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Domande e Risposte: Rettocele

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Buongiorno Dott. Nicastro,spero che lei mi risponda e mi dia delle indicazioni perché sto vivendo un incubo.Premetto che sono una ragazza di 27 anni, ho partorito con parto naturale due mesi fa uno splendido bimbo di 3,500 kg. Con un travaglio nell'acqua, mentre la fase espulsiva in posizione classica ma di breve durata, circa 15 minuti. Ho subito anche l'episiotomia che si è rimarginata dopo poco e non mi ha mai dato problemi.Già due settimane dopo il parto avvertivo "un corpo estraneo" nella vagina sulla parete posteriore. Ho fatto 3 visite ginecologiche con tanto di ecografia ma la risposta era: non ha niente. In più avevo anche problemi nella defecazione con defecazione incompleta ma pensavo fosse per la mia paura di spingere per colpa di una ragade anale che si è verificata sempre dopo il parto.Facendo la visita con il proctologo per la ragade, mi ha detto di avere anche un piccolo rettocele basso digitiforme dicendomi che si può convivere tranquillamente e che non si opera poiché molto piccolo.Il problema è che io non vivo bene, continuo a sentire questa sensazione di corpo estraneo dentro la vagina soprattutto mentre cammino, in più tutti i problemi della defecazione (un paio di volte mi sono dovuta aiutare con la digitazione). Per me questo è un momento difficile, che immaginavo tutto rose e fiori con mio figlio come penso lo immagini ogni donna appena diventa mamma. Invece sto vivendo un incubo. Non esco più di casa, passo il tempo tra letto e bagno a piangere invece di occuparmi di mio figlio cosi come vorrei. Non voglio andare in depressione per questo motivo. Ma non riesco a trovare una spiegazione per tutto quello che sto passando. Ho letto che questo può accadere nei parti difficili ma il mio non mi pare sia stato così.Voglio chiedere a lei se davvero un rettocele di basso grado (non associato ad altri prolassi) non si opera? Invece se si opera quale è la tecnica migliore? E quale è la via migliore? Voglio aggiungere che non ho fatto alcun esame se non la visita con solo anoscopia poiché allatto. Inoltre volevo dire che sto gia facendo dieta ricca di fibre, bevo molta acqua, faccio anche riabilitazione del pavimento pelvico con elettrostimolazione e biofeedback ma non noto alcun miglioramento. La prego mi aiuti, mi dia qualche indicazione. Non voglio vivere così per il resto della mia vita, ho solo 27 anni. La ringrazio.

Cara Signora,

comprendo la sua preoccupazione. I sintomi da lei accusati possono essere dovuti al parto, che anche se avvenuto senza particolari problemi, ha messo sotto tensione la muscolatura del pavimento pelvico, senza considerare l’episiotomia. Il mio consiglio è di continuare a sottoporsi a riabilitazione del pavimento pelvico e se l’elettrostimolazione e il biofeedback sono ben condotti e i protocolli sono adeguati dovrebbero portare alla completa risoluzione dei sintomi accusati. A mio parere non esiste alcun criterio per prendere in considerazione un intervento per il rettocele.

A Mia figlia di 17 anni e' stato riscontrato: perineo discendente, invaginazione intraanale, rettocele anteriore cm 4, enterocele ostruttivo. Mi dicono necessario sottoporla ad intervento chirurgico, ma vorrei sapere se esistono terapie alternative o altrimenti che tipo di intervento consiglierebbe. Grazie per l'attenzione.

Caro Signor Paolo,

non credo che in una ragazza di 17 anni il primo approccio possibile sia un intervento chirurgico. Posso estrapolare dalla sua lettera che sua figlia soffra di stipsi e che queste patologie, riscontrate probabilmente da una defecografia, possono derivare da disturbi della alimentazione (anoressia) di cui spesso le giovani soffrono. Un adeguato inquadramento diagnostico potrebbe essere utile per una corretta diagnosi, un adeguato inquadramento clinico e la prescrizione di un percorso di terapia medico-riabilitativo.

Gentile dottore sono sei mesi che ho sempre lo stimolo ad evacuare, anche dopo essere andato in bagno.Ho avuto l'ano arrossato per tanto tempo sia dentro che fuori.Il dottore mi ha prescritto pentacol 500 e mi ha trovato il rettocele e ha detto che ci devo convivere con questo fastidio. Ma io gentilmente le chiedo non c'e nessun farmaco che attenua questo bisogno di evacuare continuo? Grazie di cuore

Cara Signora Carmelina,

il suo sintomo potrebbe essere dovuto al rettocele e ad una disfunzione del pavimento pelvico che altera la dinamica della defecazione. Una accurata valutazione della condizione clinica, la obiettiva rilevazione di altri sintomi (urinari e sessuali) potrebbero essere utili per comprendere se una corretta riabilitazione del pavimento pelvico possa essere una terapia efficace per la risoluzione del suo sintomo.

E' NORMALE DOLORE DIFFUSO A 3 SETTIMANE DI INTERVENTO RETTOCELE CON METODO STARR QUANDO TUTTO CIO SI ATTENUERA' come prevenire stitichezza con metodo sicuro grazie

Cara Signora Solvana,

qiello che descrive non è normale per un intervento adeguato alla cura del rettocele sintomatico. È “normale” per un intervento di STARR, metodo gravato da complicanze immediate e tardive e che , a mio parere, non risolve il problema della persona sofferente. Una vista proctologica completata con una videoproctoscopia digitale è possibile solo dopo almeno trenta giorni dall’intervento e metterebbe in risalto eventuali complicazioni legate all’intervento ma soprattutto le cause “reali” della stipsi, permettendo un adeguato percorso di terapia.

Buongiorno Dottore, ho 49 anni e mi è stato diagnosticato con colpocistodefecografia il rettocele 2,5 cm oltre a prolasso rettale. Ultimamente i miei problemi sono peggiorati devo stare attenta che non mi si formino fecalomi, nonostante mangi tante verdure ho tanta difficoltà a defecare e mi devo aiutare con le mani. Ho deciso quindi di farmi vedere dal proctologo dal quale andrò mercoledì prossimo. Ma leggo che questi problemi vengono operati col metodo starr e leggo altresì di persone che si trovano malissimo con questo intervento che sono peggio di prima. Quale è quindi l'intervento alternativo anziché la starr e tran starr? Grazie mille. Ho molta paura di stare peggio di così

Cara Signora Anna,

solitamente la presenza del rettocele e del presunto prolasso del retto sono la conseguenza di una disfunzione dell’apparato neuromuscolare del pavimento pelvico il cui sintomo principale, oltre ad un dolore gravativo e ad altrisintomi associati, è la stipsi espulsiva. Esistono diverse tecniche chirurgiche per la cura del rettocele e del prolasso ma, a mio parere, il primo approccio terapeutico è riabilitativo. Le tecniche di riabilitazione, basate principalmente sulla elettrostimolazione e il biofeedback, portano al recupero della funzionalità neuromuscolare del pavimento pelvico, migliorando le dinamiche della defecazione e risolvendo la stipsi espulsiva. Una visita colonproctologica, orientata anche sul pavimento pelvico, potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

Buongiorno,ho 39 anni, due bimbe avute da parto naturale, mi hanno dignosticato un rettocele anteriore di 5 cm ho fatto ecografia trans-anale a sonda rotante e tutto ok manometria ano-rettale : dissinergirmo evacuativo in integrità dell'apparato sfinteriale anale; la cisto-colpo-defecografia ha rilevato : sensibilità ampollare soggettiva nella norma a 100cc, vescica in sede a riposo e lievemente prolassante sotto sforzo (I grado); piano perineale in sede e sotto sforzo. In ponzamento dinamica evacuativa con ridotto sincrono rilasciamento sfinteriale anale e persistente residuo baritato in rettocele anteriore di ca 5-6 cm ad ampio colletto con sfumati segni radiologici di prolasso mucoso e tendenza ad invaginazione retto-ampollare con procidenza anale di prolasso mucoso di 2-3 cm. Io sto bene non ho disturbi normalmente, semplicemente quando devo espellere le feci, se faccio fatica (non sempre), devo aiutarmi mettendo un dito in vagina per espellere l'accumulo e defecare completamente. Mi hanno proposto di continuare con gli esercizi di Kegel, fare terapia bio feed-back e solo successivamente fare ciclo di legature, tutto questo per evitare operazioni.Lei ritiene che possa essere una valida soluzione? grazie

Cara Signora Cristina,

sono d’accordo con l’atteggiamento conservativo ma non sulla scelta delle tecniche da utilizzare. Gki esercizi di Kegel sono sicuramente di aiuto ma a mio parere una adeguata riabilitazione deve prevedere l’elettrostimolazione oltre che al biofeedback.

Dopo intervento starr sono passati 2anni non è che abbia risolto. Sono stata operata prolasso rettocele ancora ho continue contrazioni e molto aria sembrano contrazioni da parto se è molto gentile da rispondermi grazie

Cara Signora Luisa,

credo che questi sintomi non siano proprio legati alla presenza di un prolasso del retto con rettocele e spero che questi non siano stati i motivi che hanno portato all’intervento di STARR.  Le cosniglio una visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale per comprendere la causa dei suoi sintomi e impostare un adeguato percorso di terapia.

Gentile dott. Nicastro desidero chiederLe un consiglio. Ho 52 anni, ho avuto due parti ed ho ancora un ciclo mestruale regolare. Da circa 5 anni faccio regolare attività fisica iniziata gradualmente con ginnastica aerobica all'aperto e corsetta lenta (7 min./7,30 min. al km.) e aumentata nel tempo con estensione allo yoga, alla frequentazione di una palestra e al nuoto. Circa un anno e mezzo fa mi sono resa conto di avere un problema di cedimento del pavimento pelvico reso evidente da piccole perdite di urina sotto sforzo (ad es. nella corsa o starnutendo) e urgenza minzionale. La valutazione della mia situazione fatta da una specialista in riabilitazione del pavimento pelvico riscontrava un colpocele anteriore di 2°, ipermobilità uretrale, colpocele posteriore di 2° e a livello anale rettocele di 2°. Mi sono stati insegnati gli esercizi di rinforzo del pavimento pelvico e della parte anale e a distanza di circa 8 mesi dedicati con grande impegno a questo problema posso dire di avere risolto l'incontinenza urinaria e l'urgenza minzionale che mi rendeva difficile programmare anche una semplice gita giornaliera. Cerco di tenere il mio intestino molto regolare altrimenti ho un senso di peso nella parte posteriore della vagina. Mi era stato proposto, per rinforzare la parete prolassata fra il retto e la vagina, di fare delle iniezioni di acido jaluronico ed in merito desideravo avere la sua opinione. Ho capito che tutto ciò che mi provoca una pressione intraddominale non va bene e la corsa purtroppo ha queste caratteristiche ed anche esercizi in palestra come gli addominali o il sollevanento di pesi. Un fisioterapista a cui mi sono rivolta per questo problema mi sta aiutando a rinforzare la muscolatura addominale ed abbiamo iniziato con esercizi di rinforzo del trasverso dell'addome che effettuo unitamente alla contrazione del perineo. Credo di aver capito che dovrei imparare a mettere in moto questo meccanismo "difensivo" quando mi sottopongo ad uno sforzo che potrebbe ulteriormente danneggiare la precaria situazione del mio pavimento pelvico. Come diceva la mia specialista sono "borderline" e un po' mi spaventa l'avvicinarsi della menopausa e un ulteriore eventuale cedimento della muscolatura. Cosa mi consiglia? Ho scoperto tardi la ginnastica e me ne sono innamorata. Ho sospeso la corsa che era l'attività piò impattante per il mio pavimento pelvico. Credo che indietro non si possa tornare, dovro' tamponare questa situazione con innumerevoli ore dedicate alla ginnastica pelvica ed addominale come faccio ora o le iniezioni di acido jaluronico potrebbero miracolosamente risolvere i miei prolassi. Mi piacerebbe tanto tornare a correre.... crede che sarà possibile? Sarei molto felice di avere un suo consiglio. La saluto e la ringrazio anticipatamente per il tempo che mi dedicherà con un suo prezioso consiglio.

Cara Signora Graziella,

mi perdoni ma non ho alcuna esperienza sull’utilizzo dell’acido jaluronico nelle disfunzioni del pavimento pelvico, anzi credo che sia la prima volta che mi capiti una prescrizione del genere in tanti anni di professione. Io credo che nella sua situazione una adeguata riabilitazione del pavimento pelvico comprendente, oltre alla ginnastica, l’elettrostimolazione e il biofeedback possa risolvere molti dei suoi sintomi e, personalizzando i protocolli di trattamento, permettere anche la ripresa dell’attività sportiva.

Egr. Dottore, sono una donna di 53 anni, mi pongo alla sua attenzione per problemi di prolassi vari che mi affliggono da anni.Nel 1991 ho partorito in modo precipitoso e dopo 5 giorni si è presentato un rettocele, cistocele e prolasso dell'utero, ho tirato avanti 17 anni e nel 2008 sono stata operata di isterectomia (conservando le ovaie), sono stata benissimo 3 mesi poi si è ripresentata in vagina una protuberanza diagnosticata come rettocele e cistocele recidivo, ho tirato avanti 5 anni e poi sono stata operata a nov. 2013 con applicazione di reti per riformare il pavimento pelvico e sorreggere la vescica, sono stata benino 2 mesi poi di nuovo recidive e oggi mi trovo di nuovo con un ingombro vaginale e prolasso del retto.Nel referto della visita di controllo è riportato: "Fondo vaginale ben sospeso-Parete vag. ant. soffice trofia-Colpocele di II/III recidivo senza aumento del DIV e DAV-Associata defecazione ostruita. Per quanto concerne la defecazione ostruita faccio presente che è occasionale, inoltre un eco ha evidenziato una cisti acquosa nell'ovaio di sn di circa 2 cm, ma di questa hanno detto che posso stare tranquilla. Il medico che mi ha operata mi ha riproposto di fare un altro intervento per aggiungere una protesi biologica nella parete vaginale che confina con il retto e fare contemporaneamente, o in un secondo tempo, intervento sul prolasso rettale tagliando un pezzetto d'intestino. Dopo tutti questi interventi con recidive non so più cosa fare e a chi affidarmi, sono molto giù. La ringrazio se vorrà dedicarmi un pò del suo prezioso tempo per darmi una speranza di vita migliore. Grazie

Cara Signora,

è naturale che la proposta di un ulteriore intervento porti a disorientamento e sconforto. Una mia riflessione sulla sua lettera è che probabilmente di fronte alle tante recidive e sintomi, andrebbero prese in considerazione le condizioni del suo pavimento pelvico, struttura neuromuscolare, che oltre a far funzionare gli organi pelvici, li mantengono nella loro sede. In molti casi, riconosciuto il deficit funzionale e strutturale del pavimento pelvico, è possibile attuare una terapia riabilitativa allo scopo di rinforzare questa struttura, prevenire altri prolassi e, in caso di necessità, favorire il successo di interventi chirurgici di ricostruzione e di riposizionamento degli organi pelvici.

Buongiorno, ringraziandoLa per questa opportunità, Le vorrei sottoporre un quesito. Ho 50 anni e ho subito l'intervento di Starr 2 anni fa, per prolasso rettale, rettocele e correlata sindrome dolorosa emorroidale, con un discreto risultato positivo e senza COMPLICAZIONI. Non ricordo di essere stata informata sull'utilizzo di graphes metalliche, e a distanza di un anno, in seguito ad indagine radiologica dell'anca, ho preso visione della loro presenza. Mi chiedo se la permanenza delle graphes o l'intervento stesso possano essere causa di irritazione della mucosa colonrettale al punto di poter provocare l'insorgenza di polipi e/o forme tumorali? Sarebbe meglio asportarle o l'incidenza di un'eventuale emorraggia ne sconsiglia l'asportazione? Vi è una casistica utile in merito?

Cara Signora,

in moltissimi casi osserviamo la permanenza delle agraphes metalliche sulla mucosa rettale con la formazione di granulomi da corpo estraneo (questi rappresentano una complicazione) o la presenza di una infiammazione cronica (Proctite). Queste evenienze andrebbero ben evidenziate con un esame endoscopico quale la rettoscopia o meglio la videoproctoscopia digitale. Ogni stimolo cronico sulla mucosa rettale rappresenta un motivo di allarme clinico in quanto potrebbe portare ad una trasformazione delle cellule in senso neoplastico. Per questo si preferisce affrontare subito le adeguate terapie, valutando correttamente i rischi ad esse correlate.

BUON POMERIGGIO.SONO STATO OPERATO IL GIORNO 04/09/2015 DI PROLASSO MUCO-EMORROIDARIO CON LA METODICA DI LONGO(P.P.H.)LA MATTINA QUANDO VADO AL BAGNO HO PROBLEMI NEL DEFECARE NEL SENSO CHE DEVO SFORZARMI UN PO' E NON RIESCO A SVUOTARE L'INTESTINO IN UNA SOLA VOLTA,MA BENSI' IN DUE.DURANTE LA GIORNATA INOLTRE MI VENGONO GLI STIMOLI PER DEFECARE VADO AL BAGNO MA IN REALTA'NON EMETTO NULLA.GENTILMENTE LE CHIEDO SE QUESTI SINTOMI SONO LEGATI ALL'INTERVENTO E SE COL TEMPO ANDRANNO VIA.FACCIO PRESENTE CHE SOFFRO DI COLITE.INOLTRE VORREI SAPERE SE LE AGRAPHES DANNO QUALCHE PROBLEMA, E IN QUANTO TEMPO VENGONO ESPULSE CON LE FECI.RINGRAZIANDOLA IN ANTICIPO PER LE RISPOSTE CHE MI DARA'.LA SALUTO CORDIALMENTE

Caro Signor Aldo,

i problemi che lei mette in evidenza sono quelli lamentati da molte persone sottoposte ad intervento di PPH e posssono essere dovuti alla modificazione della normale struttura dell’ampolla rettale, che subisce un restringimento. I fautori della tecnica affermano che questi disturbi si attenuano nel tempo e che i punti metallici sono espulsi in breve tempo. In realtà nella pratica clinica assistiamo, in molti pazienti, alla cronicizzazione dei sintomi, alla ricomparsa della patologia emorroidaria e alla persistenza dei punti metallici sulla mucosa rettale che, spesso, portano alla formazione di granulomi da corpo estraneo. Comunque è prudente attendere almeno due mesi dall’intervento per una valutazione definitiva atraverso una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale, al fine di valutare eventuali complicanze e stabilire un corretto percorso di terapia.

Sono una donna di 52 anni, in menopausa da un anno, e ho un prolasso della vescica di primo grado mentre ho un invaginamento del retto che suppongo sia di 3° grado perché ho proprio una grossa bolla in vagina. Ho prenotato una visita dall'urologo e poi pensavo di andare da un proctologo e non so come muovermi e a chi rivolgermi nella città di Torino. Può lei gentilmente e cortesemente consigliarmi sia per come procedere e anche per un medico a Torino. La ringrazio anticipatamente e spero che lei riesca ad aiutarmi nell'affrontare tale problema.

Cara Signora, credo che il suo problema più che un invaginamento dell’ano sia un rettocele dovuto ad un difetto del pavimento pelvico, causa anche del cistocele. Purtroppo non posso esserle di aiuto sulla scelta di un medico; a Torino operano tanti e valenti specialisti e fare un nome diverso da un altro sarebbe veramente fare un grave torto alla professionalità di ognuno di loro. Creo che non avrà difficoltà a incontrare uno di loro. Un mio unico consiglio è che prima di prendere in considerazione qualsiasi trattamento chirurgico che possono proporle per la correzione del cisto-rettocele, sarebbe opportuno sottoporsi anche ad un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico.

Buon giorno dottore, ho 37 anni.Nel 2013 mi sono operata per la prima volta di prolasso rettale e rettocele anteriore secondo procedura STARR . Avevo defecazioni incomplete , sempre il retto infiammato con molta difficoltà a stare in piedi, sopratutto a lavorare. Disaggio assoluto , depressione perché non potevo avere una vita normale (questo prima dell' intervento).Premetto che mi è stato diagnosticato anche cistocele , senza indicazione chirurgica (avevo fatto la cinedefecografia , anche cistouretrografia minzionale ). Dopo l'intervento ho avuto per mesi gonfiore al retto, disaggio assoluto, dolore all'evacuazione. Dopo neanche un anno, mi sono ritornati i sintomi prima elencati ancora più accentuati e meno tollerabili rispetto a prima. Per questo sono stata rioperata con la tecnica secondo Longo, a distanza di un anno per residuo di rettocele. Il mio problema più grosso è che neanche dopo il secondo intervento chirurgico le cose non sono risolte del tutto,in quanto i sintomi di pesantezza,gonfiore rettale, addominali non sono mai scomparse, ma Le dirò che adesso a distanza di tre anni e due interventi chirurgici, non è cambiato nulla rispetto a prima; ho fatto un'altra defecografia e risulta ancora comparsa di rettocele anteriore, di prolasso rettale interno.Non enterocele.Scarso residuo di pasta opaca in ampolla ,in particolare nella tasca anteriore, al termine della fase espulsiva.Angolo retto-anale ampiezza normale. Premetto che non ho avuto gravidanze, anche se lo desidero.La prego di aiutarmi, non riesco più andare avanti in questo modo. svolgo un lavoro che mi costringe di stare molto in piedi (infermiera di corsia). Grazie anticipatamente della sua breve risposta .Cordiali saluti.

Cara Signora,

comprendo il suo sconforto. I sintomi da lei descritti, prima e dopo i due interventi subiti, potrebbero essere determinati da un cedimento della muscolatura del pavimento pelvico o meglio da un perineo discendente. In questi casi oltre al rettocele e al prolasso mucoso, le pazienti possono avere cistocele e isterocele. Questo abbassamento del pavimento pelvico si sarebbe dovuto evidenziare dalle defecografie da lei eseguite ma, soprattutto, dalla visita colonproctologica. Probabilmente i suoi sintomi non sono solo proctologici, con disturbi della defecazione e dolore gravativo, ma anche sessuali (orgasmo ritardato o anorgasmia, fastidi durante il coito, ecc) e urologici (urgenza alla minzione, incontinenza urinaria con gli sforzi, ecc.). Il fallimento della chirurgia è un ulteriore elemento di questo sospetto diagnostico. Infatti, a parte le considerazioni personali sulla STARR e sulla tecnica di Longo, la recidiva del rettocele e la persistenza dei sintomi è dovuta alla persistenza del perineo discendente e alla disfunzione della pavimento pelvico, alterazioni che le due tecniche attuarte non possono curare. Le consiglio una accurata visita colonproctologica e del pavimento pelvico, completata con la Videoproctoscopia Digitale, al fine di valutare la funzionalità dell’apparato neuromuscolare, le eventuali alterazioni morfologiche causate dagli interventi subiti e decidere se lei possa giovarsi di una attenta e corretta riabilitazione funzionale del pavimento pelvico.

Salve sono mamma di tre bimbi 2011, induzione episiotomia ventosa 4360, 2014 tc, 2015 naturale 4560gr, ho 37 anni e da un mese dopo l'ultimo parto ho iniziato ad avere problemi a defecare, mi sono rivolta a un'ostetrica e poi a un'infermiera specializzate nella riabilitazione del pavimento pelvico, ma la situazione ad oggi è peggiorata, sono certa di avere un rettocele, evacuo solo con clistere e lassativi, non mi riconosco più, non riesco più ad avere rapporti intimi,vorrei trovare una soluzione. Le chiedo dei consigli su come procedere a chi rivolgermi in che ordine, e quante probabilità ho di riavere una vita normale evitando un intervento chirurgico? Grazie

Gentile Signora,

sicuramente i parti e le gravidanze, cosi come descritte, hanno messo  a dura prova il suo pavimento pelvico e, probabilmente, si saranno instaurate delle cause che portano ad un deficit funzionale, con i sintomi descritti. Nella sua lettera si comprende come lei non abbia mai effettuato una visita specialistica colonproctologica che possa confermare il suo sospetto e inoltre si è rivolta a delle professioniste senza che questa diagnosi sia stata fatta. Vorrei ricordare solo che la riabilitazione del pavimento pelvico è argomento molto serio, prevede l’esecuzione di tecniche ben precise, con protocolli di trattamento adeguato e personalizzato, prescritto dal medico specialista che ha fatto diagnosi. Se così non è fatto, non si ha alcun beneficio e anche peggioramento dei sintomi. Semplicemente perché non si esegue una terapia idonea. A mio parere la prima cosa da fare è la diagnosi con una visita specialistica; se necessario lo specialista prescriverà ulteriori indagini, alla fine si deciderà il migliore iter di terapia.

Buongiorno Dottor Nicastro ho 29 anni volevo avere un suo parere, io nel 2011 sono stata operata al rettocele con la Starr adesso mi è ritornato il rettocele e faccio fatica ad andare di corpo, a volte non riesco a svuotarmi e quando mi svuoto ci metto delle ore e a volte mi vengono le coliche. La mia gastroenterologa mi ha detto che non posso più operarmi al rettocele poiché si accorcerebbe l'intestino ancor di più. Soffro di colite e duodenite erosiva e ho l'ernia jatale e ho molte intolleranze alimentari, cosa mi consiglia di fare?? Rimango in attesa di una sua risposta ringrazio anticipatamente

Cara Signora,

le sue condizioni attuali non sono diverse da quelle di tantissime persone che sono state sottoposte ad intervento di STARR. Quello che mi colpisce nella sua storia che lei è stata operata all’età di 24 anni. Non le nascondo che leggere lettere come la sua mi lascia basito, senza parole e anche arrabbiato. Credo che alla sua età potevano essere prese in considerazioni altre soluzioni terapeutiche, credo che per la sua età dovevano ben spiegarle quali potevano essere le conseguenze (a volte anche gravi, descritte nella letteratura scientifica) in modo che lei potesse scegliere tranquillamente se sottoporsi a questo intervento o meno, credo che a quella età non doveva essere eseguito alcun intervento. Innanzitutto bisognerebbe curare il suo colon irritabile e trovare la causa dell’insorgenza del rettocele con una attenta valutazione del pavimento pelvico, comprendere come l’intervento di STARR abbia modificato l’ampolla rettale e quantificarne gli esiti. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale al fine di una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

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