria e del dolore (coliche fitte addominali ecc..) grazie
Buongiorno, la cause della “stipsi” sono molteplici e solo risolvendo queste che il sintomo si attenui o scompare. L’idrocolonterapia, a mio parere, non è una terapia ed è solo un clistere a pressione e non trova alcuna indicazione se non nella preparazione alla colonscopia (wash-out). Visto che lei lamenta coliche, fitte addominali ecc. credo che sia utile consultare uno specialista per una diagnosi corretta e una adeguata terapia. Cordiali saluti
Buongiorno! Soffro di stitichezza cronica ormai da 5 anni, ho fatto la starr ad aprile . Ho fatto tutti gli esami che mi hanno diagnosticato transito lento. Non mi ha migliorato la situazione il resolor 2 mg. Nessuno riesce ad aiutarmi
Buogiorno Signora, comprendo la sua sofferenza ma per poterla aiutare è necessario comprendere la causa della sua stipsi e, non ultimo, le conseguenze della STARR. Solo con una visita specialistica, completata con una videoproctoscopia digitale, è possibile avere gli elementi clinici necessari per una corretta diagnosi e un adeguato percorso di terapia. Cordiali saluti
Salve Dottore ho 58 anni e 9 mesi fa sono stata operata per un rettocele per ostruita defecazione e invaginazione. Il chirurgo colonproctologo che mi ha operata e da da me interpellato anche per emoroidi di 3 grado a ritenuto di intervenire prima sul rettocele per via vaginale e in seguito sulle emoroidi perché per lui sicuramente avrei risolto il problema gia con questa operazione. Ma non è stato così anche mangiando sano fibre idratandomi e macrogol è stato un calvario sin da subito Le emoridi si infiammano spesso e sanguinano e si gonfiano e mi si formano le ragadi .Quando vado in bagno di solito 2 o 3 volte a settimana cerco di non sforzarmi in caso uso un clistere.Il dolore dopo la defecazione mi si irradia anche per via vaginale non riesco per diverse ore a urinare come se avessi la cistite e mi brucia e sento una pesantezza vaginale e mi devo stendere sul letto per avere sollievo il dolore permane per tutto il giorno .Se devo uscire devo prendere antidolorifici. I giorni che non vado in bagno il dolore vaginale e assente come se non avessi avuto niente il problema si presenta di nuovo quando vado in bagno e per quel giorno non riesco a far più niente.Tutto questo è invalidante Dottore che devo fare ? Per il medico tutto è andato bene ma io sto peggio di prima ...grazie
Buonasera Signora, la prima cosa da fare è comprendere quale possa essere la causa della sua sofferenza. A mio parere non servono esami o altre indagini radiologiche speciali ma semlicemente una adeguata visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale. Fatta la diagnosi è possibile intraprendere un adeguato percorso di terapia. Cordiali saluti
Buongiorno Dott. Attilio Nicastro, mi sono soffermata a leggere il suo articolo molto interessante , la ringrazio perché mi ha dato risposta riguardo al fatto che la tecnica idrocolonterapia non aiuta ad andare in bagno ! Detto ciò pensando che fosse il contrario io da paziente ,non mi spiego come mai i 'tecnici' che operano in questo settore ,stimolano i pazienti a fare 4/5 sedute una volta alla settimana , con pause così brevi. Tant'è che ero insicura di andarci nuovamente ma a questo punto dovrò disdire l'appuntamento perché ho paura che possa non giovarmi la stipsi in modo naturale, non sono una paziente predisposta alla stitichezza, mi hanno consigliato in quanto fino al mese scorso soffrivo di disbiosi per un mese con ricetta medica presi le pastiglie repargut 400 e delle bustine omniotoc stress , le dirò che all'inizio mi aiutarono ma non del tutto. Per cui mi sono affidata a suggerimenti di amici riguardo al percorso della idrocolonterapia, lei cosa mi consiglia, è preferibile che smetta di andarci ? O posso seguire un percorso facendone una seduta al mese ? Grazie per l'attenzione le auguro una buona giornata.
Buonasera Signora, è mio personale parere che la cosiddetta idrocolon terapia non è una terapia soprattutto per risolvere problemi di stipsi. Sarebbe utile comprendere la causa dei suoi sintomi, tenendo presente che la disbiosi è sempre presente nei pazienti con disturbi funzionali del colon (per definizione). Potrebbe soffrire di colon irritabile o di altre patologie del colon che potrebbero giustificare la stipsi, ma anche tanti altri sintomi correlati. Riguardo i consigli degli amici non saprei cosa risponderle, di solito confido nella scienza medica. Cordiali saluti
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