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Domande e risposte su: Emorroidi

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'sera doc,le spiego:ho 38anni abito a milano,soffro di emorroidi da piu' di 10 anni,I II,e da almeno 6 di IIIgrado,l'anno scorso mi sono deciso a eseguire i controlli necessari x essere operato. Il lavoro che svolgo di operaio/fattorino e' molto pesante e spesso peggiora il malessere,xke' sollevo pesi,consegno legna e bombole di gpl.La visita dal proctologo ad agosto 2008 e quella dal suo collega chirurgo a meta' dicembre;consigliatomi dal primo;ha confermato: prolasso mucoemorroidario di IIIgr. con frequenti proctorragie postdefecatorie. Anamnesi familiare positiva per CCR. Mia rettosigmoidocolonscopia,di settembre, negativa,tutto nella norma,solo il prolasso citato prima. Il chirurgo mi rispiega il suo metodo operatorio,gia' esplicato dal collega,S.T.A.R.R.con asportazione di parte del tessuto mucoemor.e legatura,decorso post-operatorio di max. 20gg causa mio lavoro. Faccio il Day-hospital,(una piccola odissea,9h, errata rx torace ,io ho subito a dic.'96 una lobectomia polmonare dx x carcinoide benigno nel bronco pr.verso dx),e al momento della visita col chirurgo del pre-ricovero mi viene spiegato,dopo le varie domande di routine ke nell'operazione mi verra' asportata parte del retto, sequela di punti e legatura,causa mio lavoro,staro' fermo 4-5 mesi per problemi post-intervento. Alche' cerco di contattare il primario x spiegazioni,trovo solo la segretaria che mi dice che ogni caso e' a se' e che mi operera' il primario .... al policlinico. io mi informo su internet su questo metodo e guardi io avrei deciso di rifiutare il ricovero. lei che ne pensa? Che metodo chirurgico dovrei usare? la ringrazio e mi scusi x la poca sintesi.

Caro Signor Carlo,
se le emorroidi sono di terzo grado il mio spassionato consiglio (in scienza, coscienza e conoscenza) è di sottoporsi ad intervento con THD e proctopessi. L’intervento non prevede alcuna asportazione di tessuti, la patologia emorroidaria è trattata con la dearterializzazione e il prolasso corretto con la sua sospensione all’interno del retto con dei punti di sutura. Il metodo chirurgico a lei consigliato è, a mio parere, inadeguato per il trattamento delle emorroidi e soprattutto è gravato da complicanze, anche gravi, che non ne giustificano l’applicazione. Spero di essere stato esaustivo. Cari saluti

Egr. dr Nicastro. Quasi 2 mesi fa sono stato operato di emorroidi di 3/4 grado, con tecnica THD. I risultati sono stati sicuramente buoni, con scomparsa del prolasso delle emorroidi interne. Residua peró una emorroide esterna nella parte sinistra che si gonfia un po' prima della defecazione (fino alla grandezza di un piccolo fagiolo), e si sgonfia dopo. La cosa sarebbe anche sopportabile, se non fosse che da una decina di giorni si è aggiunto un continuo e fastidioso formicolio anale (senza prurito). A volte si aggiunge qualche fitta con dolore pungente e bruciore dopo essere andato di corpo. Dal suo punto di vista, la situazione potrebbe ancora evolversi, con il passare del tempo dal THD? Cosa posso fare nel frattempo per evitare questo formicolio ed attenuare il gonfiore/bruciore di questa emorroide esterna? La ringrazio molto per il suo consiglio professionale.

Caro Signor Alessandro,

la dearterializzazione dei plessi emorroidali, con associata o meno la proctopessi, è sicuramente efficace nella cura delle emorroidi, come dimostra anche la sua esperienza. Come le sarà stato spiegato prima dell’intervento, la tecnica (thd o altra metodica similare), non prevede l’asportazione chirurgica dei plessi, che sono risparmiati e quindi persistono nel canale anorettale. Se persistono le condizioni che hanno favorito l’insorgenza della patologia emorroidale, è possibile la ricomparsa di sintomi emorroidali. Mantenere una defecazione più morbida possibile, non stazionare troppo sul water, una adeguata alimentazione e uno stile di vita appropriato sono le condizioni che il paziente deve rispettare. Inoltre, come nel suo caso, potrebbe essere utile l’assunzione di flavonoidi, per via orale e locale, che hanno la funzione di migliorare il circolo arterovenoso e di proteggere il plesso emorroidale, oltre naturalmente ad una accurata igiene locale con prodotti appropriati.

gentile dott.nicastro,sono di taranto e vorrei conoscere i centri dove si effettua la videoproctoscopia digitale ,se è in convenzione ssn e se può essere utile per individuare la causa del dolore che provo all'evacuazione a distanza di oltre due mesi dall'operazione di prolasso rettale,emorroidi,marische col metodo longo.la ringrazio vivamente

Cara Signora Clara,

il dolore spesso complica la vita dei pazienti sottoposti ad intervento sedondo la tecnica di Longo. La videoproctoscopia digitale è utile per comprendere l’eventualità complicazioni legate a questo intervento e quindi a porre una corretta diagnosi e approntare una adeguata terapia. Purtroppo non ho conoscenza diretta se a Taranto, in qualche centro convenzionato con il SSN o privato, si esegue la videoproctoscopia digitale, e quindi non posso esserle di aiuto.

Buongiorno dottore, dopo 30 anni ho avuto la seconda crisi trombo emorroidaria. Sono 10 giorni che sto prendendo arvenum 500 6 pasticche ora 4, lixidol per 5 giorni 2 pastiglie al giorno da 10 mg e proctolyn pomata. Ancora ho parecchio fastidio, bruciore e fitte interne. Non ho mai visto sangue, solo ieri sera nella carta igienica e nelle mutande ho trovato piccolissime sfregature di sangue. Stamattina non ho trovato niente. Devo continuare con la cura? Posso ottenere una guarigione insistendo? Se si per quanto tempo ancora devo continuare?. Poi andrò sicuramente a fare una visita proctologica. Grazie.

Cara Signora Elisabetta,

è necessario continuare la cura per almeno 20 giorni ed assumere il lixidol solo in caso di forte dolore. Spero che la terapia sia stata prescritta da un medico che ha avuto modo di fare una diagnosi e non sia frutto di una automedicazione (inutile e molte volte dannosa). Le crisi emorroidali necessitano di tempo e di una terapia adeguata per la loro risoluzione e solo alla completa risoluzione è necessaria la visita proctologica di controllo, per definire la diagnosi corretta e soprattutto il grado della patologia.

Salve dottore , sono circa 2 mesi che accuso un bruciore e un senso di pesantezza nella zona anale ,avverto anche una pallina intorno alla zona anale esterna. Consultando il medico di famiglia ho incominciato ad assumere Daflon e poi Venuroton ed applicare vari tipi di creme. Non passando i sintomi mi sono deciso a recarmi da un chirurgo proctologo che visitandomi mi assicurato che non ho emorroidi di nessun tipo e nessun grado , solo un infiammazione ,mi ha cosi' prescritto Fleboside per un mese 2 comp. al giorno e Pentacol gel per 10 gg. Ora dottore mi chiedo questi farmaci non vengono somministrati per flebiti e le flebiti in questa zona non sono associate ad emorroidi ? Non vorrei mettere in dubbio la professionalita' dello specialista che mi ha visitato, che molto pacatamente e scherzosamente ha detto da quello che lui ha constatato dalla visita le mie emorroidi sono di grado 0. Secondo il suo parere la cura e' corretta ed in quanto tempo dovrebbe fare effetto? e questo tipo di "flebite" puo' portare ad emorroidi conclamate ? La ringrazio della suo interessamento e la saluto

Caro Signor Marco,

non è mio uso criticare le cure di altri medici che hanno avuto modo di visitare la persona ammalata e di fare una diagnosi corretta. Non sempre i farmaci sono prescritti per le finalità descritte nel foglio illustrativo e nel suo caso se lo specialista ha fatto diagnosi di infiammazione del canale anorettale ha fatto bene a prescrivere la mesalazina gel e un venoprotettore al fine di curare la flogosi e proteggere il plesso emorroidale.

Egr. dott. Nicastro, Ho 39 anni ed ho subito due interventi nel 2002 e nel 2005, con tecnica Milligan Morgan, e da ormai quasi un anno, per la terza volta, si è ripresentato un prolasso muco-emorroidario (così la diagnosi dalla rettoscopia) con emorroidi dolorose di quarto grado, che rende necessario un nuovo intervento. Ho recentemente sentito due specialisti, il primo all'ospedale Sacco di Milano, dove fui operato l'ultima volta, il quale mi ha riproposto lo stesso identico intervento, che peraltro si è rivelato in entrambe le occasioni particolarmente doloroso e con decorso protrattosi per oltre un mese, affermando che dovrei rassegnarmi al fatto che anche questo potrebbe essere non risolutivo, e non può esserci la garanzia che non si presenti successivamente una nuova recidiva. Alla mia domanda su possibili tecniche alternative, in particolare la tecnica di Longo, ha risposto che secondo lui non è indicata nel mio caso, in quanto il prolasso è "asimmetrico", oltre a possibili problemi che non mi sono ben chiari, dovuti ai due interventi precedenti. La visita di controllo precedente l'ho invece sostenuta al San Carlo, dove lo specialista mi aveva indicato come più adeguato un intervento per ridurre il prolasso, con proctopessi perineale. Non ho capito se questo consiste nella tecnica di Longo. Ora dovrei decidermi per l'intervento, ma con due pareri discordanti non saprei a chi affidarmi. Io sarei propenso per la tecnica di Longo, sperando che sia definitivamente risolutiva, ma è plausibile che nel mio caso sia da evitare? Se accettassi di sottopormi all'intervento di proctopessi, posso stare tranquillo facendolo al San Carlo di Milano, o ci sono in zona centri specializzati più indicati? La ringrazio fin da ora per ogni suo consiglio e le porgo cordiali saluti.

Caro Signor Federico,

quello che mi sembra “strano” nella sua storia clinica è che ben due interventi, definiti come sec. Milligan Morgan, non abbiano avuto un effetto risolutivo sulla patologia emorroidale causa della sua sofferenza. Mi sorprende come l’ultima diagnosi sia di prolasso emorroidale di IV grado. Potrebbero essere fatte tante considerazioni in merito, a parte quella ovvia di una tecnica chirurgica attuata non correttamente, ma posso pensare che dopo l’intervento non le siano state prescritte le dovute precauzioni per rimuovere le cause che negli anni hanno portato all’insorgenza della patologia. Potrei riferirmi ad esempio semplicemente alla eventuale difficoltà ad espellere le feci. Probabilmente la diagnosi di patologia di IV grado è sovrastimata ma, indubbiamente, se i sintomi sono importanti è comunque necessario un intervento per rimuovere definitivamente la patologia. A mio parere, nel suo caso, l’unico intervento proponibile è l’emorroidectomia e la prolassectomia  (asportazione delle emorroidi e del prolasso con una delle varie tecniche disponibili) e sarebbero da evitare ogni intervento conservativo. Una considerazione a parte merita la cosiddetta tecnica di proctopessi con stapler, che a mio parere non è curativa e può essere gravata da complicanze anche gravi. Si affidi ad un chirurgo proctologo esperto, che le infonda fiducia, che saprà risolvere una volta per tutta la sua patologia.

Egr.Dottore,sono stato sottoposto ad intervento Milligan Morgan di emorroidi il 2 dicembre 2013. Ad oggi persiste indolensimento e difficolta' ad evacuare, con forti contrazioni di stimolo, che avviene solo con l'aiuto di clisma di glicerolo.E' normale?Quanto tempo durano questi sintomi?Grazie

Caro Signore, purtroppo non mi sembra un decorso regolare dopo 30 giorni dall’intervento. Consulti il chirurgo che visitandola potrà comprendere la causa dei suoi sintomi e indicare una adeguata terapia.

Caro Dott. Nicastro, ho le emorroid interne e vorrei sapere se posso fare lo stesso il sesso anale. Cordiali Saluti

Cara Signora Sabrina,
la patologia emorroidaria controindica traumatismi anali, come quelli che si possono verificare durante un rapporto sessuale anale. Per prima cosa bisogna stabilire il grado della patologia emorroidaria e se di basso grado (I e II asintomatico) i rapporti possono essere indicati solo se ben lubrificati.
Cari saluti

Buongiorno, da otto anni soffro di emorroidi, sei anni fa ho subito un intervento di legatura elastica con pessimi risultati, visto che dopo un paio di mesi il problema si è ripresentato. In questi otto anni mi sono rivolto a diversi ospedali di Torino, la mia città, tutti però mi dicevano che non era nulla di grave e mi facevano infilare nell'ano tre coni di diverse misure per allargarlo ma OVVIAMENTE non è cambiato nulla. Poi un giorno tramite un mio conoscente vengo visitato privatamente da uno dei proctologi più famosi di Torino se non d'Italia e grazie a un aggieggio doloroso che NESSUN ospedale ha mai usato nei miei otto anni, mi trova un prolasso muco emorroidario con emorroidi di 3° grado, quindi mi spiega che verrà usato lo stapler se i tre govaccioli principali sono allineati, se no verrà usato il laser dopler, se no verrà usata l'esportazione chirurgica tradizionale.Vengo operato da questo medico e il giorno della mia dimissione chiedendo se aveva usato lo stapler lui mi disse che lo stapler non si usa più perchè l'ano maschile è più stretto e quindi mi ha esportato chirurgicamente l'emorroidi secondo Phillips. Il giorno stesso quando torno a casa controllo l'ano e mi trovo un bel pezzo di pelle gonfia da una parte e dall'altra un piccolo govacciolo.Contattato immediatamente il medico mi disse che erano due rigonfiamenti di pelle e che con il tempo sarebbero spariti. Sono passate 3 settimane e nulla è andato via, anzi il govacciolo è diventato una grossa emorroide prolassa e il rigofiamento di pelle è più grosso e carnoso. Poi c'è la questione gonfiore anale, fino a due settimane e mezzo dopo l'operazione mi sentivo l'ano aperto, forse un pò poco elastico e ancora con un pò di dolore quando evacuavo ma sentivo che il prolasso non c'era più, tantè che quando mi sdraiavo sul letto a pancia in giù e rilassavo l'ano, sentivo che si apriva bene tanto da sentire l'aria penetrarvi, poi chiedendo prima al medico ho avuto un rapporto eterosessuale intenso e duraturo con la mia ragazza, da li le cose sono complicate di molto, mi sento l'ano gonfio, che mi prude, mi brucia e mi pulsa, in più non riesco più a espellere aria e evacuare bene. Ora è passata una settimana dal rapporto sessuale e sono ancora così, in più durante l'ultima visita di controllo il medico mi ha detto che esporterà l'emorroide e la pelle li nel suo studio. La mia intenzione invece è quella di farmi rioperare da lui in clinica e rivisitando bene il mio ano/retto con strumentistica speciale per vedere se c'è qualcosa da rimettere in sesto, perchè ora come ora non sono assolutamente soddisfatto dell'operazione e il tutto mi sta creando una forte depressione. Per cui le mie domande sono:1) è possibile uscire da un operazione che dovrebbe essere quella più radicale con ancora tutti questi problemi?2) l'ano "perfetto" se rilassato può far sentire l'aria penetrare? O era perchè le pareti dell'ano erano più rigide e quindi stava più aperto?3) il rapporto sessuale che ho avuto può aver compromesso qualcosa?4) perchè lo stapler fino a 3 settimane prima dell'operazione andava bene e poi 3 settimane dopo non va più bene per l'ano maschile?5) ho diritto a essere rioperato in clinica per risolvere definitivamente il problema? Grazie anticipatamente! Attendo risposte.

Caro Signore,

le sue domande sono più che lecite ma dovrebbero essere rivolte al chirurgo che ha effettuato l’intervento e che avrà operato secondo scienza, coscienza e conoscenza. Potrei trovarmi in pieno accordo sulla scelta di non aver effettuato l’intervento con la stappler, tecnica che non solo non cura la patologia emorroidaria ma è gravata da complicazioni anche gravi. Il rapporto sessuale potrebbe aver causato un iperafflusso di sangue a livello dell’ano e causato qualche problema a livello della zona operata. Comunque credo che il chirurgo possa risolvere il suo problema.

Gentile Dott. Nicastro sono stato operato di un prolasso di 3° grado che mi procurava forti emorargie. La tecnica che è stata usa è la tanto famigerata Longo che a lei lascia molte perplessità. Dopo quasi 4 mesi posso dire di stare bene non ho più avuto sangue e dopo un controllo non è rimasta dentro neanche una clips....è possibile che io sia così fortunato?? Ho letto sul web cose terrificanti di questo metodo cose che in realtà a me non sono capitate, cosa devo aspettarmi in futuro? Posso ritenermi fuori pericolo? L'ultima domanda....posso tornare a fare sport e calcio in particolr modo?? La ringrazio e la saluto cordialmente!!

Caro Signore,

sono contento che lei non ha complicanze come quelle riferite dai tanti pazienti che hanno subito la sua stessa operazione. Purtroppo bisogna dire che quattro mesi sono un periodo ancora breve per poter valutare correttamente la riuscita dell’intervento anche perché nei primi 5 anni i pazienti operati lamentano la ricomparsa della patologia emorroidale. In teoria lei potrebbe riprendere ogni normale attività anche quella sportiva e le consiglio di sottoporsi a controlli annuali per verificare lo stato della patologia.

Il 2 Dicembre 2013 sono stato sottoposto a intervento chirurgico di mucoprolassectomia sec. Longo - Emorroidi interne di 3^ grado. Dopo un mese e mezzo circa ho avuto dei problemi abbastanza gravi per cui sono ritornato in sala operatoria perchè, come si evince da cartella clinica, " Dopo valutazione anale si esegue mucoprollassectomia sec. Longo, al termine si appongono 3 punti in vicryl sulla rima anastomotica per piccoli sanguinamenti spongostan" punti che si sono staccati subito per cui si è formata una cicatrice molto grossa con conseguente sanguinamento e perdite tipo pus nonchè un restringimento della parte finale dell'ano. Dopo il secondo intervento (ripulitura della cicatrice) il chirurgo mi controlla settimanalmente mentre a casa faccio terapie del tipo dilatatori, psillogel,lexil, mioxyrag, proctocid, luan ecc.. A distanza di un mese ci sono dei miglioramenti ma molto lentamente continuo ad avere delle perdite, bruciori continui a volte insopportabili che devo ricorrere al tora-dol e bagno sempre a disposizione, non riesco a trattenermi non comando più la muscolatura. Insomma questa benedetta cicatrice non si cicatrizza più anche se il chirurgo continua a ripetermi che ci vuole tempo ma quanto tempo? Sono passati quasi tre mesi e tribolo ancora. Mi dica guarirò? Grazie aspetto risposta .

Caro Signor Antonio,

non saprei dirle quanto ancora durerà la sua sofferenza, ma purtroppo le complicanze (frequenti) della tecnica di Longo, impongono un lungo periodo di sintomi e cure ricorretnti, non escludendo nuovi interventi chirurgici. Il mio consiglio è di valutare anche la funzionalità degli sfinteri anali, il cui deficit è la causa dell’urgenza defecatoria e della eventuale incontinenza, al fine di ricorrere immediatamente alle cure riabilitative, necessarie per ripristinare il normale controllo. A mio parere una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale e con una eventuale manometria anorettale (non in ultimo una ecografia endoanale, secondo il parere dello specialista), potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

Gentile dott. vorrei capire una cosa il 24 gennaio ho fatto un intervento chirurgico di emmorroidectomia sec. milligan morgan di due gavoccioli e sfinterotomia laterale interna a ds. A distanza di gg ho ancora molti dolori specie a due peduncoli che sono fuoriusciti. Uno è bello gonfio l'altro meno. Sembrano emorroidi ma il ma chirurgo dice di no. Ma secondo lei mi si appiattiscono dopo? Non ce la faccio più dal male.

Cara Signora Marianna,

probabilmente il chirurgo ha ragione e quello che lei avverte sono solo le ferite conseguenti alla asportazione del tessuto del canale anale che sono edematose, infiammate, evocando dolore. La tecnica della emorroidectomia aperta, descritta per abitudine come tecnica di Milligan Morgan, ormai è profondamente stata modificata dai chirurghi proctologi e non sia mai che ancora sia applicata come descritta all’inizio del secolo scorso. Solo in casi particolari prevede dolore dopo l’intervento che comunque è ben controllato con la terapia media e regredisce in tre, quattro giorni.

 

SALVE DOTTORE VOLEVO CHIEDERLE UN CONSIGLIO IN MERITO AL MIO PROBLEMA. DA MESI SENTO UNA PESANTEZZA ANALE CHE DIVENTA PIU' INSISTENTE AL MATTINO DOPO AVER DEFECATO. MI ACCOMPAGNA PER TUTTA LA GIORNATA ALLEVIANDOSI SOLAMENTE QUANDO RIMANGO SEDUTO. HO NOTATO CHE SONO PRESENTI DELLE EMORROIDI ESTERNE SOLAMENTE DALLA PARTE DESTRA. DA QUANDO HO QUESTI PROBLEMI HO LA SENSAZIONE DI DOVER URINARE PIU SPESSO RISPETTO A TEMPO. DURANTE LA NOTTE E RIMANENDO DISTESO IL PROBLEMA SCOMPARE. COSA MI CONSIGLIA? ATTENDENDO UNA SUA RISPOSTA LE PORGO DISTINTI SALUTI.

Caro Signor Stefano,

questi suoi sintomi possono dipendere da varie patologie anali e perineali. La prima osservazione è che possano dipendere dalla patologia già conosciuta, la malattia emorroidaria, ma altre cause funzionali andrebbero prese in considerazioni in base anche alla sua storia clinica. Le consiglio di consultare un colonproctologo che mediante una accurata visita, magari completata con una videoproctoscopia digitale, per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Buongiorno Dottor Nicastro, ho alle spalle due operazioni per emorroidi e una per ragadi, le emorroidi sono stata operate con metodo tradizionale mentre le ragadi con un palloncino, purtroppo le due operazioni alle emorroidi mi hanno provocato un restringimento del retto e tutt'ora combatto quando devo defecare, anche quando le feci sono di consistenza normale, ora dato che io vorrei risolvere questo problema ma ho paura di subire un'altra operazione perchè ho letto che c'è la possibilità che si può perdere il controllo dei muscoli perianali con la conseguenza di incontinenza, vorrei sapere da lei cosa fare, e se le notizie in mio possesso hanno un fondo di verità, La ringrazio anticipatamente per la sua risposta, voglia gradire i miei saluti Angelo

Caro Signor Angelo,

se è stata posta una diagnosi di stenosi anale questa andrebbe ben valutata, al fine di indicare una adeguata terapia. La stenosi potrebbe essere curata sia con dilatazioni graduali che con interventi chirurgici correttivi, di ampliamento del canale anale. Questi interventi, se ben condotti, non provocano alcuna lesione agli sfinteri anali e quindi alcuna incontinenza. Comunque prima di prendere in considerazione un intervento sarebbe utile una visita colonproctologica completata con le indagini diagnostiche possibili in relazione della presenza della stenosi (videoproctoscopia digitale, manometria e ecografia endoanale).

Egregio dr Nicastro. Mi ricollego ad una mia precedente domanda: quasi 3 mesi fa, sono stato operato con thd e mucopessia per voluminose emorroidi di 3/4 grado. L'intervento ha risolto il prolasso delle emorroidi interne, ma a circa un mese dall'intervento, sono comparse emorroide esterne che insistono su una metà della circonferenza anale. Inizialmente queste emorroidi si gonfiavano prima delle evacuazioni per poi sgonfiarsi subito dopo. Una decina di giorni fa una modesta protuberanza emorroidaria è rimasta gonfia senza rientrare. Da ieri la situazione è peggiorata molto, con l'espansione e l'indurimento di questa emorroide, fino alle dimensioni di un fagiolo teso e dolente, sembrerebbe un trombo, ma il colore è roseo, non violaceo. È molto dolente tale da richiedere antidolorifici. Volevo chiederle: come posso affrontare questo episodio acuto? Quanto durerà? È possibile che lo strozzamento dei vasi col thd, abbia poi portato ad una riorganizzazione delle arterie a sfavore delle emorroidi esterne? È possibile risolvere definitivamente tale situazione ? La ringrazio in anticipo per il suo consulto professionale.

Caro Signor Alessandro,

l’indicazione all’intervento di dearterializzazione, a mio parere, può essere fatta nella patologia emorroidaria di II e III grado, mentre nel IV grado la terapia chirurgica adeguata è l’emorroidectomia. Lo specialista che ha eseguito l’intervento le avrà senz’altro spiegato che il rischio si soffrire nuovamente di emorroidi dopo l’intervento di derterializzazione è elevato se la patologia ha un grado avanzato. Inoltre da quanto descrive l’intervento eseguito è stato inefficace nella cura della sua patologia in quanto già dopo un mese la patologia si è ripresentata e da circa dieci giorni probabilmente è peggiorata. Questo evento potrebbe essere dovuto a vari fattori quali un difetto nella indicazione dell’intervento, una non corretta esecuzione dello stesso, la persistenza delle cause che hanno provocato la malattia emorroidaria. Una visita colonproctologica, completata con una videoproctoscopia digitale, potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e una adeguato percorso di terapia.

EGRGIO DOTTORE IL 7 MARZO SONO STATA OPERATA DI EMORROIDECTOMIA E RAGADI. OLTRE AL FORTE DOLORE CHE HO ANCHE A TUTT'OGGI, HO NOTATO CHE DOPO 2 GIORNI DALL'INTERVENTO HO AVUTO UNA FUORIUSCITA DI UNA PICCOLA EMORROIDE COL PASSAR DEI GIORNI SI E' INGRANDITA E NEL FRATTEMPO ME NE E' USCITA UN'ALTRA ENTRAMDI DOLOROSISSIME. E POSSIBILE APPENA DOPO 2 GIORNI DALL'INTERVENTO SONO MESSA PEGGIO DI PRIMA? QUESTE DUE EMORROIDI PURTROPPO NON RIENTRANO MA RESTANO SEMPRE ALL'ESTERNO. IL PROCTOLOGO DICE CHE NON MI DEVO PREOCCUPARE, MA PURTROPPO HO DEI GRANDI DUBBI IN MERITO, CORTESEMENTE ATTENDO UN VOSTRO PARERE AL PIU' PRESTO. CORDIALI SALUTI

Cara Signora Sonia,

dopo un intervento di emorroidectomia è possibile che la cute intorno alle ferite nell’ano possano “gonfiarsi” ovvero subiscono un edema conseguente al trauma chirurgico. Probabilmente è quello che è successo nel suo caso e questo spiega le rassicurazioni del proctologo che ha eseguito l’intervento. Il dolore solitamente non dovrebbe complicare un decorso dell’emorroidectomia ed è possibile dominarlo con la somministrazione di comuni antidolorifici. Comunque sono trascorsi solo pochi giorni dall’intervento e i sintomi tenderanno a scomparire con il passare del tempo e mantenendo una evacuazione regolare di feci morbide.

Salve dottore , mi sono recato da 3 chirurghi differenti per un problema che avvertivo in zona anale (sono ormai 4 mesi) : Il primo ha riscontrato solo un infiammazione , il secondo una ragade , il terzo che mi ha dato piu' fiducia, questa la diagnosi: modesta iperemia del canale anale, modesto ipertono sfinteriale ,la ragade cicatrizzata e guarita ed emorroidi interne di primo grado senza prolasso . Ho fatto varie cure con differenti pomate proctoial, antrolin, proktix e sto prendendo probiotici e fermenti per l'intestino (soffro un po' di colon irritabile). Dopo 3 settimane dall'ultima visita mi sono recato per una visita di controllo. Il chirurgo mi ha trovato migliorato, secondo lui c'e' solo un piccolo gavocciolo interno (mi ha assicurato senza prolasso ) mi ha detto di proseguire con la cura e che mio caso non e' lontanamente presa in considerazione nessuna terapia chirurgica. Ora mi chiedo possibile che dopo tutto questo tempo ancora non intravedo miglioramenti e che questa venuzza all'interno dell'orifizio si sgonfia solo durante la notte per poi restare dura per tutto il giorno? NOn ho dolori o sanguinamento ma solo fastidio e come un corpo estraneo . Non e' invalidante ma sicuramente fastidiosa, e poi mi chiedo piccolo gavocciolo interno non trombizzato senza prolasso che non passa, come e' possibile? . Premetto che sono un tipo molto ansioso e sto vivendo un momento di stress forte. Puo' incidere questo in un quadro che 3 chirurghi hanno riscontrato di leggera entita' ? La ringrazio per una sua eventuale risposta o consiglio ad un problema sicuramente non grave ma psicologicamente stressante . Cordiali saluti

Caro Signor Marco,

sicuramente la sua ansia e preoccupazione non aiutano il colon irritabile e nemmeno una eventuale patologi anale o di altro organo.  Tre differenti specialisti fanno una diagnosi non preoccupante per gravità e importanza ma ugello che mi meraviglia è il suo sintomo: la sensazione di corpo estraneo nell’anno. Una patologia emorroidale di primo grado non può assolutamente determinare tale sintomo in quanto, per definizione, la dilatazione del plesso emorroidale resta relegata nella giunzione anorettale e quindi non raggiunge il canale anale e non ha una componente di prolasso mucoso del retto. Se fosse il plesso a raggiungere il canale anale la patologia emorroidale andrebbe valutata di secondo/terzo grado e giustificherebbe il sintomo. La valutazione del grado della patologia emorroidale è fatta in base ai sintomi, alla esplorazione del canale ano rettale e, sopratutto, con un esame endoscopico di base come una anorettoscopia, meglio una videoproctoscopia digitale esame quest’ultimo senza dubbio con maggiore sensibilità diagnostica rispetto a quello tradizionale. Credo che gli specialisti abbiano effettuato uno degli esami necessari per la corretta diagnosi e che quindi il suo sintomo dipende da una “somatizzazione” ansiosa e non giustificato dalla patologia anale.

Buonasera Dottore, il 4 febbraio sono stata sottoposta per un prolasso rettale ad intervento chirurgico conclusosi con l'esportazione dell'emorroidi e 8cm del retto perchè collassato all'esterno. La mia domanda è : ad oggi la defecazione non si è normalizzata,ma al contrario si alterna a giorni di assoluta e totale stitichezza curata con integratori,olio di vasellina e dopo a scariche continue che durano quasi tutto il giorno. E' normale? quando durerà? Cordiali saluti.

Cara Signora Lina,

la stitichezza e i disturbi della defecazione possono dipendere da molti fattori. Le cause più frequenti sono legate a fattori alimentari e alla motilità intestinale, ma esistono cause legate alla funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico. La stitichezza, soprattutto quella che dura da molti anni, causa a sua volta diverse patologie come le emorroidi , il prolasso del retto (sia totale che mucoso), la discesa della muscolatura del pavimento pelvico. Come può ben comprendere rispondere alle sue lecite domande è difficile e complesso per tanti motivi. Rispondere con domande alle domande certamente non è esaustivo ma nel suo caso sono fondamentali soprattutto in riferimento al tipo di intervento subito (lei parla di intervento di emorroidi e di asportazione di 8 cm di retto ma non specifica la tecnica utilizzata dal chirurgo per curare queste patologie), se prima dell’intervento soffriva di stitichezza ed eventualmente da quanto tempo, se lei ha avuto parti (quanti e di che tipo), se soffre anche di perdite involontarie di urina o anche di disturbi sessuali, se soffre di meteorismo, gonfiori e dolori addominali e se ha mai fatto uso di purghe e lassativi, a quali accertamenti è stata sottoposta per lo studio della sua patologia (colonscopia, studio dei tempi di transito intestinale, defecografia, manometria ecc.). Inoltre per un medico è fondamentale conoscere l’età, lo stato di salute generale e le abitudini di vita della persona sofferente e solo se tutte le variabili sono svelate è possibile arrivare ad una probabile diagnosi e quindi ad una adeguata terapia. Mi dispiace non poterla aiutare e credo che tutte queste variabili siano state valutate dal chirurgo che ha deciso di sottoporla ad un intervento chirurgico e che quindi potrà correttamente rispondere alle sue domande durante i controlli che dovrà eseguire. Resto a sua disposizione. Cari saluti.

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